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La luce del giorno non le portò alcun conforto. Due cerchi neri scavavano gli occhi stanchi di Eryn, che nonostante la presenza del fratello non era riuscita a rilassarsi. Dopo che il corpo di Jeremy era stato strappato alle braccia del figlio e della moglie disperati, aveva smesso di guardare fuori dalla finestra, continuando tuttavia a lanciare sguardi impauriti al bosco.

Chiusa nella sua stanza in compagnia del fratello appisolato si era domandata cosa avrebbero fatto adesso. Era il terzo attacco in quattro giorni e questa volta era evidentemente mirato.Povera, povera Joline, si ritrovò a pensare. Era il secondo marito che perdeva in circostanze tragiche, ed era sicura che non si sarebbe ripresa facilmente da quella perdita. Anche Frank, il fratello di Samuel Lowmoon, nonché padre di Tara, aveva perso la vita, più di vent'anni prima, stroncato da un infarto fulminante mentre si dava da fare con delle grosse balle di fieno. Probabilmente a causa di un difetto congenito, il cuore non aveva retto allo sforzo, nonostante avesse meno di trent'anni. E così aveva lasciato una moglie giovanissima e una figlia appena nata. Per fortuna, Joline aveva trovato un appoggio in Jeremy, che si era rivelato un padre meraviglioso per Tara e un compagno ancor più incredibile per lei. E così dopo un anno si erano sposati. L'anno successivo era nato Antony. E adesso, quella splendida serenità familiare era stata fatta a pezzi.

Lei aveva cercato di spiegare cos'era successo, e aveva anche cercato di spiegare che sapeva chi era stato. Ma nessuno le aveva creduto. Pensavano che fosse sotto shock e che dicesse cose che non erano vere. Li aveva spinti ad andare a casa Sharpear e a chiedere di James. Ma nessuno aveva mosso un dito. Era stata semplicemente accompagnata in camera ed Eric era stato messo di guardia per lei.Avrebbe voluto uscire, correre dagli Anziani e chiedere spiegazioni. Avrebbe voluto strappargli tutto quello che sapevano. Ma era veramente sotto shock e dal momento in cui aveva messo piede sul letto non era più riuscita ad alzarsi.

Mentre gli schiamazzi si spegnevano, Eryn si era chiesta quanto tempo era rimasto prima che la sua visione su Samantha prendesse corpo. Forse, senza che lo sapesse, stava divenendo realtà proprio adesso.Rabbrividì e si strinse le braccia al corpo, lanciando un'occhiata in direzione della casa di Mira. Chissà come stavano loro. Avevano avvertito Sean? Probabilmente sì. Avrebbe dovuto presenziare al funerale, dopotutto. E Jonah? Chissà se qualcuno lo aveva avvisato.. e in quel caso, perché non era venuto da lei?Ma sarebbe stato saggio venire a casa sua? Abitavano ai due poli opposti del villaggio.. e se un altro lupo si fosse avventurato tra le case e lo avesse trovato? Non poteva neanche pensarci.. la sola idea la mandava nel panico. Avrebbe lasciato da soli Margot, Sally e Caleb e lei non se lo sarebbe mai perdonata. Così si disse che era meglio se lui non fosse venuto affatto.

Quando i primi raggi sfiorarono il suo corpo tremante, sentì la porta d'ingresso sbattere e passi affrettati e pesanti farsi sempre più vicini. Doveva essere suo padre. Lui e gli altri adulti erano rimasti fuori fino ad allora a decidere il da farsi e lei era curiosa e al contempo spaventata di sapere cosa era successo.

«Sei ancora sveglia?» la voce di suo fratello, bassa e biascicata, la fece sobbalzare.

Eryn si voltò a fissarlo con gli occhi sgranati e lui la guardò di rimando, aspettando paziente. Alla fine, lei si decise ad annuire, salvo poi far volare lo sguardo sulla porta della camera quando qualcuno bussò delicatamente.Suo padre si affacciò con un'espressione stanca e severa al tempo stesso, ed Eric si tirò in piedi.

«Siete svegli ragazzi» sembrava quasi che lo stesse domandando, e nell'incertezza generale, Eryn annuì.

«C'è una visita per te, Eryn» disse poi, lanciando uno sguardo eloquente ad Eric.

Jonah sbucò da dietro l'uscio e suo fratello si alzò pigramente pronto a lasciarli da soli.

«Se hai bisogno, fai un fischio» le sussurrò, stringendola appena, prima di andarsene seguendo suo padre in cucina.

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