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Questa settimana fuori dal carcere è volata;
Dopo tutto non sono così triste di tornarci, anche perchè non vedo l'ora di invitare tutti al mio matrimonio e di svelare a tutti che aspetto un mini Ciro.
Oggi dobbiamo tornare, ieri c'è stato il funerale di donna Wanda, al quale sono stata presente. Non amo i funerali, già ho fatto fatica per andare a quello di Pietro, ma l'ho fatto per Carmine.
Misi tutte le mie cose nello zaino assicurandomi di non dimenticare nulla, e poi io Ciro e Rosa tornammo all'ipm.
Edoardo disse che sarebbe tornato un pochino più tardi, ma non ci diedi peso, faccia cosa vuole.
Appena entrai la prima persona che vidi fu Beppe.
Gli corsi incontro per abbracciarlo.
Lui rimase sorpreso dal mio gesto, e mi diede subito un'occhiata storta.
"Cos'è tutto questo affetto?"
Chiede alzando un sopracciglio.
Sorrisi e iniziai dondolare continuando ad abbracciarlo.
"T'aggia ricr na cos"
"Mi devo preocuppare?"
Chiese ironicamente.
"Forse"
Alzò di nuovo il sopracciglio aspettando che continuassi.
"Sono incinta"
Spalancò la bocca.
"Giada ma stai scherzando?"
Disse sorridendo.
"No"
Dissi, lui mi strinse in un caloroso abbraccio.
"Sono troppo felice"
Sentimmo qualcuno sbraitare e ci girammo verso la persona che urlava rimanendo abbracciati.
Vidi Ciro che era salito sul tetto del carcere.
"Uagliuuu"
Sbraitò.
"Cazzo"
Sussurrò, poi cominciò a correre verso di lui.
"Ciro scendi"
Urlò.
"Aspiè, aggia ricr na cos"
"Dilla di sotto"
"Noo"
Rispose.
"UAGLIÙ, DIVENTÒ PAPÀ"
Tutti  cominciarono ad applaudire e a fischiare.
"Il 25 luglio mi sposo"
Continuò.
"CIRO ORA PERÒ SCENDI"
Urlò Beppe.
Ciro corse verso le scale e dopo poco era già sotto in cortile.
Mi prese in braccio baciandomi.
"Sangue mio"
Disse, poi prese a strapazzarmi di baci.
"Vita mia"
Disse continuando a baciarmi dappertutto.
Beppe ci divise.
"Ok ok, basta direi che può bastare"
Dopo poco arrivò il comandante a dirci una cosa.
"Ragazzi, seguitemi dalla direttrice"
Ciro mi prese per mano e ci avviammo dalla direttrice.
Appena arrivammo la direttrice aveva un sorriso a trentatré denti stampato in faccia.
"Ciao"
Ci salutò.
"Ho sentito delle due novità"
Disse ridendo.
"Auguri a tutti e due"
Mi vennero le lacrime agli occhi per la commozione, la direttrice se ne accorse e si alzò per venirmi ad abbracciarmi.
La strinsi fortissimo.
Appena la direttrice tornò dietro la sua scrivania Ciro mi sciugò le lacrime con il pollice.
"Ma pcchè chiagn amò?"
Disse sorridendo.
Non riuscivo a parlare per l'emozione, l'unica cosa che feci fu quella di affondare la faccia nel petto di Ciro.
La direttrice scoppiò a ridere e subito dopo ci diede due bellissime notizie.
"Vi devo dire due cosette"
Disse.
Mi calmai e mi sedetti sulle gambe di Ciro che mi stringeva cullandomi in un abbraccio.
"La prima è che per la settimana di matrimonio vi daremo un permesso anche per la luna di miele"
Ci fu un attimo di suspanse.
"E la seconda?"
Chiese ciro.
"E la seconda è che ho deciso di farvi un regalino"
Io non stavo capendo.
"Che regalo?"
Massimo si avvicinò sorridendo vicino alla direttrice.
"Abbiamo deciso che potrete stare in cella assieme per una  settimana"
Non potevo credere alle mie orecchie.
Mi scambiai degli sguardi con Ciro mentre il comandante e la direttrice ridevano.
"All'inizio doveva essere una cella di isolamento per i detenuti psichiatrici, però la abbiamo "modificata" per voi questa settimana"
Ero troppo felice, nulla poteva rovinarmi questo momento.

Edoardo Conte

Dovevo tornare all'ipm alle 8 di mattina in punto, ma sono le 9 e sono ancora a Forcella.
"Si nu strunz emmerd"
Disse Carmela in preda ad una attacco d'ira.
"Ma t vuò calma?"
Dissi arrabbiato.
"Avevi detto che eravamo io e nostro figlio la tua famiglia"
"E infatti lo siete"
Mi tirò uno schiaffo sulla guancia.
"Nunn'è over"
La guardai in silenzio.
"È una settimana che sei fuori dal carcere, una cazzo di settimana"
"E nemmeno una volta mi hai cercata, una"
Rimasi in silenzio guardando in basso.
"E lo sai perché?"
Disse alzandomi il mento con due dita.
"Pcchè stiv cu chella chiattil emmerd"
Disse cominciando a singhiozzare.
"E mo non piangere però"
Dissi poggiandole una mano sulla guancia.
Lei la respinse bruscamente, e mi tirò un calcio con i tacchi nelle parti basse.
Mi piegai a terra sofferente.
"IO TE LI TAGLIO"
Disse arrabbiata nera.
"Carmela, tu sei mia moglie e io ti amo"
Dissi con la voce un po spezzata dal dolore.
"Ma Teresa è un'altra cosa"
Mi calpestò con molta forza la pancia, e sputai del sangue.
"Ij t'accir"
"STAVOT T'ACCIR OVERAMENT"
Urlò, e poi cominciò a prendermi a calci.
Riuscii ad alzarmi ed indietreggiai, quando mi accorsi che dietro di me c'era una ringhiera.
"Carmela calmati"
Mi afferrò i genitali e li strinse fortissimo, mentre io stavo ancora vomitando del sangue.
"Ij traccir, e capit o no"
"Smettila"
Risposi.
Mi spinse.
Sentii il vuoto sotto di me e l'unica cosa che vedevo era Carmela che mi guardava dall'alto urlando il mio nome.
Appena toccai con il corpo la strada sotto di me, vedevo e sentivo ancora, anche se poco;
Sentivo Carmela sbraitare cercando aiuto mentre percepivo del sangue uscirmi dalla testa.
Non riuscivo a muovermi.
Questa è l'ultima cosa che ricordo.

Giada Conte

La direttrice ci fece vedere la stanza, e certo, non era come quella dell'hotel ma a me basta dormire assieme al mio futuro marito.
Mentre stavamo parlando con la direttrice, arrivò il comandante correndo.
"È ARRIVATA UNA CHIAMATA DALL'OSPEDALE"
Disse terribilmente scosso.
Iniziai a preoccuparmi, sentivo che era successo qualcosa a me.
"COSA È SUCCESSO?"
Chiese la direttrice.
"Edoardo, è caduto da un punto molto alto"
Sentii il mio cuore stringersi e spalancai gli occhi.
"Per fortuna l'ambulanza è arrivata in tempo e lo hanno portato un pronto soccorso, ma non sappiamo se sopravviverà o meno"
Non il mio cuore perse dei battiti e vidi tutto nero.

Time Skip

Mi risvegliai in infermeria.
Mi alzai velocissimamente e corsi a cercare qualcuno.
Ero in preda ad un attacco di panico non riuscivo a calmarmi e a smettere di piangere.
Salii le scale e mi avviai in cortile dove c'erano praticamente tutti comprese le guardie.
Corsi da Beppe singhiozzando, lui mi afferrò un pò spaventato.
"Perche non sei in infermeria?"
L'unica cosa che riuscivo a dire era il nome di mio fratello.
"Torna in infermeria"
Scossi la testa singhiozzando, dopo di che arrivò i comandante che iniziò a trascinarmi di peso verso l'infermeria, mentre io urlava come una pazza riuscii a liberarmi e corsi verso il cancello sbattendo sulle sbarre;
Arrivarono Lino e Beppe e mi portarono via di peso,
Poi vidi Ciro che scuoteva la rete del campo dei ragazzi mentre urlava il mio nome, poi ancora tutto nero.




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