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Giada Conte

Eravamo seduti attorno al tavolo.
Ci guardavamo negli occhi.
"Uagliù accussì nun va buon"
Dice mio fratello.
"A settembre amm'a turnà all'ipm"
Dice Rosa.
La guardai negli occhi, mi stavo interessando a quello che diceva.
"Nun c appiccamm"
Sosopirai.
"Vabbuò, ij agg'a scennr"
Dissi alzandomi.
Chiusi la porta dietro di me.
Sospirai ancora.
Cosa sto facendo? Rosa ha ragione, dobbiamo smettere di litigare, l'estate dura quanto un battito di ciglia e poi quando torneranno all'ipm tornerà tutto come prima, non avrò amici o nessuno con cui parlare...
Vorrei tornare dentro e fare pace con Ciro, ma la mia testa di cazzo non me lo permette, ha sbagliato lui, e sono troppo fiera per tornare indietro.
Come ho già detto non devo uscire sul serio con un ragazzo, perciò andai a guardare il mare.
Mi sedetti sulla morbida e calda sabbia e ascoltavo il rumore delle onde.
Passò circa mezz'ora, quando sentì qualcuno sedersi vicino a me.
"E il tuo amico?"
"Ma fa o cess"
Dissi girandomi dall'altra parte.
Il mio cuore stava letteralmente urlando di buttarmi addosso a lui, ma la mia testa non me lo permetteva.
Sentì le sue dita pizzicarmi la guancia.
Lo guardai negli occhi, lui mi sorrise.
Accennai un mezzo sorriso ma ancora la mia testa di cazzo mi dice di non ricambiare.
"Hey"
Mi poggiò un braccio attorno alle spalle.
Sospirai velocissimamente e mi buttai addosso a lui abbracciandolo fortissimo.
Ricambiò e restammo sdraiati abbracciandoci per un po.
"T fa mal?"
Mi chiede rifendosi alla guancia.
"Un po"
Mi alzai sedendomi.
Mi poggio un mano su quella guancia aspettando che lo guardassi anch'io.
Lo guardai.
Appena i miei occhi incontrarono i suoi mi si accese qualcosa dentro, non so bene cosa, ma qualcosa che mi voleva spingere su di lui.
Avvicinai la mia fronte alla sua.
"Vuoi sapere la verità?"
Mi chiede sussurrando.
Lo guardai un po perplessa.
"Quale verità?"
Fecce una mezza risatina.
"Non ho spinto Carmine per odio"
Ci fu un attimo di silenzio in cui io mi mordevo le labbra aspettando la risposta che ho sempre voluto sentire.
"L'ho fatto per gelosia"
Senza pensarci due volte afferrai le sue guance con le mani e lo baciai.
Lui mi chiese il permesso con la lingua e io glielo acconsentì.
Mi staccai per respirare.
"Ma noi due cosa siamo?"
Chiesi sussurrando con voce gentile e dolce.
"Io sono Ciro Ricci"
Sorrisi.
"E io?"
"Mia moglie"
Poi ci baciammo ancora.
"No, io sono Giada Conte"
Dissi ironicamente.
"No, tu sei Giada Ricci"
E chi lo avrebbe mai detto?
Dopo una vita che ci conosciamo, solo adesso ci fidanziamo...
Tornammo a casa mano nella mano.
Arrivamo sulla soia di casa e Ciro aprì la porta.
Sentimmo urlare, ma non è Rosa...
Andammo in cucina.
"CHELLA CHIATTILLA EMMERD"
Carmela? Che ci fa qui?
"C sta succerenn?"
Chiedo confusa.
"ECCOLA, A SOR RO STRUNZ"
A quelle parole la presi per il collo.
"Cumm cazz t permiett"
"Giada lasciala!"
Grida Ciro tirandomi verso di lui.
Mollai la presa però cercando ancora di dimenarmi.
Carmela ormai in lacrime, inizia a spiegare come Edoardo la stia tradendo con la chiattilla, cioè teresa.
"O VUÒ SAPÈ PCCHÈ T FA E'CORN?"
Mi guardò singhiozzando.
Prima che potessi parlare Ciro mi tappò la bocca.
"Carmè vatten"
Le Dice Ciro freddo, lei esce di casa piangendo.
Edoardo tira un pugno al muro e va in camera sua.
Rosa gli corre dietro.
Io mi limito a guardare stando ferma.
In quel momento mi arriva una telefonata.

Ciro Ricci

Sento un telefono squillare.
È di Giada, lo prende in mano per guardare chi è.
"Amò chi è?"
Le chiedo poggiandole le mani sui fianchi.
"Mamma"
Avvicina il telefono all'orecchio.
"Mamii"
"Giada"
Sento la voce di mio padre.
"C re don Salvatò, è succies coccos?"
Sospira.
"T'agg a ricr na cos"
Realizzò un attimo.
"Ric"
"C sta coccurun ca sta pruann a m'accirr"
"Si"
"E...oggi stavamo a Forcella e..."
"O, parl maronn mij"
"E m'ann truat"
"E quindi?"
"Hann sparat cocc colp..."
"T'ANN PIJAT?"
"Non a me..."
Spalancò gli occhi mentre cercava il mio sguardo.
"E chi hann pijat?!"
Sospira profondamente.
"Patt"
Mi accorgo che sta iniziando a tremare.
"Ehm-mh sta buon?
"..no.."
Alzò la sguardo cercando di trattenere le lacrime.
"È muort?"
Disse con un filo di voce tremolante.
"Si."
Abbassò il telefono dell'orecchio portandosi una mano in volto.
Passarono alcuni secondi e poi lanciò il telefono.
Portando anche l'altra mano in volto.
Le presi la guance tra le mani.
"Piccolì.."
Vedevo i suoi occhi riempirsi di lacrime.
La strinsi al mio petto.
Le era in silenzio, però sentivo il mia maglietta bagnarsi.
La staccai dall'abbraccio per guardarla in faccia, ma il suo sguardo è assente.
La abbraccio di nuovo.
Mi siedo sul divano cercando di elaborare la cosa, lei è ancora lì in piedi a fissare il vuoto.
Sento Rosa arrivare dall'altra stanza.
"Giadaaa"
Non le risponde.
Mi guarda come per chiedermi cosa stesse accadendo.
Io le faccio qualche segno con la mano per farle capire che è successo qualcosa.
Si avvicina a lei.
"Ou"
La scuote un po.
"Oooo! Ma pcchè nun m'arrispunn?"
Non le rispondo guardando il basso.
Entra anche Edo.
"O ma cre?"
Sospiro mettendomi una mano davanti alla bocca.
Si avvicina a Giada scuotendole un po la spalla.
"Cirù ma m vuò ricr c sfaccim sta succerenn?"
Mi alzo poggiando la il mento sulla testa di Giada incrociando le braccia davanti a lei.
Rosa accenna un mezzo sorriso.
"A ma cre v sit acccuppiat?"
"Si ma, non  è questo il punto"
"Ah...continua"
Mi dice Edo serio.
"Prima ha chiamato mio padre.."
Edoardo mi si avvicina minacciosamente.
"Vai al punto"
"È muort patt"
Spalanca gli occhi, Rosa si porta le mani alla bocca.
"Ma c staje ricenn?"
"Eduà, stevn cercann a patm...hann sbagliat a mir e hann pigliat a patt"
Prima che potessi finire completamente la frase, tirò un pugno al muro.

Giada Conte

Non ci potevo credere, anzi, non ci volevo credere...
3 minuti prima ero la ragazza più felice del mondo e adesso...non posso realizzare che mio padre è morto.ba

Edoardo Conte

"Mo vac a cercà stu piezz emmerd"
Dico nero di rabbia, apro il cassetto e afferro la pistola che era riposta al suo interno.
Ciro mi afferra per il braccio.
"Eduà nun fa cazzat"
Lo guardo minacciosamente"
"Nun m rombr o cazz cì"
Dico avviandomi all'uscita.
"Si accir coccurun turnamm all'ipm"
Merda, è vero.
"Tien ragion, o ricette paola"
"E va buo, c turnamm, ij m'aggia vendicà"
Dico sbattendo la porta.

Rosa Ricci

Lo odio quando fa così.
Per colpa sua torneremo all'ipm.
Mio fratello inizia a correre verso la porta.
"A ro vaje?"
"Vac cu iss"
Prima che potessi ribattere era già uscito.
Guardai Giada ma era sempre nella solita posizione.
Tornai in camera mia.

Ciro Ricci

"EDUÀ"
urlai raggiungendolo.
"C RE? TANT NUN M CUNVINC-"
"VOGL VENÌ CU TE!"
urlo.
"Simm cumpagn o no?"
Mi sorride passandomi la pistola.
"Fa chell che a fa"

Una Conte Ricci ||Ciro Ricci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora