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Entrai in ufficio e come al solito mi diressi alla scrivania che mi era stata assegnata, mi sembrava un sogno iniziare a lavorare a tempo pieno qui in Giappone, sapevo anche che sarebbe stato massacrante ma non mi importava, avevo un contratto a tempo indeterminato, cosa che in Italia potevo sognare.

LB:"buongiorno Helen"
H:"buongiorno, sembri esausta, tutto bene?"
LB:"alcuni Hero mi hanno chiamato stanotte per un emergenza"
H:"lavoriamo con gli Hero?"
LB:"Certo, se ci sono di mezzo i bambini chiamano noi che credevi?"
H:"in effetti, non ci avevo pensato"
Gentle:"per questo ti serve un cellulare aziendale"
H:"un cellulare aziendale?"

Mi porse un cellulare ultimo modello che io non mi sarei mai potuta permettere neanche per sogno, lo presi e curiosai nella rubrica trovando i numeri di varie agenzie in giro per Tokyo, comprese quella di Allmight, Dynamight e Deku.
Aveva senso averli, ma il cellulare? Non mi sembrava di meritarmelo.

LB:"non sei contenta?"
H:"bhe un cellulare così, mi sembra troppo"
Gentle:"nulla è mai troppo se ci sono dei bambini di mezzo ricordatelo"

Quella frase mi rimasi in testa, lo è anche ora, non seppi cosa rispondere, aveva ragione.
Tornai al mio computer avevo dei moduli da compilare per un adozione, sulle prime non notai nulla di strano ma quando controllai il "curriculum" dei genitori adottivi qualcosa non mi tornava, sembrava tutto perfetto, troppo perfetto, lavoro stabile entrambi, eppure c'era qualcosa che non mi convinceva.

H:"scusa capo"
Gentle:"si?"
H:"questa famiglia ha adottato quattro bambini, con questo è il quinto, in meno di due anni"
Gentle:"si e quindi, ti sembra una brutta cosa?"
H:"no assolutamente, ma non ti sembra tutto troppo perfetto?"
Gentle:"che intendi? Abbiamo fatto i giusti controlli, sta tranquilla"

Continuai a compilare i moduli eppure quella prima impressione non se ne andava, c'era qualcosa che non mi tornava e niente mi faceva cambiare idea, c'era sotto qualcosa ma non sapevo cosa e soprattutto se era solo una mia idea, infondo di fondato non c'era nulla.

H:"L'ASSEGNO"
Gentle:"ah? Non è ancora tempo di paga"
H:"ma non la paga! A chi adotta un bambino non c'è un assegno per mantenimento?"
LB:"si e quindi?"
H:"cinque bambini in meno di due anni, cinque assegni, sono un sacco di soldi"
Gentle:"bhe sì, ma hanno entrambi un ottimo lavoro, quindi non è questo il caso"
H:"non significa che non vogliano più soldi però"

Entrambi mi guardavano come se fossi pazza e forse lo sembravo, ma quando lavoravo in Italia era successo più di una volta una cosa del genere, l'Italia è diversa dal Giappone ma si sa che quando si parla di soldi tutto il mondo è paese.

Gentle:"Helen"
H:"ok ho capito, sono io malfidente"
Gentle:"se vuoi essere sicura perché non accompagni tu insieme a Manami?"
H:"va bene"
Gentle:"Manami, se i sospetti di Helen si rivelano esatti chiama un Hero e portate via i bambini"
LB:"certo"

Alle tredici andammo a prendere il bambino per portarlo in quella casa, ma più la casa si avvicinava più mi sentivo sicura sui miei sospetti.
Arrivati a quella casa fummo fatte entrare e mentre Manami parlava con i due genitori, io andai nella camera dei bambini a lasciare le valigie del loro quinto figlio.

H:"bambini devo farvi una domanda, dovete essere sinceri"

Loro mi guardarono confusi, certo non era il massimo chiedere ora all'improvviso una cosa del genere, ma ora o mai più

H:"i vostri genitori come vi trattano?"
Bimbo:"ci trattano bene...."
H:"non mi sembri convinto"
Bimba:"quando siamo fuori casa ci trattano bene, ma quando siamo in casa...."
Bimbo2:"non ci trattano bene quando siamo soli con loro, quando ci siete voi o amici o qualcun'altro ci trattano bene"

Gli altri due bambini confermarono le parole dei primi due bambini, non era una bella situazione e se i genitori ci avessero cacciate?
Tornai in sala e chiamai Manami spiegandole cosa mi avessero detto i bambini, senza ovviamente farci sentire dalla coppia

LB:"Helen scusa ho dimenticato dei documenti in macchina"
H:"ah sì certo"

Uscì di corsa e presi il telefono per chiamare qualche Hero, potevo fare qualsiasi numero ma alla fine chiamai Deku.
Tornai in casa e andai in camera dai bambini per farli vestire, dovevamo portarli via da quella casa e alla svelta.

Signora:"che sta facendo con i miei figli?"
H:"i bambini mi hanno detto come li trattate"
Signora:"e lei ci crede?! Guardi la casa! La camera! Non li facciamo mancare nulla! Caro ci vogliono portare via i bambini!"
Signore:"COME VI PERMETTETE! NON NE AVETE IL DIRITTO"
H:"possiamo farlo e si crediamo ai bambini!"
LB:"abbiamo tutto il diritto di farlo invece, noi ve li abbiamo affidati infondo"
Signora:"no invece!"
Bimbo:"ho paura signorina"
H:"tranquillo"

Mentre io, Manami e i genitori dei due bambini litigavamo perché loro non ci facevano uscire, arrivò Deku che riuscì a calmare gli animi, io portai i bambini in macchina al sicuro.

Bimbo2:"grazie signorina"
Bimba:"ma quello è deku! Ci ha salvato Deku"
Bimba2:"ma anche la signorina gentile"
LB:"Helen"
H:"si?"
LB:"puoi parlare tu con Deku e spiegare la situazione? Io porto i bambini in una casa famiglia"
H:"certo"

Salutai i bambini e rimasi lì con Deku e i poliziotti arrivati con lui, i miei sospetti erano fondati, adottavano i bambini per avere i soldi dell'assegno, anche se lavoravano in ottime ditte le paghe erano basse e così trovarono il modo per avere i soldi.

D:"Helen giusto? Sei straniera?"

Non mi sorprese che non avesse riconosciuto, chissà quante persone aveva salvato da quando aveva salvato me, ma non mi importava, non ci volle molto però...

H:"sono italiana"
D:"ita...aspetta! Ma sei la ragazza con cui non riuscivo a comunicare! Il villain di fango"
H:"mi hai riconosciuto?"
D:"difficile dimenticare una ragazza che mi chiede in inglese una foto"
H:"ahah...si"
D:"devo farti delle domande di routine, come hai capito della truffa?"
H:"vorrei dire "intuito", ma in Italia è una cosa che viene fatta spesso"
D:"capisco, insomma, molti per i soldi farebbero di tutto"
H:"comunque grazie per essere venuto subito"
D:"non sopporto chi fa del male alle persone, specialmente coi bambini"
H:"nemmeno io"
D:"perché non sei un Hero? Saresti perfetta"
H:"volevo lavorare coi bambini"

Quella fu la prima conversazione concreta con l'uomo che in futuro sarebbe diventato mio marito, ma al tempo pensavo solo alla fortuna che avessi nel poter parlare con il mio Hero preferito e nel poter lavorare con lui in caso di necessità, non sapevo ancora che lui sarebbe riuscito non solo ad amare i miei pregi e i miei difetti ma anche a fare avverare il mio più grande sogno.

Fine capitolo 6
Al prossimo capitolo

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