sarai la mia fine

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Quella sera stava piovendo a dirotto e Arabella aveva scordato l'ombrello. La città era intasata dal traffico, le luci delle macchine illuminavano la città ed erano riflesse nelle pozzanghere che via via si stavano formando. Si sentì il rumore di un tuono, poi di un altro. Arabella aveva freddo, così tanto che si maledisse per la sua scelta di outfit.

Pensò fosse troppo tardi per chiamare un taxi, tanto le macchine erano diventate un'unica poltiglia da quante ce n'erano. Aveva due opzioni, o farsela fino al campus e quindi equivaleva a mezz'ora sotto la pioggia oppure fare lo sforzo, che non era poi così tanto uno, di ritornare a casa di Arthur. Pensò che ormai c'era dentro fino al collo e che ormai non potesse più ritirarsi dagli eventi accaduti.

Il passato è passato, nel bene e nel male, pensò, quindi tanto valeva continuare per quella strada che ben presto sarebbe diventata impervia. Sapeva che tutto quello che lei e Arthur avevano passato era completamente ingiusto, in primis per Arabella stessa e la sua precaria salute mentale. Ma se ne infischiò. Si sentiva terribilmente attratta da quell'uomo, così tanto che avrebbe potuto scalare una montagna per lui.

Fu proprio a quel punto che si domandò se ciò che provasse fosse semplice lussuria o qualcosa di più. Lei bramava la sua presenza e si sentiva vuota non appena quest'ultima venisse a mancare.

Si fece coraggio e percorse quei venti metri che la separavano dalla casa di Arthur e suonò al citofono. Arthur era sbalordito, non credeva che sarebbe tornata così presto da lui ma dovette ammettere che non gli dispiaceva, affatto.

La giovane donna, mezza infradiciata, varcò la soglia della casa di Arthur e venne subito accolta dal tepore di essa. Fece un sospiro di sollievo.

"grazie, dottor Morgan per avermi ospitata, di nuovo"

"ah, non c'è di che, ti prego, chiamami Arthur" le disse amorevolmente "vuoi mica farti una doccia calda? sai non vorrei che ti prendessi un raffreddore" disse, guardando il suo corpo bagnato dalla pioggia.

"non declinerò l'offerta, Arthur" disse per poi avviarsi verso il bagno. La stanza era piuttosto grande. Le pareti piastrellate erano di un delicato color crema, infondo al bagno vi era una finestra coperta da una piccola tenda. Il pezzo forte era la grande vasca da bagno, che fungeva anche da idromassaggio.

Si tolse i vestiti, pezzo per pezzo per poi ripiegarli e posarli sul mobiletto vicino alla porta. Preparò la vasca con sapone e oli essenziali che Arthur le aveva fatto trovare sul lavandino e, una volta pronta, si immerse, godendosi le sensazioni che l'acqua calda le stava regalando. Si sentiva coccolata, si sentiva protetta, al sicuro. Iniziò a insaponarsi con delicatezza, come se avesse avuto tutto il tempo del mondo a disposizione.

Dopo di che uscì dalla vasca e avvolse una bianca asciugamano attorno al suo corpo che rabbrividì per lo sbalzo di temperatura. Uscì dalla stanza per poi ritrovare Arthur intento a guardare la televisione. Egli posò lo sguardo su Arabella: i capelli corvini erano umidi e le ricadevano perfettamente sulle spalle, il corpo era fasciato solo da un asciugamano... era perfetta.

"cosa?" disse, notando lo sguardo di Arthur fisso su di lei.

"niente è che... sei la donna più bella che abbia mai visto" le disse, avvicinandosi a lei. I loro visi erano a un centimetro l'uno dall'altro, i respiri si mescolavano, gli sguardi desiderosi si incrociavano. Fecero unire le loro labbra in un bacio verace, passionale, lussurioso. Arthur avvolse le sue possenti braccia attorno al corpo sinuoso di Arabella, la quale tremò dall'eccitazione.

Il bacio durò qualche secondo, dopo di che entrambi si staccarono per riprendere fiato. Con una mossa sfacciata, Arabella si tolse l'asciugamano buttandolo a terra: era completamente esposta con anima e corpo agli occhi di Arthur. Si avvicinò come una volpe a lui, muovendo sensualmente i fianchi. Arthur era pietrificato dall'eccitazione, non riusciva più a contenersi. Iniziò a togliersi la maglia nera, rivelando il suo petto e addome muscolosi, coperti da una leggera peluria. Alla vista di quel corpo così mascolino, Arabella si morse il labbro, rosso più che mai.

Si avvicinò ulteriormente all'uomo, tracciando il suo petto con l'indice, fino ad arrivare all'orlo dei pantaloni e sfilare la cintura. Arthur strabuzzò gli occhi dalla sorpresa. Si sentiva desiderato ed era una sensazione così bella. Una volta che entrambi furono completamente esposti, l'uomo prese in braccio Arabella e la portò in camera sua, avendo cura di non svegliare Isaac.

Entrarono in camera e chiusero la porta chiave per poi iniziare a baciarsi di nuovo con più ardore, più passione. Arthur spinse Arabella delicatamente sul letto per poi posizionarsi al di sopra di lei e stuzzicare l'intimità della ragazza con la sua. Voleva che fosse disperata per il suo tocco e ci stava riuscendo.

Iniziò a baciarle il viso, per poi passare al collo, le clavicole e i seni succhiandoli leggermente. Successivamente passò alla pancia e alla sua intimita, dove i baci si fecero più intensi e lussuriosi. Arabella gemette, tappandosi però la bocca, per non far sembrare la situazione troppo sospetta.

La lingua di Arthur continuò a muoversi con maestria all'interno della ragazza, il cui corpo sembrava perdere i sensi dal piacere che stava provando. Le sembrava di levitare, le sembrava di volare. Le gambe sulle possenti spalle di Arthur tremavano, gli occhi erano ruotati all'indietro, le labbra semiaperte.

I movimenti di Arthur si fecero sempre più veloci, più intensi e desiderosi di regalarle piacere. Non passò molto prima che la ragazza si lasciò andare completamente, tanto che le sembrava di toccare il cielo con un dito.

Arthur si riposizionò sopra la ragazza, guadandola dritto negli occhi castani, prima di entrare in lei con una spinta improvvisa, il che la fece quasi urlare, un po' dalla sorpresa, un po' dal piacere. Iniziò a muoversi con energia, vigore e passione. Entrambi ansimavano sempre di più.

"sarai la mia fine, Arabella Perez" disse con la voce graffiata dal piacere mentre continuava a muoversi dentro di lei con un ritmo che divenne sempre più incalzante. La voleva, la desiderava, la bramava più di ogni altra cosa. Era assetato della sua voce, del suo sinuoso corpo. Era completamente accecato dalla lussuria.

Arabella tremava dal piacere, al che le mani di Arthur si intrecciarono con le su per fermare il tremolio. Entrambi non sapevano cosa provassero per ciascuno ma era certo che fosse molto vicino all'amore.
La ragazza afferrò le lenzuola e le strinse, la voce era acuta e più femminile che mai, il che fece impazzire Arthur.

I corpi di entrambi continuarono a muoversi ritmicamente, in sincronia come una perfetta orchestra, finché entrambi non raggiunsero l'apice del piacere insieme.

"Arthur...mi hai lasciato senza parole" disse Arabella con la voce affannata.

"era quello il mio intento" le rispose prima di accasciarsi accanto a lei e avvolgerla in un tenero abbraccio.

Non passò molto tempo prima che entrambi cadessero nelle braccia di Morfeo, cullati dai rumori soffusi della città. Era stata una nottata fantastica, una di quelle che entrambi si sarebbero ricordati per sempre.

LOVE ON THE BRAIN - arthur morgan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora