5. hai ragione.

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<codini!>
di scatto mi girai

<si, treccine?>
risposi risalendo la scalinata

<ho l'impressione di averti già vista, sai?>

"che sorpresa"
pensai ironica

<wow treccine, vedo che sei ben aggiornato della situazione>

<tu credi, Manson?>

<non infastidirmi Kaulitz, sono qui perché obbligata, non avrei mai voluto conoscerti>
ridacchiai

<stesso per me codini>
disse prima di afferrarmi per l'avambraccio e trascinarmi al di dietro del palco.

<ma che cazzo di problemi hai?>
dissi velenosa

<dovresti ringraziarmi, stava venendo tua madre>
spalancai gli occhi

<senti codini.. so quello che passi, so cosa vorresti fare e so che per questo hai bisogno di una mano>

<non sai nulla di me, fanculo no! non voglio il tuo aiuto>

<non fare l'anipatica>

<stammi lontano!>
indietreggiai

<codini..>

<no! lontano!>
urlai vedendo l'alto ragazzo difronte a me avanzare passo dopo passo.

mi girai frettolosa e scattai correndo per una direzione non definita, avevo solo bisogno di stare da sola.

"lo odio, lo odio, odio"
continuai a ripetere

<Grace, vieni che la gente sta entrando>

<arrivo madre>
la sua antipatica voce mi fece tornare alla realtà, a ciò che volevo, al fatto che 'treccine' non avesse tutti i torti.

*

un grande silenzio a volte spezzato da piccole urla calò fino all'inizio della base.

le luci gradualmente si accensero rendendo ora riconoscibili gli strambi ragazzi di prima.

capelli lunghi suonava il basso, il nano la batteria, capelli neri cantava e treccine suonava la chitarra.

molte urla cominciarono a farsi sentire sottolineando sempre il nome 'Tom' ormai stato rimosso dalla mia mente anche se pochi minuti fa mi fosse stato comunicato.

"Tom.."
cercai di attribuire questo nome ad uno di loro.

"chi mai sarà?"
poco importava, questa sarebbe stata la prima ed ultima volta che li avrei visti.

una base squillante attivò la situazione facendomi sussultare sia dallo spavento sia dall'approvazione;
non avrei mai pensato di dirlo ma..

<cazzo, treccine ci sa fare>
sussurrai guardando i suoi movimenti su quelle corde rendendo tutto intorno a me sfocato.

*

<forza figlia, andiamo>
mi parlò mia madre prima di venir interrotta da un menager

<pss.. codini..>
mormorò qualcuno alle mie spalle.

non ebbi nemmeno un secondo per girarmi che subito mi ritrovai all'esterno rispetto a dove il concerto ebbe vita.

<dio mio!>
sbottai

<zitta e sali>
aprì la portiera nel posto del passeggero invitandomi a sedermi

<non costringermi a fare ciò che non voglio>
dissi acida

<ti sto dando una mano.. Grace>
salì.

Agire da attori - Tom Kaulitz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora