8 -Questione di apparenze

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"Molti di voi non avranno dormito molto stanotte,
dopo la notizia delle notizie.
Ma la verità e inappellabile a qualsiasi nostro sogno.
David Hannover è fuori dalla piazza!
Vi avvertiamo, cari lettori e care lettrici, gli scapoli della famiglia reale sorbughiana stanno decimandosi e a restare disponibili sono ormai pochi esemplari. 
Tra questi, Friedrich Hannover, non ancora ammogliato,
sembra -contro ogni recente pronostico matrimoniale- volersela prendere comoda con Daphne Bridgerton.
Che ci siano screzi fra i due?
Ci chiediamo, in tutta sincerità, se mai riusciremo a vederli all'altare. 
I fidanzamenti ufficiali a Soburgo non sono mai durati più quattro mesi, eccenzion fatta per la Principessa Emma e Benedict Bridgerton obbligati ad aspettare l'incoronazione prima di poter annunciare le nozze. Il fatto che non sia ancora giunta per Daphne una proposta di matrimonio, sull'uscio del quinto mese di fidanzamento, potrebbe non essere un buon segnale. 
Che nemmeno la stilista più famosa d'Europa sia abbastanza per Friedrich Hannover?
Staremo (appostati) a vedere."

High Society News- 26 Dicembre 9 am

***

Per quanto i miei sforzi fossero stati insistenti quella notte il mio cervello non ne volle sapere di concedersi una pausa e di spegnersi. Riposare era sembrato impossibile. Era stata una notte di tortura, ogni istante di ogni minuto di ogni ora mi si erano ripresentati in mente i fatti degli ultimi giorni, e cioè le umiliazioni e soprattutto le delusioni ricevute. Non avevo fatto altro che pensarci, costantemente, contro la mia volontà, contro la stanchezza consumante che mi sentivo fin dentro le ossa. Ero fisicamente esausta e mentalmente esaurita, ciò nonostante restavo dannatamente sveglia. Avevo provato di tutto, avevo acceso candele, cambiato posizione a letto, spento luci, cambiato posto e provato a dormire sul divano, provato a chiamare Raùl senza troppo successo, messa a lavorare al pc a dei nuovi bozzetti, mi ero persino messa a meditare nella speranza di crollare in una delle posizioni yoga e di risvegliarmi l'indomani sulla moquette della mia camera con la bava alla bocca come il San Bernardo di Heidi. Ma niente. Il mio cervello non aveva sentito ragioni e la cosa era preoccupante. Poche volte non ero riuscita a dormire la notte e la maggior parte di queste era stato per emergenze familiari serie o per problemi a lavoro. Di sicuro non avevo mai contemplato una notte insonne per una mancata proposta di matrimonio. 

Sospirai, per la trecentesima volta, strofinandomi gli occhi stanchi. Perchè Friedrich non me l'aveva chiesto? Insomma, non che ne avesse l'obbligo, ma ne parlavano veramente tutti. Mio fratello Benedict aveva sentito delle cose al riguardo ed era stato proprio Friedrich a chiedere di parlare in privato con Anthony tre giorni prima per una questione importante. Se non era per chiedere la mia mano, allora per cosa? Inoltre, non era stato proprio lui ad alludere al matrimonio quella volta che era entrato furtivamente in camera mia? Com'era possibile che avessi frainteso tutto? Sbuffai e scesi nervosamente le gambe dal letto. Ero rimasta raggomitolata per circa due ore a fissare le finestre illuminarsi gradualmente dai primi raggi dell'alba e a interrogarmi senza trovare risposte. Ne avevo sinceramente abbastanza. Consapevole del fatto che non avrei potuto far tacere il mio cervello, mi decisi perlomeno a far tacere la mia pancia. Gridava letteralmente fame cronica da almeno un'ora; non avevo mangiato quasi niente a pranzo il giorno prima e la sera di Natale solitamente a Soburgo non si cena. Questo perchè si pranza tardi e si finisce all'incirca nel pomeriggio inoltrato. Passata quella fase della giornata sembrava che bisognasse aspettare la colazione di Santo Stefano per poter tornare a mangiare, ma io proprio non ce la facevo. Guardai la sveglia poggiata sul comodino e le lancette segnavano le cinque e quarantacinque del mattino. Pazienza, avrei fatto un apericolazione! 

"E sia!" mi decisi.
Mi alzai dal letto, acchiappai la vestaglia sulla poltrona e la infilai, ciabatte ai piedi e cellulare in tasca. Ero pronta a dare l'assalto alle cucine comuni, dove si poteva andare a mangiucchiare qualcosa senza rischiare di essere linciati dalle guardie reali. Esistevano, infatti, delle cucine riservate per la preparazione e la conservazione del cibo del Re e della famiglia reale, ovviamente inaccessibili al resto degli abitanti della casa e costantemente sorvegliate. L'avvelenamento non era una ipotesi assurda in quel contesto, ma una cosa seria da cui proteggersi costantemente. Così, mentre facevo mente locale per ricordarmi il percorso, aprì la porta della mia camera in religiosissimo silenzio.  Sbirciai fuori in corridoio, dove solo delle piccole luci soffuse illuminavano l'ambiente, e non vidi fortunatamente nessuno gironzolare nell'ala est del castello, quella dedicata agli ospiti. Così misi lentamente piede fuori. "Ok. Andiamo!" 

La Stilista || Today's Bridgerton Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora