Il destino è un intreccio di possibilità e occasioni. Se le si coglie si può andare incontro ad esperienze maghifiche oppure a disavventure indimenticabili.
Non ho mai creduto nel destino. Pensavo che ogni iella fosse un fulmine che cadeva impetuoso dal cielo e ogni fortuna una coincidenza. Eppure nel mio Paese ci credevano tutti. Tutti pensavano che esistesse una linea o con più precisione un filo bianco che, ad un certo punto della vita, ci portava davanti alla nostra "occasione d'oro". Non importava cosa facevi, che strada sceglievi, quello che pensavi o dicevi questo filo ti prendeva inaspettatamente e, come una bussola, ti conduceva in lungo e in largo. Era come una benda che ti copriva occhi, orecchie e mente. Alcuni dicevano di averlo visto, altri che i peccatori non ne avrebbero ricevuto alcuno e altri ancora credevano che c'erano tanti fili sparsi per il mondo che cercavano nuove persone da portare con loro. Io non ci credevo. Troppe delusioni avevo visto e sentito. Troppi inganni mi perseguitavano e troppe paure mi improgionavano. Chi credeva nella fortuna o nel destino non aveva ancora apero gli occhi sulla vera vita e avevano ancora la vista annebbiata a causa delle illusioni. Odiavo il fatto che una sorta di potenza potesse comandare la mia vita e io sapevo che non esisteva nulla di tutto questo. Le leggende metropolitane esistevano dappertutto potevano essere spaventose e poche erano affascinanti, io sapevo per certo che quella fosse nella lista più corta. Nonostante questo continuai a vedere il mondo con razionalità fino a quando non mi trasferii. Pensavo fosse il caso oppure era solo una situazione passeggiera, ma il mio cuore battè così forte da sentirlo nelle orecchie, le mie labbra si muovevano da sole in sintonia con le mie azioni e per la prima volta feci qualcosa di impulsivo. Ma questo non poteva essere il destino, giusto?
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Il filo del destino
Fiksi RemajaUn ragazzo, Asahi White, è costretto a lasciare il suo Paese natale e arriva a New York con i pensieri più negativi. Subito nota quanto alla "città che non dorme mai" mancano colori soprattutto nei posti più ignoranti e tralasciati, come per esempio...