Quella sera tornai a casa molto più tardi del solito, alle ventuno varcai la porta più che esausta, la polizia mi fece tantissime domande, domande che erano scontate, ma di prassi quindi non avevo scelta.
Buttai lo zaino all'entrata e andai dalle ragazze che erano già in pigiama e pronte per andare a letto tra qualche ora.
Le salutai con la mano e andai a farmi un bagno caldo, dopo una giornata del genere ne avevo bisogno, rimasi a mollo per quindici minuti buoni finché Arya non entrò dicendomi che la cena era pronta, solo allora uscì dall'acqua, misi il pigiama e raggiunsi le altre.A:"com'è andata? Sembri esausta"
H:"non lo sembro, lo sono"
Is:"ci credo, abbiamo sentito, o almeno, Arya ci ha spiegato cosa dicevano al telegiornale"
H:"avete guardato il telegiornale?"
G:"si, Arya è tornata dicendo che eri in TV"
Arya:"scusa Helen"
H:"fa nulla tranquille"
Is:"un brutto caso eh?"
H:"abbastanza ma cambiamo argomento, Arya hai tirato su i panni che erano stesi fuori?"
Arya:"accidenti! Me ne sono dimenticata! Scusami Helen"
H:"finisco di mangiare e li vado a prendere io"Finimmo di mangiare mezz'ora dopo, quando eravamo tutte insieme era sempre così, ci perdavamo nelle chiacchiere ignorando tutto il resto, ricordo la prima volta a Firenze, due ore per mangiare una pizza, Arya cominciò a sparecchiare mentre io andai in camera mia e uscì sul terrazzino, l'unico modo che avevo per arrivare al terrazzino era dallaia stanza, l'aria era fresca ma tutto sommato si stava bene, presi il cesto dei panni e cominciai a tirarli su.
A:"Helen"
H:"ah Abbie, è successo qualcosa?"
A:"più o meno"
H:"più o meno? Che hai combinato?"
A:"ti arrabbierai"
H:"bella premessa per iniziare un discorso"
A:"quando sei arrivata qui, Samuel ti ha chiamato vero?"
H:"si, ma come fai a saperlo?"
A:"subito dopo ha chiamato anche me, io ero ancora arrabbiata, troppo arrabbiata e così...gli ho chiesto se ti poteva riportare indietro in qualche modo"Non mi sorprese, non quanto lei si aspettasse almeno, Abbie era sempre, anzi, è sempre stata, la più permalosa tra di noi, quindi il fatto che avesse chiesto a Samuel di riportarmi a casa in qualche modo, ad avermi sorpreso era il fatto che lui avesse chiamato Abbie.
H:"capisco"
A:"non mi aspettavo che arrivasse a tanto presentandosi qui e minacciandoti! Davvero"
H:"tranquilla, ma allora ti faccio una domanda sei partita per l'America, cosa ti ha fatto cambiare idea tanto da farti partire?"
A:"ho capito perché te ne eri andata, non sei scappata, eri stanca di essere guardata con pietà e compassione vero? Anche noi ti guardavamo così?"
H:"....non credo lo faceste volontariamente, in più io stavo male, ingigantivo qualsiasi cosa, ma non hai risposto"
A:"ero stanca della vita che facevo in Italia, la vecchia mentre ero a Firenze ha venduto il mio negozio"
H:"ah vecchia troia come al solito"
A:"purtroppo poteva, era intestato a lei lo stabile, voleva che mi sposassi con uno schifoso avvocato cinquantenne"
H:"e che schifo"
A:"già, quindi ho preso i miei risparmi e via"Mentre chiacchieravamo finii di tirare su i panni e rientrammo, cominciava a fare troppo freddo per stare fuori, appena dentro chiusi la porta finestra e le tende per poi sedermi sul letto a piegare i panni, anche Abbie si sedette sul mio letto aiutandomi a sistemare, ma nessuna delle due riprese la conversazione, forse entrambe eravamo scappate dai problemi, ma almeno eravamo felici.
Is:"ma i panni si sono moltiplicati? Siete state fuori per un quarto d'ora"
H:"ma no, ci sono anche delle cose vostre, non so cosa è di chi ahahah"
G:"Helen domani sei con noi tutto il giorno?"
H:"Fino anche non partite"
Is:"quindi ci porterai in giro tu"
H:"pensavo di andare a Nara"
A:"Nara? La città con i cervi?"
H:"si non ci sono ancora stata, vi va?"
Is:"si!"
Arya:"io ci sono stata, vi divertirete un sacco senza di meeee"
H:"ma dopodomani non è il tuo giorno libero?"
Arya:"ah già, allora vengo anche io"Finiti di sistemare i panni decidemmo di andare a letto, tutte esauste per via della giornata, loro a scoprire Tokyo, mentre io al lavoro con quei bambini.
Durante la notte un messaggio al telefono aziendale mi fece svegliare di soprassalto per via della notifica.
Presi il telefono e guardai chi fosse, era Manami, strano pensai, alle quattro del mattino non mi aveva mai scritto, lo lessi subito:"scusa Helen per l'ora, sicuramente starai dormendo, ma i bambini sono arrivati ora a casa della nonna materna a Kyoto, tra un mese ci sarà l'udienza per togliere definitivamente i bambini a Kotaro Shimura e mandarlo in prigione, ci dovrai essere anche tu per fare sentire le registrazioni che hai effettuato e come testimonianza delle parole del piccolo Tenko Shimura, ci vediamo lunedì al lavoro o prima se c'è qualche emergenza, per qualsiasi cosa chiamami"
Un udienza? Non era di certo un problema, col cazzo che quei bambini sarebbero tornati da quel mostro infimo del padre, ma anche la madre deve aver qualche problema visto che non li proteggeva, forse ne aveva paura? Non mi importava, una madre dovrebbe proteggere i figli a prescindere.
Non riuscì più a prendere sonno, non era la prima udienza a cui avevo partecipato, ma qualcosa mi metteva angoscia, e non capivo nemmeno io cosa.
Alle sette e trenta decisi che era ora di alzarmi per fare colazione e lavarmi i denti, anche perché un rumore attirò la mia attenzione.Is:"giorno Helen"
H:"già sveglie?"
A:"Arya non è esattamente un gatto, ha fatto cadere delle tazze prima di uscire due minuti fa, non hai sentito?"
H:"mi sono alzata per questo, è uscita?"
Is:"di corsa"
H:"ecco quello, non lo sentita uscire, facciamo colazione? Poi devo pensare a dove portarvi"Fine capitolo 10
Al prossimo capitolo ~