(48) Non abbiamo niente di cui poter discutere.

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Quel giorno a colazione Thomas non sembrava prestare la minima attenzione a quello che stavo dicendo. Tutto quello che riusciva a fare era lanciare occhiatacce a Winston e a Frypan, il quale stava evidentemente ridendo per una battuta detta dal primo. Ormai era qualche giorno che andava avanti così, quei due erano sempre più uniti e Thomas era sempre più nervoso. Avere una conversazione con lui stava diventando sempre più faticoso, spesso finiva per urlarmi contro, per poi chiedermi scusa due secondi dopo e assicurarmi che non ce l'aveva con me.

L'unico momento in cui era un po' più rilassato era dopo il sesso, ma non è che potessimo scopare ventiquattr'ore al giorno. Io lo sopportavo e mantenevo la calma anche quando prendeva ad insultarmi, perché sapevo che era il suo modo di affrontare la cosa, ma non sarei potuto andare avanti così per sempre.

"Tommy" Lo chiamai. "Tommy.." riprovai quando non ricevetti risposta. Infatti i suoi occhi erano rimasti incollati a tre tavoli più in là.

"Edison!" Dissi allora e finalmente riuscii a risvegliarlo dal suo stato di trance omicida e a farlo girare verso di me. Mi guardò però con aria spenta, quasi infastidita. Io mi schiarii la gola. "Non pensi... non pensi che sarebbe il caso di provare a parlarci?" Azzardai timidamente.

"Con chi?" Mi chiese seccato.

"Con Winston."

"Non abbiamo niente di cui poter discutere." Ribatté secco, facendomi capire che l'argomento si chiudeva lì. Io annuii stancamente. Finimmo la colazione in silenzio. Gli lasciai poi un bacio a stampo a mo di saluto prima di allontanarmi da lui e dirigermi a lezione. C'era ancora gente che ci guardava strano o che vedevo reprimere smorfie, ma ogni giorno che passava questo accadeva sempre di meno. Per mia fortuna al contrario dei miei vecchi amici di Bergamo nessuno ci disse mai niente, almeno non direttamente, ma penso dipendesse più dal fatto che avessero paura che il mio ragazzo li uccidesse. La cosa positiva però era che Zart sembrava starmi leggermente meno addosso. Forse era una mia impressione o forse stava iniziando a capire che la cosa fra me e Thomas era abbastanza seria e si stava rassegnando.

Appena arrivato in classe tirai fuori il cellulare e mandai un messaggio a Frypan scrivendogli se potevamo vederci appena dopo le lezioni.
Ovviamente non mi ripose subito, ma aspettò il cambio dell'ora, sia mai che tirasse fuori il cellulare durante le lezioni. In ogni caso mi disse che per lui andava bene e di trovarci in giardino, dato che finalmente stava iniziando a fare un po' di caldo.

Quel pomeriggio, appena sgattaiolato fuori dall'alula, mi diressi subito all'esterno dell'edificio. Ben presto Frypan mi raggiunse e ci salutammo con un abbraccio veloce. Parlammo per un po' del più e del meno mentre camminavamo, prima che tirassi fuori il vero argomento per cui avevo voluto vederlo.

"Senti, Frypan... Tu e Winston siete diventati amici, giusto?" Gli chiesi incerto.

"Sì, andiamo d'accordo." Mi rispose lui tranquillamente.

"E lui come sta? Te lo domando perché Thomas, anche se non lo ammetterebbe mai, sta da schifo per la situazione. Si vede tantissimo quanto gli manca, però si rifiuta di parlargli e sinceramente lo capisco e sono anche d'accordo con lui, quello che ha fatto Winston è terribile. Però io non ce la faccio a vederlo così, per cui forse potremmo provare a farli quantomeno discutere." Gli spiegai. Frypan ascoltò attentamente le mie parole, per poi annuire seriamente.

"Sì, capisco perfettamente. Neanche Winston sta molto bene, solo che a differenza di Thomas non cerca affatto di nascondere la cosa. Certo, non è che viene a piangere sulla mia spalla, ma mi ha raccontato più volte la sua preoccupazione. Si rende conto di aver commesso un enorme errore, a maggior ragione ora che lui e Minho non si parlano più. È seriamente spaventato dalla prospettiva che Thomas non possa più parlargli. Mi ha detto che è la prima volta che litigano seriamente. Lui aveva sempre cercato di evitare le faide il più possibile, chiedendo scusa a Thomas anche se non era colpa sua, lasciandogli i suoi spazi quando gli servivano e sopportandolo quando magari era in qualche suo periodo no. Mi ha detto che Thomas non è sempre facile da gestire." Riuscivo a capire perfettamente quello che intendeva, anche io cercavo di comportarmi così, solo che avevo molta meno pazienza rispetto a Winston ed era per questo che io e Thomas finivamo sempre per litigare.

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