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*NOTE AUTRICE* BENTORNATI!! (E Bentornata a me!) Sono super felice di postare il primo capitolo di questo sequel (N.B.: questo è il sequel di "Avrò cura di te" pertanto è necessario leggere il primo "libro" per capirci qualcosa!)
Comincio col dire che lo so... faccio veramente schifo a dare i titoli ai libri... ma spero che il contenuto sia nettamente meglio!
Questo è stato un libro sudatissimo, perché per due anni ho avuto solo una vaga idea sul come doveva essere la trama... poi il 7 maggio 2023 mi si è accesa una lampadina in testa e la trama mi è uscita dal nulla creando... beh, creando quel che leggerete!
In cuor mio mi auguro di non avere più la geniale idea di scrivere storie così lunghe, perché fatico tantissimo a trovare tempo e idee per starci dietro. Comunque "Sui tuoi passi" troverà il suo lieto fine qui... (lo troverà? In fin dei conti parliamo di un uomo morto.) ...
Ma nonostante la tristezza e la malinconia che contengono questo libro sono contenta di aver raggiunto questo traguardo!
Come la scorsa volta i capitoli saranno pubblicati una volta a settimana (per creare Suspence e per permettermi di avere sette giorni per revisionare ogni capitolo!) tuttavia se trovate errori grammaticali o buchi nella trama vi prego di avvisarmi! (P.s. Di buchi nella trama ce ne saranno fino all'ultimo capitolo, quindi non stupitevi se questo primo capitolo vi lascerà molto amaro in bocca e una carrellata di domande e dubbi!)
Spero non mollerete se i primi capitoli sono lenti... purtroppo sono necessari per creare la cornice di quella che poi sarà la storia vera e propria... nel frattempo...
Buona lettura!



Peter odiava l'attesa, la tensione, il non sapere... odiava quel posto.
Aveva un vago ricordo dell'ultima volta in cui aveva visto i suoi genitori lì... e molto più vivido era quello di zio Ben. Ogni volta che entrava in un ospedale a Peter sembrava di sentire l'ultimo respiro di suo zio vagare per i corridoi... e quasi aveva voglia di scappare!
La sala d'attesa pullulava di malati, com'era da immaginare. Una signora aspettava stesa in una barella, con il viso completamente fasciato, a parte due piccoli buchi sul naso per respirare; un anziano invece osservava Peter con compassione... forse perché entrambi erano lì da ore in attesa. C'era un tizio che perdeva sangue dal naso e uno che si reggeva un braccio inerme... una signora lamentava dolori alla pancia e un bambino piangeva e vomitava in un sacchetto, attirando continuamente l'attenzione degli infermieri, che aspettavano il primo dottore disponibile a visitarlo. Altri invece non avevano apparentemente nulla, ma aspettavano quieti il loro turno al pronto soccorso. Peter era forse il più preoccupato, sebbene fosse solo un accompagnatore... e con il suo viso verdognolo e la tremarella alle ginocchia, sembrava il paziente più malato di tutti, tanto che più volte gli infermieri si fermavano a chiedergli se aveva bisogno di stendersi.
Finché Peter non decise che stare seduto non avrebbe giovato né a lui, né a tutti i pazienti che lo fulminavano con lo sguardo... fu in quel momento che si decise ad alzarsi, cominciando a camminare avanti e indietro per la sala... creando forse ancora più irritazione. Non faceva che osservare l'ambulatorio numero 7 in attesa di un qualunque segno di vita...
Ma insomma! Quando ci stava mettendo quel dottore?
Un infermiere si fece largo fra i pazienti, preceduto dalla barella che stava spingendo, intimando alla gente di non sostare nel mezzo del corridoio dove dottori e infermieri dovevano avere la possibilità di muoversi liberamente. Sicché Peter fu costretto dapprima a schiacciarsi contro la parete, poi a sedersi, per non beccarsi ulteriori occhiatacce.
E così cominciò a tamburellare il pavimento con un piede, torturandosi l'altro ginocchio con le unghie per reprimere l'istinto di portarsele alla bocca e strapparle a morsi. Era terribile! Era lì da almeno otto ore e non ce la faceva più! L'attesa lo stava uccidendo, e più era costretto ad aspettare, più pensava al peggio. Tuttavia in quel momento non voleva essere in nessun altro posto: per una volta nella vita che riusciva ad essere di sostegno, anziché essere il sostenuto!
Il rumore degli ambulatori che si aprivano lo facevano scattare in piedi ogni volta, ma fin ora il numero 7 era rimasto ben chiuso... mandandolo in paranoia ogni minuto di più.
Ad un certo punto tentò anche di calmarsi sorseggiando una Coca Cola alle macchinette, ma la caffeina gli entrò nelle vene nel giro di qualche minuto, non facendo altro che aumentare l'agitazione di Peter... che alla fine si decise a puntare dritto all'ambulatorio e bussare una volta per tutte: erano ore che aspettava!
Si sforzò di finire la bibita sotto gli occhi stralunati di un probabile tossico... e quando si voltò verso gli ambulatori, scoprì che il corridoio e la sala d'attesa erano ancora più affollati di prima, ricordandogli in ogni minimo dettaglio il giorno in cui aveva aspettato invano che zio Ben uscisse dalla sala operatoria vivo e vegeto. Peter per poco non si sentì mancare!
Puntò dritto verso l'ambulatorio 7, incapace di attendere un minuto di più. Neanche sapeva perché gli avessero intimato di aspettare fuori!
Si fece spazio sgomitando nel corridoio mentre un'altra infermiera insisteva affinché gli accompagnatori, esclusi quelli per anziani e minorenni, aspettassero fuori per diminuire il caos. Peter non vi badò, e quando riuscì a raggiungere l'ambulatorio 7 non si curò nemmeno di bussare: aveva spettato abbastanza!
Aprì la porta e quasi non cadde a terra nella fretta di entrarci, pronto a dirne quattro al dottore a cui aveva esplicitamente detto di tenerlo costantemente informato...
Ma fu quando il nervosismo si dissipò, permettendogli di mettere a fuoco la stanza, che si accorse di trovarsi di fronte ad un'anziana con i pantaloni calati fino alle ginocchia e le mani alzate sopra la testa mentre il dottore gli osservava una coscia maciullata da una probabile caduta...
Peter sussultò, arretrando e arrossendo, mentre l'anziana si copriva e il dottore si alzava con un'espressione talmente infastidita che in quel momento avrebbe potuto lanciarlo fuori dalla finestra. Peter intanto, più guardava la signora e più gli prendeva la consapevolezza di aver appena fatto una delle figuracce peggiori di tutta la sua vita... era talmente inorridito da non riuscire nemmeno a distogliere lo sguardo.

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