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Helen Pov

Era inizio giugno, faceva caldo, troppo caldo per me, non lo mai sopportato e sudavo, sia per il caldo, sia per l'agitazione, mi trovavo in ospedale per le visite che finalmente avrebbero dato la diagnosi al mio problema, anni di cure e niente era cambiato.

Dottore:"Helen"
H:"si"

Mi alzai dalla sedia ed entrai nello studio medico, tremavo e sudavo copiosamente, non ero nel migliore degli stati diciamo, mi sedetti di fronte a lui e già solo dal suo sguardo potevo capire che non c'era niente di bello.

Dottore:"finalmente abbiamo i risultati"
H:"è grave?"
Dottore:"lei è nata con una malformazione molto rara"
H:"ed è grave? Potrò avere figli con le giuste cure?"

Era la cosa che mi premeva di più, volevo avere figli, volevo essere chiamata mamma, era il mio più grande sogno fin da quando ero bambina

Dottore:"lei è nata con un'agenesia ovarica, non ha le ovaie, per cui..."

Non ascoltai cosa disse dopo, non avere le ovaie significa solo una cosa nessuna gravidanza, nessun bambino, non sarei mai potuta diventare mamma, avere la diagnosi dopo anni di visite, sentimenti contrastanti, finalmente avevo la diagnosi, ma pagando un prezzo troppo alto.

H:"grazie"

Uscita all'ospedale presi il telefono mandando un messaggio alle migliori amiche di sempre dicendo loro cosa era successo, ci rimasero male e furono comprensive, non vedevo l'ora di rivederle, forse così mi sarei distratta e non avrei pensato ai miei problemi, ma vivendo in regioni diverse ci avrei messo mesi per vederle, novembre era il nostro mese per andare a Firenze per rivederci e mancavano ancora mesi.
Arrivata a casa mi buttai subito a letto, non volevo parlare con nessuno nemmeno con il mio ragazzo.

Qualche mese dopo:

Finalmente novembre era arrivato, avevo appena messo piede a Firenze che le mie amiche mi balzarono addosso in un enorme abbraccio.
Diciamo che eravamo un bel gruppo di quattro città e regioni diverse, anche per questo ci potevamo organizzare solo una volta all'anno, tra gli impegni e lavoro era difficile vedersi oltre alle videochiamate.

G:"non vedevo l'ora di vedervi!"
Is:"anche io!"
A:"è già passato un anno, mi sembra volato"
H:"sono d'accordo"

Già sembrava volato per loro, ma per me gli ultimi mesi erano stati un agonia, tra la diagnosi e la rottura col mio fidanzato, sono stati mesi duri, che mi hanno fatto prendere una decisione per la mia vita e quella sera l'avrei detto anche a loro.

A:"andiamo all'appartamento?"
Is:"si, così mettiamo giù ste valigie"
H:"so stofa de tirala"
A:"Helen parla italiano"
H:"il bergamasco fa così schifo?"
Is:"più che altro non capiamo"
H:"ah perché ci vuole un genio a capire cosa ho detto? Ahahah"
G:"effettivamente l'avevo capito io"
A:"questo si chiama bullismo"
H:"allora andiamo?"

La casa non distava tantissimo dalla stazione, due camere da letto, due letti matrimoniali e uno singolo, cucina, bagno tutto per noi, una settimana che avrei trascorso nel più totale divertimento.

Is:"come capire che a Abbie piaccia allmight, la sua valigia"
A:"sentiiii lo fatta arrivare dal Giappone, adoro allmight lo sai!"
G:"si perché "lui è un vero Hero", giusto?"
A:"esatto! E poi parlate di me, ma Helen ha una felpa di Deku!"
H:"ed è morbida"

Allmight e Deku sono due Hero giapponesi che però con le loro gesta erano riusciti a superare il confine nazionale e diventare famosi in tutto il mondo.

Is:"dopo devi farmela provare"
H:"nessun problema"
G:"con Samuel? Più sentito?"
H:"no e mai più, visto come mi ha trattato"

Non che io l'avessi trattato meglio, come ragazza aveva una lagna vittima di merda, ma poteva fare un sacco di altre cose piuttosto che fare scenate.
Uscite dall'appartamento girammo la zona, in cerca di fumetterie e un supermercato per la cena, nessuna di loro si accorse che io in fumetteria non presi nulla, non potevo, non perché non avessi soldi, ma perché non avrei potuto portarle dietro.

H:"Abbie...il mio sushi non ti mangia lo sai?"

Si era seduta lontana da me, odiava e odia il pesce, figuriamoci il sushi, tornate all'appartamento ci eravamo sedute a mangiare, dovevo dire loro che ci saremmo viste l'anno prossimo, ma anche sentite meno, era difficile da dire, facevo fatica a trovarne il coraggio, tant'è che mi isolai, non prendevo parte alla loro conversazione.

G:"Helen? Non stai bene?"
A:"vero non hai ancora detto nulla"
H:"è solo che pensavo al fatto che mi mancherete"
Is:"bhe anche tu, ma la settimana è appena iniziata, non pensi di correre?"
H:"lo so, ma, ho preso una decisione che stravolgerà tutta la mia vita"
A:"e vabbè, aver lasciato Samuel non mi sembra sta strage"
H:"non è quello infatti, io non tornerò a Bergamo"
Is:"ti trasferisci? E dove?"

Ecco ora dovevo dirlo, non avrei mai potuto tenerlo nascosto, non era uno scherzo, non era una cosa facile da dire, loro mi guardavano curiose, sicuramente convinte che mi sarei trasferita in Italia.

H:"in Giappone"
Is:"ah"
H:"tornerò in Italia a trovarvi ovviamente, lo farò tutti gli anni"
G:"ma sei sicura? Cioè..."
H:"ci ho pensato a lungo, ho contattato un'amica che vive la, mi ospiterà da lei per qualche tempo"
A:"in Giappone, tu te ne vai in Giappone e c'è lo dici all'ultimo"
H:"lo so Abbie, ma volevo dirvelo di persona, insomma non è che posso scriverlo per messaggio"
A:"si ma è lontano! Anche sentirci sarà complicato!"
H:"no che non lo sarà"
A:"potevi almeno sentire il nostro parere"
H:"io vi voglio bene, ma...ho bisogno di cambiare aria"
A:"e non potevi farlo in italia?"

Sapevo perché era arrabbiata, in Giappone mi sarebbe stato più difficile rimanere in contatto con loro, ma ormai avevo deciso e di certo non avrei mai annullato tutto.

Is:"bhe dai, verremo a trovarti a Tokyo"
G:"si! Sarà divertente"
Is:"dovremmo goderci sta settimana"
G:"si, vogliamo tante foto da Tokyo!"
H:"va bene"
A:"ma vaffanculo"

Quella settimana fu fantastica ci divertimmo come mai avevamo fatto, al momento dei saluti ci fu un pianto generale, non ci saremmo viste per un lungo anno e io andavo dall'altra parte del mondo.
Genny ed Isabel furono le prime a partire, rimanemmo solo io e Abbie in stazione.

A:"potevi avere il nostro parere"
H:"mi avreste fermato, Abbie io ho bisogno di cambiare vita"
A:"cambiare vita non ti darà ciò che non hai"
H:"lo so, ma proprio per questo ho bisogno di ritrovare me stessa e stare per un po' lontana dagli ambienti famigliari mi farà bene"
A:"sei una bella egoista però, dovrei prenderti a sberle"
H:"lo so"

Fu cosi che salutai anche Abbie e il mio viaggio verso il sol levante, ebbe inizio.

Fine capitolo 1
Al prossimo capitolo ~

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