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"Vogl chiagnr na lacrema, annascunnuta all'uocchje ro munn indifferent ca a guard e se ne va"
"Nun vogl parlà e niente, pcchè ogni parol è suo nu rummor p chi nun vuò capì"
"E o cor mij suspira, m ric: nun da retta, parl cu 'mme sultant"
"E io stongo a sentì"

"Edoardo ha i finito?"
Chiesi a mio fratello che continuava da tutto il giorno a parlare con il bambino che porto in grembo.
"E jaaa"
Mi rispose ridendo.
"Va buò ja fa chell c vuo tu"
Mentre dicevo questo sentì bussare alla porta.
"Ma chi è?"
Stavo per alzarmi ma Edoardo mi fermò.
Si alzò ed andò a vedere alla porta.
"Piecuro"
Quando pronunciò quel nome Ciro andò subito davanti alla porta.
"C vuò"
Chiede Ciro.
Io potevo solo sentire;
"Nient, agg saput e Giada"
"Volevo farle tanti auguri e portarle questo"
Ci fu un attimo di silenzio, poi sentii la porta chiudersi;
Dopo di che vidi Carmine in camera.
"Ciaoo"
Mi saluta.
"Ma si scem? C c faje a ca?"
Sussurrai.
"Scusami, è cchiù fort e me"
Dopo di che mi allungò una scatola.
"È p te"
La afferrai sorridendo e la aprii molto lentamente.
Dentro c'erano due orecchini d'oro per mamma e figlio.
"Come sono belli"
Esclamai.
"Grazie Carmine, ma non ti dovevi disturbare"
"Ma vaaa, cos e nient"
Mi alzai e lo abbracciai.
In quel momento arrivò Rosa in camera.
Corse verso la porta per chiuderla e saltò addosso a Carmine per baciarlo, io mi godevo tutta la scena;
"Amò c c faje ca?"
"Eeeeee"
Rispose.
"Ma quando me lo fate un nipotino anche voi due?"
"Eeee, vedremo"
Rispose Carmine, poi sentimmo la porta aprirsi e Rosa si staccò velocemente da lui.
Ciro incrociò le braccia con dietro mio fratello.
"Direi che il piecuro può andare"
Disse.
Carmine si avviò verso la porta e se ne andò salutando tutti.
Ciro si sdraiò sul letto con me accarezzandomi la pancia, così Rosa ed Edo uscirono lasciando intimità.
"Mangiamo fuori sta sera?"
"Si, perchè no"
Poggiò le labbra sul mio collo e mi sussurrò: "E dove vuoi andare di bello"
Ci pensai su un attimino.
"Decidi tu ja"
"Va beneeee"
Rispose, poi mi Lasciò un bacio sulla guancia e si alzò.
"ROSAAAAAAAAAA"
Urlò, tra un po mi spaccava i timpani.
Entrò assieme a Edoardo.
"O scè, ma c grir a fa"
Dice Edoarda.
"E t'aggia dicr na cosa"
"E sentiamo"
Rispose Rosa incrociando le braccia.
"Allora"
Lasciò un attimo di "suspanse".
Poi continuò: "dato che stasera io e l'amore della mia vita andiamo a mangiare fuori"
Disse indicandomi.
"Potete venire anche voi due con la Chiattilla"
Disse rivolgendosi a Edo, poi si abbassò all'altezza di Rosa e disse: "e il piecuro"
Rosa sorrise mordendosi il labbro e poi gli saltò addosso.

Nel mentre io stavo pensando già di mettermi il vestito Rosso che che ho comprato ieri con Rosa.

La giornata passò velocemente, stetti tutto il pomeriggio sul letto con Rosa a parlare di gossip del carcere e sul mio bambino, fin quando arrivò l'ora di prepararsi.
Indossai il vestito rosso e i tacchi, e Rosa mi aiutò con il trucco.
Mi mise un pò di eyeliner e del mascara, e poi mi fece delle bellissime labbra rosse.
Mi guardai allo specchio con lei al mio fianco; "il diavolo e l'angelo".
Decidemmo di andare ognuno con la propria macchina, perciò mentre io sarei stata da sola con il mio Ciro, Rosa sarebbe andata con Carmine.
"Giada ci sta Carmine ca abbasc, c verimmm la"
"Va buò"
"Ciao ciao"
Mi salutò.
Ciro era nell'altra nell'altra stanza da solo, perchè Edoardo è "volato" da Teresa poco fa.
Aveva una camicia Versace nera con tutti i ritocci dorati un pò sbottonata, dei jeans neri e la cintura.
Appena varcò la soia della si sprigionarono milioni dii farfalle nel mio stomaco.
Venne dietro di me e poggiò la testa sulla mia nuca accarezzandomi i fianchi.
"Si o sang mij"
Disse, per poi fondere le sue dolci labbra con le mie.
Mi prese per mano e ci avviammo in macchina.
Ciro aveva una range rover velar nera, e stare in quella macchina con lui mi dava una sensazione di protezione.
Ciro chiuse le portiere dall'interno e poi partimmo.

Dopo circa dieci minuti arrivammo in questo bellissimo ristorante sul mare, c'era pure il tramonto che rendeva il tutto ancora più magico.
Entrammo dentro mano nella mano ed un cameriere arrivò subito a servirci.
"Buonasera, lei è Ciro Ricci?"
Ciro rispose annuendo.
"Prego seguitemi"
Ci portò in un tavolo da sei persona, nel quale c'erano già Rosa, Carmine, Edo e Teresa.
"Buonaseraa"
Dissi salutando tutti, lo stesso fece anche Ciro.
Mi sedetti vicino a Carmine e a Ciro, ormai non c'è più bisogno di nascondere la nostra amicizia.

La serata fu fantastica, parlammo del più e del meno tra le battute di Edo e di Carmine, mentre il sole trovava riposo dietro al Vesuvio.
Quando ormai si fece buoi e i bicchieri si svuotarono, Ciro si inginocchiò davanti a me con una scatolina in mano.
Mi portai le mani alla bocca.
"Giada Conte, m vuò spusà?"
Avevamo tutto il ristorante con gli occhi su di noi, e mi vennero gli occhi lucidi.
"Si"
Appena pronunciai quella parola tutto il ristorante iniziò ad applaudire mentre io e Ciro ci lasciammo ud un appassionante bacio con la lingua.
"Ti amo"
Mi sussurò, poi mi prese in braccio baciandomi scatenando applausi ancora più forti, ed improvvisamente sentii di sottofondo "Amò ti aspetto all'altare".
"VIVA GLI SPOSI"
Urlò Edoardo salendo in piedi sul tavolo con un bicchiere di vino in mano, ma stranamente provocò un effetto domino su tutto il ristorante che alzò i calici in aria.

La stessa sera, Ciro scrisse su un muro dei Quartieri Spagnoli con una bomboletta spray la frase: "Giada e Ciro il 25 luglio sposi"
Che tralatro è pure la data del mio compleanno.
Il mio cuore si riempì di gioia solo pensando a quello che mi riserva il futuro.

Non vedo l'ora che nasca un Conte Ricci oppure una "Conte Ricci".

Una Conte Ricci ||Ciro Ricci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora