7- In buone mani

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"Gente, udite, udite!

Una notizia epocale giunge da Soburgo nel giorno di Natale.Preparate i fazzoletti, care donzelle, perchè il vostro sogno di accasarvi con uno degli aitanti principi soburghiani è per metà fallito!Ci giunge infatti freschissima e in super anteprima la notizia delle notizie: ci sarà un doppio (e confermatissimo) matrimonio in vista per gli Hannover.
Sapete già di chi sto parlando?"

High Society News - 25 Dicembre 7 pm

***

Mezzogiorno

L'enorme Abazia di Tintagel era gremita di gente come poche volte durante l'anno. La celebrazione del santo Natale era un'occasione per gli abitanti di partecipare non solo ad un'evento sacro, ma anche e soprattutto ad un'evento in presenza del Re. Ogni inizio di un nuovo anno, infatti, i posti riservati alla gente comune dell'abazia venivano assegnati su prenotazione tramite iscrizione agli enti di beneficenza. In tal modo le persone desiderose di partecipare alla funzione in presenza di sua maestà, dovevano prima impegnarsi per un'intero anno in attività solidaristiche per potersi assicurare un posto in platea. Un'idea del Re in persona, per favorire lo sviluppo della carità e della gentilezza all'interno dei confini della nazione.

"Il Natale non è sfarzo, non è lusso, non sono i regali." pontificò l'Arcivescovo al pulpito nel pieno della sua omelia natalizia, con un vecchio parruccone grigio in testa. "Non è bambagia, non è confusione, non è cibo..."

Lady Danbury trattenne uno sbadiglio con tutte le sue forze all'ennesimo decalogo dell'anziano parroco di stato. Andava avanti così da tre ore e, oltre ad avere un sonno tremendo, stava cominciando a sentire anche una fame da lupi. Si guardò il piccolo orologio in oro al polso: le 2:45 del pomeriggio. Cielo, da lì a poco sarebbe svenuta per mancanza di zuccheri. Grazie a Dio aveva mangiato quattro biscotti alle mandorle prima di partire da casa. O forse cinque.

"Non è nemmeno avidità e conflitto..."

Sbuffò.
Era da quarant'anni che sentiva sempre la stessa omelia. Rimpiangeva gli anni passati, quando suo marito era ancora vivo. Altro che omelie il giorno di Natale!

"Scusate... permesso, scusate..."

Una voce maschile attirò la sua attenzione e non appena Agatha si voltò alla sua sinistra a guardare rimase a dir poco scioccata. "Mi scusi, signora, dovrei passare."

"Non poteva passare di là?" lo rimproverò una lontana zia della moglie del Re. Tra l'altro una delle più indisponenti dell'intero regno, la contessa Mary Renthal di Osboury. Agatha l'aveva sempre mal sopportata e disgrazia delle disgrazie se l'era ritrovata a due posti di lontananza. Avevano passato metà celebrazione a guardarsi male.

"Se avessi potuto l'avrei fatto, cara signora!" rispose a tono, sfacciato.

"Che impertinenza, ragazzo!" brontolò spostando di lato le gambe per far spazio al giovane in questione. Agatha ridacchio e riconobbe il suo sangue nelle vene di quel giovane. "Ormai l'educazione è morta nelle nuove generazioni!"

"Nelle vecchie invece è pure sepolta." mormorò lui passandole davanti e strusciando le gambe sulle gonne maestose. La contessa lo fulminò con lo sguardo e lui finalmente arrivò a destinazione, con un pò di fiatone ed un'aspetto alquanto bizzarro. "Perdona il ritardo..." sospirò stanco "... è stata un impresa riuscire ad entrare con tutta questa confusione."

Agatha Danbury tolse la sua pochette in velluto nero dallo spazio libero accanto a lei e lo screanzato di suo nipote Simon si lasciò andare sul banco in legno della chiesa con un gemito di sollievo un pò troppo pronunciato. Si voltarono una ventina di persone a guardarlo e le giovani che vi erano tra loro non riuscirono più a togliergli gli occhi di dosso. Agatha portò gli occhi al cielo, lo sciame di donne ipnotizzate lo seguiva ovunque, anche a Soburgo, in chiesa.

La Stilista || Today's Bridgerton Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora