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È passata una settimana da quando mi hanno sparata.
Ciro pur di venirmi a trovare si è fatto spaccare la testa da Edoardo, che è stato ricoverato anche lui ma non ha avuto modo di vedermi.
Ciro invece ogni giorno sgattagliola nella mia camera.
Dopo domani loro vengono dimessi, mentre invece io no.

Ero sdraiata sul mio letto, mi stavo annoiando perciò decisi di andarmi a guardare davanti allo specchio.
Mi alzai e mi sentii girare tutto e mi risedetti.
I dottori mi hanno detto di non alzarmi, ma io non li ascolto mai
Mi ripresi e mi rialzai.
Mi tirai su la maglietta e osservai i colpi delle pallottole.
Quei bastardi mi hanno rovinato il fisico, ora come farò a stare in costume con questi segni?
Sento la porta aprirsi e richiudersi velocemente.
"Ciro!"
Urlo.
Avrei voluto saltargli addosso, ma mi rendo conto che non posso per via delle cicatrici.
"Amore miooo"
Dice avvicinandosi.
Mi afferra il viso con le mani e mi lascia due bacini sulle labbra.
Mi sentii dinuovo girare tutto e mi aggrappai alle sue mani.
"O ma c re? Asiett"
Dice facendomi sedere.
Mi rialzai.
"No no, ce la faccio"
"Giada siediti"
Ribatte con tono autoritario.
"No"
Mi riavvio verso lo specchio.
Vidi tutto girare e diventare nero, poi vidi Ciro correre verso di me e poi tutto nero.

Mi risveglio con dei medici intorno.
"Si è svegliata"
Esclama uno.
"Signorina Conte, le avevamo detto di non alzarsi"
Non risposi.
"Cosa è successo?"
"È svenuta"
"Ah...perchè"
Perché durante la sparatoria ha peso molto sangue, le avevamo detto di non alzarsi proprio perché prima stavamo cercando qualcuno del suo stesso gruppo sanguigno"
"Lo zero negativo può donare allo zero positivo?"
"Certo"
"Allora me lo può dare mio fratello"
"Perfetto, lo andiamo a chiamare"
Uscirono dalla stanza, e dopo poco tornarono con Edoardo.
Mi attaccarono ad un filo al quale attaccarono anche Edo.
Vidi il sangue iniziare a scorrere.
Edoardo mi guarda e mi sorride.
"Adesso hai il mio sangue vita mia"
Sorrido.
"Ti voglio bene"

Time skip

Sono le 23.00.
I medici devono fare ancora degli accertamenti prima di dimettermi, mentre Edo e Ciro domani se ne vanno.
Meglio che io mi metta a dormire, domani una dottoressa mi ha promesso di farmi vedere Ciro.

Il giorno dopo

Apro gli occhi e la prima cosa che faccio è guardare l'ora.
"Cazzo"
Bisbiglio.
Ciro ed Edo se ne sono andati un'ora fa.
"Qualcosa la turba signorina?"
Mi chiede la dottoressa.
"Oddio, non vi avevo vista, che spavento"
Sorride, chiude le cartelle che stava guardando e con fare felice mi si avvicina.
"Lei è una tigre"
"Una tigre?"
"Si, una tigre"
Cosa vuol dire?
La guardai stranita.
"Ahaha, non mi guardi così, intendo solo che lei è guarita molto in fretta"
"Cioè?"
Chiesi.
"Dopo domani lei è libera"
Tirai un urlo di felicità.
"SIIIIII"
Abbracciai la dottoressa.
"Senta, ma per questi segni si può fare qualcosa?"
Dissi alzando la maglietta.
"Purtroppo no"
"Ah..."
"Annalisa"
Sentii urlare dal corridoio.
"Scusami devo andare"
Dice, poi si avvia fuori.
Volevo urlare.
Questi segni fanno davvero schifo, hanno rovinato il mio corpo.
Cazzo ora basta però, è da quando sono nata che per colpa degli affari di papà e di don Salvatore mi succedono sempre queste cose, ci sono sempre dei cazzo di problemi.
Ma ora basta, la testa non la girò più.
Ed è per questo che mi vendicherò.

Una Conte Ricci ||Ciro Ricci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora