33.

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Tornati a casa cercai subito di contattare Oboro ma con scarsi risultati, li avevo lasciato almeno una decina di chiamate, perché non rispondeva? Era strano che mi ignorasse non l'aveva mai fatto.
Magari era occupato? Ma anche se era occupato un minuto l'aveva sempre trovato per me.
Cominciai a camminare avanti e indietro per l'appartamento.

D:"Helen magari è occupato dai porta pazienza, intanto ti ho rimediamo il colloquio con il giudice, domani mattina"
H:"occupato o no di solito risponde subito"
D:"ma anche se risponde, lui è in Italia no? Come pensi ti possa dare una mano?"
H:"ha dei contatti"
D:"non mi piace la piega che sta prendendo questa storia, giocare sporco..."
H:"perché lei come sta giocando Izuku? Chi la fa l'aspetti"
D:"su questo sono d'accordo però....non saremmo tanto diversi da lei se facciamo così, piuttosto riposati, hai delle occhiaie da fare paura"
H:"noi siamo diversi! Noi lo facciamo per il bene di una bambina, lei..."
D:"e cosa pensi di fare?"
H:"troverò il modo, tu non devi lavorare?"
D:"si, ora vado ma tu promettimi di riposare un po', per favore"
H:"non ti preoccupare"

Ci salutammo con un bacio, lo guardai andare via, non volevo stare sola, non avevo modo di distrarmi così, andai anche a fare il bagno, immersa in vasca potevo solo pensare a come muovermi se Oboro non mi avesse risposto, ma che cazzo stava facendo? In Italia erano solo le 23 ora, figuriamoci se era a letto, quello prima delle due mica ci andava.
Finì per appisolarmi, si stava bene e le ore di sonno arretrato erano piombate addosso come una cannonata, mi svegliai solo perché senti il telefono squillare, non guardai nemmeno chi fosse, risposi e basta.

H:"pronto?"
Oboro:"ma chiamarmi meno volte? Cos'è? Ti manco così tanto?"
H:"ho bisogno del tuo aiuto"
Oboro:"izuku ti picchia?"
H:"no, ma c'è una situazione strana"

Li spiegai tutta la situazione per filo e per segno, cosa che mi occupò almeno mezz'ora buona, lui ascoltò in silenzio senza dire nulla.

Oboro:"situazione del cazzo"
H:"grazie al cazzo oserei dire, Oboro puoi aiutarmi?"
Oboro:"si, non è un problema, devi darmi un po' di tempo"
H:"domani devo andare dal giudice, guadagnerò qualche giorno"
Oboro:"per forza, lo dirò anche ad Izuku, fatti dare il tuo distintivo"
H:"Grazie"
Oboro:"di nulla, ora torno a dormire"
H:"già dormivi?"
Oboro:"si Helen già dormivo, ci sentiamo"

Solo in quel momento mi resi conto che ero ancora nella vasca da bagno, uscì ma prima di mettere l'asciugamano vidi il mio riflesso allo specchio, Izuku aveva ragione ero distrutta, ma ad attirare la mia attenzione fu la cicatrice che avevo ad altezza ventre, la stronzata che avevo fatto tre anni e mezzo prima, era lì sulla mia pelle, indelebile.
Presi l'accappatoio e chiamai Abbie.

A:"ciao Helen, tutto bene?"
H:"sono esausta"
A:"ci credo, Nana si è appena addormentata, sono esausta anche io, Toshi mi ha raccontato di quella troia"
H:"non me ne parlare, ma la ribalto quella"
A:"hai nasato qualcosa?"
H:"si, forse sono solo fantasie mie...ma era strano"
A:"uccidimi"
H:"perché?"
A:"Nana si è svegliata, ci sentiamo Helen"
H:"va bene, ciao"

Lanciai il telefono sul letto e io lo seguì, sprofondai nelle coperte e mi addormentai definitivamente.
Quando mi svegliai ormai era buio, la luce in salotto era accesa ma non sentivo rumori, Izuku era tornato ma come aveva cenato? Lui era negato in cucina.

H:"IZUKU"
D:"non urlare!"
H:"CON COSA HAI CENATO?"
D:"sushi!"
H:"arrivo"
D:"stai lì! Te lo porto io"

Presi la coperta e andai in sala, era seduto al solito posto, non li vedevo il volto, solo quando lo raggiunsi e li baciai la guancia capii, vidi l'enorme macchia rossa sulla fronte che colava sul tavolo, sul tavolo non c'era la cena, bensì il kit di pronto soccorso.

H:"come te lo sei fatto?!"
D:"non è nulla è più sangue che taglio"
H:"non è quello che ho chiesto!"
D:"Helen"
H:"tieni i capelli"

Pulì la ferita che per fortuna non era profonda ma era comunque un bel taglio e ovviamente lui sminuiva il tutto come al solito, non si prendeva mai cura di sé stesso, mi faceva arrabbiare quando si comportava così, irresponsabile ecco cos'era.

H:"izuku...ti ho detto mille volte che devi stare attento"
D:"lo so...ho provato a pedinare quella donna...vive bene Helen non...'
H:"vive bene e abbandona una bambina?"
D:"non saprei che dirti... credo solo che prenderemo un calcio nel culo"
H:"Ho parlato con Oboro mi aiuterà e ho di nuovo il permesso di usare il distintivo"
D:"eh?!"
H:"sarò io a darli un bel calcio nel culo vedrai"

La mattina dopo mi alzai di buon'ora, avevo un appuntamento con il giudice alle otto, quindi non potevo tardare, salutai Izuku ed uscì.
In tribunale ci arrivai mezz'ora dopo, appena in tempo per l'appuntamento, la segreteria mi fece accomodare nel suo ufficio, era la prima volta che ci andavo da sola, di solito ero con Manami o con Gentle, questa cosa mi rendeva un po' nervosa.

Giudice:"Helen è da un po' che non ci vediamo"
H:"mi dispiace averla disturbata ma volevo parlarle per la bambina"
Giudice:"si lo so, non ho ancora deciso nulla se vuoi saperlo"
H:"potrebbe rimandare la decisione?"
Giudice:"Deku mi ha accennato la questione, hai dei sospetti giusto?"
H:"esatto, ho il permesso del mio vecchio capo per investigare, ho il mio distintivo, una settimana, mi dia una settimana"
Giudice:"solo una settimana? Sicura?"
H:"si"
Giudice:"va bene, hai una settimana, se non mi porterai nulla la bambina tornerà alla madre"
H:"va bene, grazie"
Giudice:"di nulla, ammetto che anche io ho trovato strana quella donna, vuoi il suo fascicolo?"
H:"si grazie"

Uscì dal suo ufficio con il fascicolo di quella donna, mi misi subito a leggerlo in un bar, nessun precedente, niente di strano, studentessa modello, niente di utile, ero da punto a capo, c'era anche il suo indirizzo, forse avrei dovuto farli una visita.

Fine capitolo 33
Al prossimo capitolo~

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