Quella notte thomas non dormì nel letto di fianco al mio.
No, quella notte thomas dormi nel letto con Me.
In realtà, quella notte io e thomas non dormimmo affatto.
Non so neanche bene come ci fossimo finiti in quella situazione, abbracciati nel mio letto a parlare di cose di poca importanza fino all'alba. Avevo anche imparato qualcosa di più su di lui e sulla sua famiglia. Mi parlò dei suoi fratelli e di sua madre, ma mai di suo padre. Questo mi fece sorgere numerose domande, ma preferii tenerle per me dal momento che avevo paura di rompere quel sottile legame che si era appena creato fra di noi.
Anche io gli parlai di me, della mia famiglia, dei miei ormai ex amici a Bergamo, ma non ero molto sicuro che mi stesse davvero ascoltando, continuava a fissarmi con occhi vacui e, a volte, quando ero nel bel mezzo di una frase, mi baciava, così, senza motivo.
Non che a me dispiacesse, ma spesso i nostri baci erano molto lunghi e così perdevo il filo del discorso. Dopo un bacio particolarmente bello che mi aveva fatto dimenticare anche il mio nome, rimasi imbambolato a fissare tutta la sua perfezione prima che lui mi risvegliasse con un sorriso dolcissimo.
"Che fai? Non continui la tua storia?" Mi chiese lui.
"Ehm... di cosa stavamo parlando?"
"Ah non ne ho idea, eri tu che stavi blaterando." Il suo tono mostrava tutto il suo disinteresse.
"Tu non hai ascoltato una parola di quello che ho detto!"
"No." Rispose tranquillo
"Potevi dirmelo che ti annoiavo piuttosto che farmi parlare da solo come un idiota!"
"No, mi piace guardarti mentre parli. Sei carino e il tuo tono è rilassante." A quelle parole arrossii violentemente.
Ancora non mi ero reso conto di tutto questo, che avessimo ammesso di essere attratti l'uno dall'altro, che fossimo qua abbracciati a baciarci. E non mi ero mai sentito meglio.
Stare con lui era una sensazione stupenda che non avevo mai provato, non mi ero mai sentito così appagato neanche quando facevo sesso con le ragazze. Con lui mi bastava solo guardarlo negli occhi per stare bene, perché in quegli occhi c'era l'infinito, mi ci sarei potuto perdere per non riuscire più ad uscirne, ma in fondo non sarebbe stato un brutto modo per andarmene no?
Rimanemmo svegli fino alle sei del mattino, fummo svegliati bruscamente un paio d'ore dopo dalla suoneria del mio cellulare.
"newt o butti quel cazzo di coso nel cesso e tiri lo sciacquone oppure lo faccio io, a te la scelta!" Attaccai il cellulare.
"Pf... scusa era mia madre, adesso mi richiamerà altre quattro volte e poi rinuncerà, fa così tutti i giorni." La seconda chiamata arrivò proprio in quel momento.
"E se sai che ti chiamerà ancora così tante volte, non potresti, che ne so... rispondere?" Attaccai di nuovo.
"Forse perché non voglio risponderle?"
"E perché scusa?"
"Perché dopo le vacanze di Natale ho detto al mio patrigno di essere gay, poi sono uscito dalla macchina senza aspettare una risposta e lasciandolo scioccato. Ed ora non voglio sapere cosa vuole dirmi mia madre." Arrivò anche la terza chiamata.
thomas stranamente sorrise, ma uno di quei sorrisi ambigui che mi spaventavano.
"Pensavo non fossi gay."
"Infatti non lo sono, è una storia complicata." Attaccai. Lui alzò un sopracciglio con aria interrogativa.
"In pratica il mio patrigno non faceva che ripetermi di quanto fosse contento che qua dentro non ci fossero ragazze così non potevo scopare, così gli ho detto di essere gay per fargli pensare che scopavo a dispetto di tutto." Il cellulare squillò per la quarta volta, feci per attaccare di nuovo ma thomas mi intercettò e prese il mio cellulare cliccando sul tasto verde.
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stanza 258 || newtmas edition
Romance"isaac... newton isaac» Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva. "isaac, isaac, isaac... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo thomas edison" Presi le chiavi che mi offriva e le rivolsi uno dei miei...