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Sentendo il cuore batterle forte nel petto, Eryn fu sicura che l'avrebbe tradita, ma non fu così. Lentamente si avvicinò alla cella in cui Samantha era rinchiusa e quando la ragazza alzò i lucidi occhi nocciola su di lei, comprese che era spaventata. Eric si voltò e quando la vide le venne incontro per abbracciarla.

«Come stai? Non ti hanno fatto del male, vero?» le chiese subito preoccupato.

«No. Sto bene. Non credo mi farebbero del male senza motivo..» disse lanciando un'occhiata di sfuggita a Samantha.

Eric fece una smorfia, poi si avvicinò di nuovo alla celletta. Non era più grande di quattro metri quadrati e solo guardarla le faceva salire un certo senso di claustrofobia.

«Ciao Samantha.. come stai?» la salutò incerta.

«Ciao Eryn. Sto bene, anche se vorrei essere al tuo posto.» ammise la ragazza, alzandosi dalla seggetta su cui era accomodata e avvicinandosi alle sbarre.

«Hanno mandato te a torchiarmi?» domandò con un piccolo sorriso divertito.

Eryn non seppe cosa rispondere e lanciò uno sguardo a suo fratello, cercando le parole giuste. «Io.. sono venuta a chiederti una cosa..»

«Vuoi sapere se sono in combutta con i lupi?» le domandò sarcastica.

«No.» rispose semplicemente Eryn.

In realtà era solo una delle tante domande che le frullavano per la testa, ma voleva parlare a quattr'occhi con Samantha senza suo fratello a origliare.

«Possiamo parlare io e te? In privato?» chiese quindi passando gli occhi chiari tra i due.

Suo fratello rimase sorpreso, poi si voltò verso Samantha che fece un sorriso.

«Non credo possa farmi alcunché se sono qui dentro» gli disse semplicemente.

Eric allora le scoccò un bacio sulla fronte attraverso le sbarre, poi si fermò accanto alla sorella.

«Non è un mostro. Io la conosco..»

«Lo so.» annuì lei convinta.

Anche lui annuì, poi aprì la porta e la richiuse alle proprie spalle. Spostando gli occhi sulla ragazza ingabbiata, Eryn notò un piccolo luccichio provenire dalla sua mano. Aguzzando meglio la vista, si rese conto che indossava l'anello di sua nonna e rimase sorpresa. Suo fratello alla fine si era dichiarato. Sperava solo che non lo avesse fatto con la convinzione che non ci sarebbero state altre occasioni per farlo, come era stato per Jonah. Si rifiutava di credere che sarebbe successo qualcosa di brutto anche a quella povera ragazza. Lei di certo avrebbe fatto di tutto perché non le accadesse qualcosa e si avverasse la sua profezia.

«Allora. Cosa vuoi chiedermi?» domandò curiosa Samantha fissandola.

Eryn si avvicinò fin quando non fu a circa un metro da lei e continuò a tormentarsi le mani.

«Io so..»

«Sai cosa?»

«Che tu sai chi sono i lupi»

«E chi te lo ha detto? Samuel Lowmoon? O Vincent Silverback?» la schernì Samantha.

Eryn abbassò lo sguardo e sospirò.

«Ti ho vista. Con un grosso lupo nero dagli occhi verdi. Ti stava.. parlando. Credo.»

Samantha divenne cerea e si allontanò dalle sbarre. «Stai mentendo..»

Eryn scosse la testa e riuscì ad alzare lo sguardo su di lei, avvicinandosi fino a raggiungere l'inferriata a cui si aggrappò.

«Chi è, Samantha? Chi è il lupo nero?» le chiese.

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