Capitolo 14

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COINCIDENZE

Mi ritrovai qui. Al fianco di Cole De Angelis, per andare a bere un caffè insieme.

Chi l'avrebbe mai detto.

Con la coda dell'occhio sbirciai di tanto in tanto il suo viso.

Era così puro. Non era cambiato affatto, rimase sempre il solito Cole. Il Cole di cui m'innamorai follemente.

Sentii delle sensazioni insolite dentro me.

Rivederlo dopo tanti anni e, comportarsi come se non fosse successo nulla, come se fossimo due semplici vecchi amici, fu strano.

«Due caffè italiani» ordinò Cole al cameriere.

Io lo guardai sorridendo. Distolsi lo sguardo nel momento in cui mi sorprese ad osservarlo. Fece quel leggero cenno di sorriso che mi faceva impazzire.

Inspirai il buonissimo profumo del caffè quando arrivò al nostro tavolo. Era da una vita che non bevevo il vero caffè italiano. Mi ricordai di tutte le volte che lo bevemmo insieme.

«Allora... come va la tua vita a Londra?» mi chiese Cole, spezzando il silenzio.

Mi bloccai un attimo.

Era strano toccare questo argomento con lui.

«Bene», risposi, senza andare oltre.

«Tu invece? Non ho avuto più tue notizie» domandai. Prima di rispondere, il suo sguardo si incupì.

«Sono stato un po' in giro, qua e là.» Rispose con distacco. Sembrava che la ferita per lui fosse ancora aperta.

Le sue parole furono interrotte dal suono del suo telefono.

Rispose alla chiamata e, mentre parlava al cellulare, feci caso a un dettaglio che non avrei mai immaginato di vedere. Indossava ancora la collana che gli diedi prima di partire per Londra.

Rimasi stupita. Non pensavo la indossasse ancora...

I miei occhi divennero lucidi. Cercai di non farglielo notare, girandomi dall'altra parte.

«Scusami, purtroppo devo andare via», disse Cole, risvegliandomi dai miei pensieri.

«Certo, vado anche io... è stato bello vederti», risposi impacciata.

«Anche per me!» Mi porsi un dolce sorriso, prima di andarsene.

Mi incamminai verso casa.
La mia mente era un turbinio di pensieri. Dopo tutti questi anni, Cole portava ancora con sé la collana. Eppure, non si era fatto più sentire. Pensavo che fosse andato avanti senza problemi.

Entrai dal cancello di casa mia e vidi Andrey seduto su una sedia in giardino.

Non appena notò la mia presenza, corse subito ad aiutarmi con le buste. Io rimasi in silenzio. Troppo silenzio. Così tanto, che avrebbe subito capito che nascondessi qualcosa.

«Ho parlato con Cole», dissi improvvisamente.

«Ah, sì? E com'è stato?»

«Strano», risposi, giocherellando con i miei capelli.

«Provi ancora qualcosa per lui?»

Riflessi prima di rispondere, anche se, in cuor mio sapevo già la risposta.

«Non lo so.»

Andrey mi abbracciò, confortandomi. Lui era come un migliore amico. Sapevo che con lui potevo confidarmi riguardo qualsiasi cosa e, probabilmente, sapeva anche la vera risposta alla sua domanda.

Nel mio cuore. Custode dell'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora