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Il cielo terso prometteva pioggia e le nubi grigie gravide d'acqua si spostavano pesantemente sopra le loro teste. La cerimonia funebre si era svolta nella piccola chiesa e il corteo si era in seguito riversato fuori, seguendo la bara scura in un silenzio di morte fino alla sua meta ultima. Il cimitero a nord del villaggio non era molto grande, ma c'erano fin troppi nomi a colmarne lo spazio. Nomi di lontani parenti mai veramente stati lì.

Eryn si chiedeva persino se fossero mai esistiti o se quei nomi se li fossero inventati i nonni insieme agli altri anziani del villaggio. E poi, perché mentire su una cosa del genere? Solo per proteggere un lupo? E che tipo di lupo? Suo padre aveva detto che era particolare.. ma particolare come? Più grande? Più piccolo? Più furbo? Più... umano? Al solo pensiero le si accapponò la pelle. Era forse lo stesso lupo che aveva attaccato Steven e ora anche Charlie? Ma com'era possibile? Quanto viveva un lupo normale? E un lupo anormale? Aveva così tante domande e nessuno che potesse risponderle.

Stretta nel vestito nero di cotone, Eryn si fece più vicina a Jonah. Il suo volto pallido e gli occhi stanchi le parlavano di un'altra notte insonne. Si era fatto la barba e i vestiti gli aderivano addosso con eleganza, ma a parte questo si vedeva che era distrutto. Sua madre era tornata a casa accompagnata da Francine poco dopo l'inizio della cerimonia e Jonah era rimasto con Margot e Caleb a ricevere le condoglianze di tutto il villaggio. Eryn aveva deciso di sposarlo e quindi di rimanere al suo fianco in salute e malattia, ricchezza e povertà; e anche se ancora non aveva potuto pronunciare il fatidico "sì", si sentiva come se l'avesse fatto.

Cercando di infondergli forza, intrecciò le sue dita gelate a quelle di lui e Jonah glielo lasciò fare. Ricambiò persino la stretta, finendo quasi per stritolarle la mano. Ma Eryn rimase immobile senza lamentarsi.

La bara di lucido mogano venne calata nella tomba e a Jonah spettò il doloroso compito di buttare la prima palata di terra. Con il cuore pesante e gli occhi gonfi di pianto, Eryn lo osservò salutare silenziosamente il padre per l'ultima volta, poi il ragazzo versò una manciata di terra morbida sul coperchio e si allontanò, lasciando che anche la sorella e il fratellino compissero quel saluto estremo. La pala passò poi in mano a Theodore Darktail, lo zio, che finì il lavoro aiutato dal figlio William, da Vincent Silverback e dal nipote di Vincent, Antony Wolvescratch, che era anche il miglior amico di Jonah.

Quando la buca fu ricoperta, i paesani fecero gli ultimi ossequi ai ragazzi e poi tornarono a casa. Eryn avvertì la famiglia che sarebbe andata a casa di Jonah per confortarlo ed aiutare Margot con la madre, ma lasciò detto che sarebbe tornata per l'ora di cena.

Per tutto il tragitto fino a casa Jumpriver, nessuno disse una parola, ma Caleb le sottrasse una mano per poterla stringere forte. Una volta in casa, il suo fidanzato si rifugiò in camera propria ed Eryn convinse il suo futuro cognato a fare altrettanto, promettendogli una colazione succulenta di lì a poco. Quando Caleb fu sparito in camera sua, Eryn si recò da Sally per accertarsi delle sue condizioni.

La trovò nella solita posizione: seduta sulla sedia a dondolo, con gli occhi persi nel vuoto e una strana cantilena mormorata a fior di labbra. Francine stava sistemando le cose di Steven dentro degli scatoloni e ogni tanto si asciugava una lacrima. Doveva essere stanca, come tutti quanti in famiglia.

«Francine..»

La donna non parve sorpresa di vederla ma si voltò a guardarla.

«Eryn. Cosa fai qui?»

«Voglio essere d'aiuto..»

«Da quel che so sei stata più che d'aiuto ieri sera..» il suo tono era neutro e il sorriso freddo.

Per caso anche lei credeva che avesse fatto peggio che meglio cercando di salvare Charlie Lowmoon? Eryn non seppe cosa dire e rimase sulla soglia della camera con lo sguardo basso.

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