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*NOTE AUTRICE* Non voletemene per i ritardi ragazzi! Questi capitoli li sto revisionando completamente e una settimana mi basta a stento!
Comunque, si può dire che io ce l'abbia fatta anche oggi! Sarete occupati con Sanremo ormai, ma il mio dovere l'ho fatto!!!


Dopo quasi sei ore di viaggio, con un equipe medica che Tony aveva praticamente rapito dall'ospedale, atterrarono nel wakanda. Peter era stato tutto il tempo seduto accanto a May nonostante i medici lo avessero esortato a lasciarle spazio, e lei nel frattempo non aveva dato nessun segno di vita... se non quel flebile respiro che faceva rimanere tutti con il fiato sospeso.
Guardando Tony di sottecchi, Peter non aveva potuto che pensare che quella doveva essere stata anche la sua stessa condizione di due anni fa... forse fisicamente era stato anche peggio, perché Peter si ricordava come se fosse ieri il momento in cui il reattore ARC aveva smesso di funzionare: gli aveva visto il braccio e il volto mezzi bruciati.
Eppure adesso la pelle era liscia e gli rimaneva solo una piccola cicatrice lungo il collo... senza contare che ora era più in forma che mai...
Peter sentiva di poter sperare lo stesso destino anche per May.

Tony aveva passato gran parte del tempo al telefono, parlando con l'equipe medica wakandiana che aspettava May e ormai era stata informata nel dettaglio delle sue condizioni cliniche.
Quando le porte dell'elicottero si aprirono, dunque, Peter vide sei medici farsi prontamente avanti per far scendere il lettino di May, aiutati dall'equipe con cui avevano viaggiato.

<< I parametri vitali sono rimasti stabili per tutto il viaggio. >> vennero subito informati, mentre tutti collaboravano per sostenere la barella affinché le gambe si aprissero e le ruote si potessero posare al suolo...

<< Bisogna portarla immediatamente nella sua stanza e cominciare con la terapia. >> esclamò il medico che l'avrebbe presa in carico durante la cura, facendo un cenno agli altri di trasportarla immediatamente dentro.

<< Peter, va pure... >> lo avvertì Tony, facendogli cenno di seguire May per poi voltarsi verso l'equipe di New York. Peter lo vide staccare quattro assegni di chissà quale cifra e darli ad ogni medico che li aveva accompagnati, per poi spedirli nell'elicottero per farli tornare a casa mentre recuperava il cellulare per fare un'altra chiamata.
In un altro momento lo avrebbe ringraziato di cuore, perché in quelle ultime ore Tony sembrava un angelo custode! Gli sarebbe corso immediatamente fra le braccia, se solo non avesse continuato a sentirsi investito da un treno ogni volta che valutava l'idea di concedergli un'altra possibilità. O anche solo un ultimo gesto confidenziale prima di allontanarlo definitivamente: scelta che aveva fermamente preso dopo la doccia in casa sua e che non aveva intenzione di rivalutare.
Peter doveva smetterla con questo attaccamento morboso... era una vita che viveva di ultime confidenze che non portavano mai a nulla! L'ultimo bacio... anzi, quelli che erano diventati addirittura gli ultimi tre baci!; l'ultimo saluto; l'ultima volta che gli rivolgeva la parola; l'ultima volta che si faceva toccare...
Il rapporto con Tony ormai era fatto di "ultime volte" che alla fine non erano mai le ultime: ogni confidenza era diventata "un'ultima volta" in attesa della prossima occasione per ricascare di nuovo nello stesso schema. Non poteva più sopportarlo. Ora Peter aveva assoluto bisogno di stabilità, perché dopo May e dopo Michael rischiava seriamente di ricadere nella stessa disperazione iniziata due anni fa dopo il funerale.
Correre fra le braccia di Tony adesso sarebbe stato come prendersi per il culo da soli! 

Accantonò subito l'idea di cercare l'ennesimo contatto e si concentrò su May, seguendo i medici del Wakanda e afferrandole una mano tiepida. Li aiutò a guidare la barella su per la rampa... cercando di non svenire per la preoccupazione. Si sentiva morire dentro ogni secondo passato a guardarla: avrebbe dato la propria vita per vederla aprire gli occhi!

Giunsero al reparto in un paio di minuti che a Peter parvero infiniti... e quanto gli chiesero di farsi da parte per lasciare May agli esperti, cominciarono persino a fischiargli le orecchie... era circondata da così tanti medici e infermieri che una parte di lui non faceva che pensare a quanto potesse essere grave la situazione se richiedeva così tanto personale medico!
Eppure della sua preoccupazione nessuno se ne fece nulla, perché nel giro di un altro paio di minuti si trovò ugualmente da solo nel corridoio con pensieri orribili che gli frullavano in testa, cercando quasi inutilmente di auto consolarsi. Provò ad accomodarsi sulle sedie, ma era tutto troppo sconvolgente per premettere alle proprie gambe di riposarsi. Cosa sarebbe successo a May? Si sarebbe risvegliata? Quando? Fra due mesi, come Tony? Sarebbe resistito ad aspettarla per così tanto tempo? Beh, almeno Tony si era risvegliato! Avrebbe avuto una seconda opportunità anche lei?
Cominciò a camminare avanti e indietro per il corridoio... imponendosi di pensare positivo... come avrebbe fatto lei! Dopotutto ancora respirava quando erano entrati in reparto! Se solo Tony non avesse proposto di accompagnarla nel wakanda, mettendo a disposizione il suo velocissimo jet privato, probabilmente lei a quest'ora sarebbe già...
Non ci voleva pensare.
Nell'agitarsi ripetutamente in cerca di un qualunque barlume di speranza, si accorse che Tony non si era intrattenuto molto con la partenza dei medici... e che ora lo stava fissando attraverso la porta a vetri del reparto... aveva una mano ferma sulla maniglia e sembrava indeciso se entrare o meno.
Peter si bloccò sul posto, fissandolo a sua volta... aveva il solito portamento fiero che solitamente scuoteva Peter fino all'anima, ma il viso era segnato dalla stanchezza così tanto che sembrava sul punto di collassare... forse si sentiva in colpa per May?
Peter si passò una mano sul viso... non doveva guardarlo! Gli rendeva le cose più difficili, perché ci teneva troppo alla determinazione che aveva maturato dopo la doccia... ma con quella faccia da cucciolo bastonato sarebbe stato ancora più difficile fargli sapere che doveva andarsene immediatamente. Per sempre questa volta!
Non poteva vivere in quel limbo. Non poteva avere accanto una persona che avrebbe voluto baciare e prendere a pugni allo stesso momento. Erano settimane che passava da un'emozione all'altra per colpa sua e se erano solo bugie quelle che voleva donargli, era meglio allontanarsi immediatamente. Chiudere anche con gli Avengers! Anche se odiava l'idea di non poter più sentire il suo profumo o le sue battute sarcastiche, di non poter più farsi fissare da quegli occhi caldi o fare salti di gioia come quando Happy veniva a prenderlo per portarlo alla Stark Industres. O ancora... sentire il cuore esplodere nel petto come nelle ultime caldissime avance che gli aveva fatto a discapito della relazione con Michael.
Doveva farlo per forza, doveva allontanarsi, perché tutte quelle bellissime emozioni assumevano una nota amara sapendo la verità... doveva farlo, anche e se la sola iniziativa di parlargli per cacciarlo lo mandava totalmente nel panico.

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