I propositi di inizio anno sono i migliori, li fai e poi te ne dimentichi.
La stanza era già piccola di suo, ma con tutte quelle persone era ancora peggio. Non conoscevo nessuno, c'erano sette ragazze e sette ragazzi. Perfetto direi, Markus mi aveva "invitato" per arrivare ad un numero uguale da tutte due le parti. Mi guardai intorno, lui era affianco a me solamente perché non c'era altro posto. La stanza aveva le pareti rosso sporco e non era arredata con nulla a parte che con un armadio, grande per almeno due persone, un divano marrone che prima era bianco e una tavola al centro di tutti noi come se dovessimo fare dei riti satanici. Mentre cercavo di capire quello che queste persone si dicevano tra loro mi venne in mente una cosa. Guardai Markus e lui abbassò lo sguardo su di me.
<<Ci hai ripensato riccio?>>
Distolsi lo sguardo e sospirai. Preferivo starmene zitto e non battibeccare con lui. Markus aveva una ragazza, a meno che non fosse uno di quelli che si lasciano e si fidanzano in meno di ventiquattrore. Che ci faceva lì a fare un gioco stupido come questo? E soprattutto che ci facevo io lì? L'ansia cominciò a salirmi quando una ragazza dai capelli rossi e ricci prese la bottiglia di birra al centro della tavola e cominciò a farla girare. Girò per pochi secondi, forse neache per cinque, e la bocca della bottiglia capitò davanti ad un ragazzo scuro di pelle e di capelli. Quando uscì quel ragazzo tutti cominciarono a fare rumore a festeggiare chissà per quale conquista e, da parte delle ragazze, la rossa ebbe qualche gomitata e dei sorrisi furbi. Non so quanto quel bacio dovesse durare, ma i due non si sono più staccati e alla fine siamo rimasti in dodici. Questa volta andò un ragazzo e la bottiglia girò di meno, di nuovo non capitai io. Per la prima volta nella mia vita mi sentii fortunato. Questa volta il bacio durò pochi secondi e la ragazza non sembrava aver gradito il tutto. Girarono di nuovo. Il cuore che mi batteva in gola, i miei occhi puntati sulla bottiglia di vetro roteante e poi si fermò. Si fermò davanti al ragazzo al mio fianco e non intendevo quello con il ciuffo che gli arrivava al naso, ma il ragazzo apparentemente troppo composto quella sera. Quel ragazzo con gli occhi penetranti e un sorriso da stronzo. Markus si alzò avvicinandosi alla ragazza in questione. Era bella, mora e liscia, occhi verdi smeraldo, naso dritto e labbra carnose. Perfetta per gli standard, se si parla di viso ma anche il suo corpo non scherzava. Fianchi stretti, seno formoso, braccia sottili. Quando le loro labbra si incontrano non mi resi conto di star trattenendo il respiro. Undici cazzo di secondi. È riuscito a conquistarla in undici secondi. Vedevo nei suoi occhi il desiderio ardente. Non aveva fatto perdere il fiato solo a lei. Non capivo perché mi dava così fastidio, era perché stava tradendo la sua ragazza? Non lo accettavo, ma d'altro canto io non c'entravo nulla in tutta quella faccenda. Lui si risedette al mio fianco e sorrise compiaciuto.
<<Allora? Pensi di potermi battere? perché non ti offri volontario con qualcuna, sembra che il destino oggi ti voglia male.>>
Rise tra se e se, non risposi di nuovo guardando avanti a me. Io in realtà stavo amando il destino in quel momento. Toccava a me girare e feci un sospiro prima di avvicinarmi alla bottiglia. Quando l'afferaii una ragazza, la stessa mora di prima parlò.
<<Ragazzi mancano cinque minuti alla mezzanotte! Dobbiamo sistemarci in cortile per vedere i fuochi!>>
Disse emozionatissima mentre si alzava e si sistemava la gonna corta, le altre ragazze fecero lo stesso e cominciarono a parlare tra loro con eccitazione. Non era nemmeno tanto bello qui, ma tutti erano felici e spensierati tranne me. Markus si alzò e mi guardò con la coda dell'occhio.
<<Wao, sei davvero sfortunato...vieni con noi a fare il guastafeste o?>>
Mi guardò con un sopracciglio alzato e le mani in tasca, facendomi capire che non mi voleva là in mezzo. Mi alzai e superaii il gruppo di ragazze che si era creato al centro e me ne andai da lì senza dire nulla, di nuovo. Strano che non gli avevo ancora mai risposto male o acidamente, così strano che mi stavo facendo paura da solo. Mentre mi facevo strada tra la folla ritrovai finalmente James. Era mezzo ubriaco e mi preoccupai nel sapere che avrebbe dovuto riportarci entrambi a casa. Insieme a lui c'erano anche Cady, Eike ed Ethan. Non che gli altri e due fossero messi meglio di lui, anzi stavano peggio. Solo Cady sembrava quella responsabile lì in mezzo. James mi afferrò per un braccio trascinandomi fuori insieme a tutti gli altri.
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Il filo del destino
Teen FictionUn ragazzo, Asahi White, è costretto a lasciare il suo Paese natale e arriva a New York con i pensieri più negativi. Subito nota quanto alla "città che non dorme mai" mancano colori soprattutto nei posti più ignoranti e tralasciati, come per esempio...