SORPRESA
Trascorsi la notte a pensare. Non riuscii a chiudere occhio.
Rivedere Cole, portò scompiglio nella mia mente. Ma uno scompiglio positivo.
Erano passati quasi tre anni dall’ultima volta che avevamo trascorso un momento del genere. Io e lui su una piccola barchetta di legno, completamente soli e lontani dai problemi della vita. Era stato magico. Quasi da non sembrare reale.
Tutto sommato, però, mi sentii un po' colpa. Non ero stata infedele né fatto nulla di compromettente, questo era chiaro. Però, forse, mi sentivo in colpa per le emozioni che Cole mi aveva fatto provare.
Emozioni che con Duke non avevo mai conosciuto: il brivido che si addentra sotto la tua pelle dopo che le sue mani ti hanno sfiorato, le farfalle nello stomaco che danzano liberamente quando la distanza tra voi due si abbrevia, la nebbia nel cervello che offusca ogni tuo senso logico solo dopo aver visto i suoi occhi.
Sperimentare nuovamente queste emozioni, mi fece rendere realmente conto che, con Duke, non le sentivo. Non provavo nulla di tutto ciò.
Ma lui era mio marito. Eravamo legati da una fede al dito e, nonostante non avessi scelto io di sposarlo, nel bene e nel male mi era stato di aiuto, soprattutto nell’ultimo periodo.
La morte di mio padre fu un fulmine a cielo aperto. Un fulmine che aveva colpito ogni membro della nostra famiglia, disintegrando le nostre forze e consapevolezze.
Duke aveva avuto la delicatezza di ascoltare le mie parole tristi e consolarmi dalle lacrime che sgorgavano dai miei occhi. Prima di ritornare a Londra per lavoro, mi era stato sempre accanto, per cui gli ero grata.
I pensieri si sovrastavano l’un l’altro. Mi sentivo confusa, sentivo di non sapere cosa fare realmente della mia vita. Duke, Cole, la mia famiglia. Tutti venivano sempre prima di me, e questo perché lo volevo io. Ma dopo il pomeriggio trascorso con Cole, mi resi conto che forse ciò che volevo era altro…
Fra tre ore avrei avuto il volo per Londra, avrei rivisto mio marito. Ma perché non sentivo il bisogno di rivederlo?
Mi alzai dal letto e cercai di farmi carina. Sperai che a lui facesse piacere rivedermi, anche se l'ultima volta che gli avevo fatto una sorpresa non era andata a buon fine.***
Dopo essere atterrata a Londra, mi diressi a casa nostra e ruotai lentamente la chiave della porta, cercando di non fare nessun rumore.
Entrai dentro in punta di piedi. Mi guardai intorno e sembrava non esserci traccia di Duke. Pensai che forse stesse dormendo, così salii le scale per andare in camera da letto.
Ad ogni scalino che facevo, sentivo delle voci sempre più vicine, il che mi stranì.
Con un movimento lento, aprii la porta della nostra camera dalla quale provenivano quelle voci.
Il mio sorriso svanì immediatamente, accompagnato dallo spalancarsi dei miei occhi.
Duke e la sua dipendente Rebeka, completamente nudi sul nostro letto.
«Ma che diavolo» dissi ad alta voce disgustata.
Duke e Rebeka sussultarono e si coprirono immediatamente con il lenzuolo.
Io rimasi sul ciglio della porta nauseata.
«Rose cosa ci fai quì?» mi chiese Duke senza pudore.
«Cosa fai tu. Sei un lurido bastardo! Ti sei svagato mentre io soffrivo la morte di mio padre.»
«No, Rose, lasciami spiegare.»
I miei occhi cominciarono a farsi lucidi. Ogni volta che affrontavo una discussione, involontariamente, iniziavo a piangere. Ma questa volta no. Questa volta mi sarei mostrata forte.
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Nel mio cuore. Custode dell'amore.
ChickLit"Il destino ce lo aveva fatto capire ormai in ogni modo. Non potevamo stare insieme". Come possono due cuori rimanere legati per sempre, nonostante tutto remi contro di essi? 1997, Bolsena, provincia di Viterbo (Lazio). Rose Williams, diciannove an...