𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐈

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Stop it Sans, I'm done with the jokin'
Sounds like someone's funny bone's broken
We can relate to your determination
Because we monsters have our motivations
I am the mastermind, he's my accomplice
You're only still alive because I made a promise.

(To the Bone - JT Music)










Black Veil


La notte aveva ceduto il passo al giorno, svolgendo l'ordine naturale delle cose. Il sole, tiepido e penetrante, si distese su tutta Ketterdam, risvegliando i suoi abitanti. Ma nel cuore di Black Veil, in una cripta nascosta tra stati di nebbia, il tempo sembrava essersi bloccato alla sera precedente. L'aria nella stanza era tesa, nessuno dei Corvi aveva osato dormire. Kaz Brekker aveva un piano, e questo piano era ai limiti dell'assurdo. Ma Ksenyia era convinta che ci fosse qualcosa che il Bastardo del Barile non aveva rivelato a nessuno. Aveva menzionato Alby Rollins solo una volta, poi il nome di quel bambino era finito nel dimenticatoio. Ma era impossibile che Kaz avesse volutamente tralasciato quel particolare. Aveva in mente qualcosa di grosso e Ksenyia aveva paura. Il dolore aveva il potere di lambire i cuori e di trascinarli in baratri di pece. Kaz avrebbe fatto di tutto pur di vendicare Jordie . E quel tutto poteva anche comprendere quel bambino. Dopotutto quando il giovane Brekker perse suo fratello non aveva che l'età di Alby Rollins. Ma Ksenyia non poteva permetterglielo. Alby non era suo padre, e pertanto quell'assurda vendetta non gli riguardava. Ksenyia si passò una mano sul volto stanco, poi si alzò e si riempì la tazza con del caffè fumante. Non poteva dire a Kaz che aveva capito le sue intenzioni. Manisporche si sarebbe messo sulla difensiva e sarebbe diventato impossibile decifrare le sue intenzioni. Una mano si poggiò sulla spalla della rossa, attirando la sua attenzione. Jesper le sorrise e le passò un braccio attorno al collo, avvicinandola a sé e sfregando le nocche della sua mano sinistra sul capo di lei. «Allora  piromane, oggi ci tocca fare squadra eh?» disse lo Zemeni sorridendo ai tentativi di Ksenyia di liberarsi dalla sua presa. Kaz Brekker era stato categorico e quasi maniacalmente preciso nell'affidare loro i compiti per quella sera. Inej li avrebbe  protetti dall'alto dei tetti di Ketterdam come sempre, Wylan e Dominik avrebbero preparato una miscela chimica che doveva simulare la piaga del Firepox, mentre Ksenyia e Jesper erano stati incaricati di trovare e distribuire i costumi della Komedie Brute e le fiale del composto a tutti i Dregs. La banda di Haskell aveva il compito di fornire loro copertura. Manisporche e Nina invece, si sarebbero diretti al Palazzo di Smeraldo, a fare cosa solo i Santi lo sapevano. La sera precedente la Spaccacuore si era diretta all'Hellgate doveva aveva incontrato Pekka Rollins. Dopo essere tornata a Black Veil, si era chiusa in una stanza con Kaz,per poi uscirne un'ora e mezza dopo. Quei due avevano confabulato in segreto e la cosa aveva agitato il resto del gruppo, poiché dopo di ciò il Bastardo del Barile li aveva divisi in gruppo e esplicato un piano sommario, di cui faticavano a vedere l'insieme. «Sì, caro mio Grisha in incognito, ci tocca fare squadra», Jesper lasciò allentò la presa e spalancò gli occhi. Gli unici a sapere dei suoi poteri erano Wylan e Kaz. Ed era sicuro che nessuno dei due avesse detto niente agli altri. Ksenyia sorrise, fiera dello shock che sembrava aver provocato nel ragazzo. «Credi davvero che non me ne fossi accorta? Jes, il tuo sangue è intriso del tuo potere, sono due cose inscindibili. La piccola scienza vibra in te ed io la sento. Inoltre non ci vuole mica un genio per capire come mai sei un tiratore così infallibile. Hai del talento, è vero, ma non è tutto. Sei il migliore perché guidi il metallo di cui sono fatte le pallottole con i tuoi poteri da Materialki. Mi sbaglio forse?». Jesper scosse la testa, poi chinò il capo con aria triste. «No, non ti sbagli. È che... Li odio e ho paura di essi. Mia madre è morta per questi maledetti poteri... Non sono una benedizione Ksenyia, non lo sono per niente». La teatrante abbracciò di getto il ragazzo e gli diede un bacio sulla fronte. I suoi poteri non l'avevano privata di una madre, ma l'avevano privata di un'infanzia normale. L'avevano resa qualcosa da nascondere per i suoi genitori, qualcosa da usare per Kaz e qualcosa da odiare per chiunque disprezzasse i Grisha. Jesper aveva ragione, non erano una benedizione, ma nemmeno una condanna pensandoci. «Anch'io ho paura dei miei poteri... Che ne dici se affrontassimo questa cosa insieme? Io aiuterò te e tu aiuterai me. Li capiremo insieme e impareremo ad usarli. Che dici Jes?». Jesper sorrise a trentadue denti e strinse forte a sé la donna. «Mi sembra una fantastica idea... Grazie Nya, non sai quanto sia importante per me tutto ciò». Quel dolce momento fraterno venne interrotto dagli schiamazzi di Wylan e Dominik, che entrarono nella stanza tenendosi a braccetto e ridendo come dei forsennati. «Hey... Kaz ha detto che tra dieci minuti si entra in scena» disse l'esperto di demolizioni, arrosendo quando si rese conto dello sguardo languido dello Zemeni. Quest'ultimo si alzo, si avvicinò al chimico e lo prese sottobraccio. «Lo sai che hai la risata più bella che io abbia mai sentito mio caro Wylan Van Sunshine?» «Io... Beh... Non è questo il mio cognome, però... Grazie» «Prego raggio di sole», poi i due uscirono dalla stanza, lanciandosi alle spalle il soldato e la Grisha. «Perché così allegri? Sbaglio o stiamo per gettarci in una missione suicida?» chiese Ksenyia porgendo un po' di caffè a Dominik. L'uomo afferrò la tazza e bevve tutto il liquido, poi guardò la donna e scosse il capo ridendo. «È da quando vi ho incontrati che mi getto in una missione suicida dopo l'altra. Una in più, una in meno, che sarà mai? In ogni caso io e Wylan ridevamo per il composto chimico che abbiamo creato» «Però, non pensavo fossi il tipo che ride perché ha replicato chimicamente la peste» scherzò Ksenyia passando una mano tra i folti capelli rossi. «In realtà rido perché sto pensando al mio vecchio tutore al Grande Palazzo. Mitkin era davvero crudele con me, non solo verbalmente purtroppo. Odiavo la chimica e ogni mio errore era buono per darmi una bacchettata sulle mani. Se sapesse che ho replicato in maniera del tutto innocua  la Firepox rimarrebbe secco» «Tu e Nikolai studiavate insieme?» «Nik era impossibile da ragazzino, un vero piantagrane, così Mitkin mi introdusse in classe con lui. Ogni volta che il piccolo Tsarevich si comportava male, io venivo punito. E Nik  ha tanti difetti, ma di sicuro non è senza cuore. Quando capì lo stratagemma del nostro tutore si scusò con me e mi promise che non avrebbe mai più combinato casini. Da allora siamo come fratelli». Ksenyia rimase a bocca aperta. Non aveva idea di quanto fosse profondo il legame tra i due. Ma la cosa che più la stupì fu vedere come Dominik continuava a massaggiarsi i polsi, quasi come se le ferite provocate dal tutore dolessero ancora. «Non immaginavo che-» «Ci sono tante cose che non sai di me Ksenyia. Magari se ogni volta che parliamo tu non attentassi alla mia vita o ti comportassi in maniera petulante potrei dirtele. Ora andiamo o Kaz ci farà fuori. Non mi va di morire due volte stasera» disse il soldato prima di lasciare la stanza. Ksenyia lo guardò allontanarsi e poi sorrise. “Forse dovrei davvero cambiare atteggiamento nei suoi confronti. Dopotutto cerca solo di proteggermi... È seccante e odioso, ma almeno mi mantiene in vita” pensò prima di raggiungere la sua banda.

𝐈𝐥 𝐌𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐁𝐚𝐫𝐢𝐥𝐞 // 𝐒𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰 𝐚𝐧𝐝 𝐁𝐨𝐧𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora