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Erano passate due settimane. Dimarco non si era ancora svegliato. Tu e Barella andavate a trovarlo tutti i giorni ma non c'erano cambiamenti. Avevi iniziato a prendere dei farmaci contro l'ansia, non riuscivi più a dormire la notte e avevi i lividi alle guance per quanto piangevi.
Barella non riusciva a sopportare il tuo dolore...
continuavate a litigare per colpa dello stress.
È mattina, ti svegli e scendi in cucina, prendi il telefono e come da routine chiami l'ospedale per sapere com'era andata la notte.
Dopo la chiamata riattacchi.

Barella: smettila di assillarli. Ti chiamano loro quando ci sono notizie.

Cerchi di evitare il commento. Ti prepari il caffè e ti siedi in giardino a fumare una sigaretta.
Da quando tuo fratello era in coma avevi iniziato a fumare dallo stress.

Barella: ti rovinerai... pensa al tuo futuro, pensa a che bellissima carriera che potresti avere nel mondo del calcio.
Vanelope: lo sai benissimo che non so giocare a calcio.
Barella: ma te ne intendi...
Vanelope: puoi smetterla di evidenziare i miei problemi? Fatti gli affari tuoi.
Barella: ti ricordo che mi sono trasferito qui per te. Se ti lascio sola ti ammazzi.
Vanelope: ah si? Non mi hai neanche chiesto come sto. Non ti è interessato sapere cosa mi hanno detto i medici stamattina?

Ti alzi infastidita e vai a vestirti.
Indossi la prima tuta da ginnastica che trovi nell'armadio.

Barella: dove vai?
Vanelope: Vado da mio fratello.
Barella: non è l'orario di visita.
Vanelope: per favore smettila. Non mi sei di aiuto.

Inizi a piangere.

Vanelope: sono stressata a mille. In più tu e gli altri non fate altro che peggiorare la situazione.
Barella: siamo tutti qui per te e non riesci ad apprezzare manco questo.
Vanelope: no! Forse non lo apprezzerò ma voglio stare da sola con i miei pensieri. E tu, che dovresti essere il mio futuro marito, dovresti starmi accanto ed aiutarmi.

Te ne vai.
Arrivi all'ospedale ma come previsto non ti fanno entrare.
Decidi di sederti nelle panchine fuori e di aspettare l'orario di visita.
Nel frattempo arriva Lautaro.

Lautaro: hola!
Vanelope: q haces acá?
Lautaro: quería ver a tu hermano.
Vanelope: gracias... la noche del accidente te quedaste toda la noche en el hospital...
Lautaro: de nada... lo hice para ti, guapa.

Sorridi.

Vanelope: sabes q no podemos volver a ser lo q fuimos en Argentina.
Lautaro: podemos intentar otra vez...
Vanelope: hay q casarme...
Lautaro: puedes prometerme una cosa?
Vanelope: q?
Lautaro: puedes dejar de fumar? Me molesta verte así. Y molestaría también a Fede.
Vanelope: yo...
Lautaro: hazlo para el. Vale?

Spegni la sigaretta che avevi in mano e guardi negli occhi Lautaro.

Lautaro: andiamo!

Ti prende per un braccio ed entrate nell'ospedale.
Arrivi nel piano dov'era ricoverato Dimarco.
Incontri l'infermiere.

Vanelope: buongiorno... sono la sorella di Federico.
Infermiere: ho buone notizie per lei.

Lautaro ti stringe la mano.

Infermiere: ieri lo stavamo visitando e mentre gli sistemavo l'ago della flebo nel braccio ha stretto la mano a pugno... come se provasse dolore.
Vanelope: quindi è un buon segno?
Infermiere: certo! Il senso tattile funziona!

Ti cedono le gambe e cadi a terra.
Lautaro ti abbraccia da dietro.

Vanelope: credevo non ci fosse via di uscita.
Lautaro: dale, entramos.

Entri e corri ad abbracciare tuo fratello.
L'infermiere ti tira indietro.

Infermiere: piano signorina, con delicatezza!
Vanelope: oh mi scusi.

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