18. attimo fuggente

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In quel giorno soleggiato di primavera, Peter si era svegliato di buon umore

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In quel giorno soleggiato di primavera, Peter si era svegliato di buon umore. La luce che entrava con prepotenza nella stanza gli illuminò il volto, quasi abbagliandolo. Tutto sembrava procedere bene: i crimini erano diminuiti, il clima più mite e le giornate più lunghe.

Si preparò un caffè bollente una volta arrivato in cucina: aveva bisogno di svegliarsi. Prese la caraffa e versò un po' del suo contenuto in una tazza capiente per poi portarla alle labbra. Sussultò. La bevanda era eccessivamente calda.

Quella mattina sarebbe andato a lezione per poi prepararsi nel pomeriggio: aveva una sorpresa speciale per Devon. Era il giorno del suo compleanno e avrebbe organizzato tutto per filo e per segno. Non poteva permettersi granchè dato il suo portafoglio scarno ma sapeva che la sua ragazza avrebbe comunque apprezzato la sorpresa, qualunque fosse.

Uscì di casa osservando l'ambiente circostante: gli alberi di pesco del viale avevano dato alla luce dei meravigliosi fiori il cui colore era di un rosa pallido. Emanavano un profumo così dolce e piacevole. La brezza primaverile gli accarezzò il volto su cui regnava un sorriso timido. Peter si considerò, solo per un attimo fuggente, libero da ogni preoccupazione.

Decise di prendere la bicicletta per dirigersi in università e dopo poco arrivò. La hall era intrisa da una marea di studenti che camminavano, ripassavano e leggevano libri, il cui odore si fece strada nelle sue narici.

Venne accolto da Devon che lo salutò dolcemente mettendogli le mani attorno al collo e gli stampò un tenero bacio sulle labbra. Il suo profumo vanigliato lo incantò.

"buon compleanno, Dev. Sei bellissima" le sussurrò all'orecchio facendola rabbrividire. Indossava un corsetto nero che le metteva in risalto i seni formosi ed una gonna nera, anch'essa aderente. Ai piedi aveva degli stivali abbastanza grandi e, ovviamente neri. Gli occhi grigi erano impreziositi dal trucco leggero e le labbra rese lucide dal rossetto nude.

Si incamminarono mano nella mano a lezione dove vennero accolti dall'atmosfera vibrante della classe. C'erano anche Maya e Harry ad aspettarli. Quest'ultimo era guarito completamente anche se solo nel corpo. L' anima era, invece, ancora ferita da quanto accaduto il mese prima. Un'aura oscura lo travolgeva, sembrava cupo, ferito e Peter lo potè notare dal fatto che non facesse più le solite battute e non rideva come prima. Qualcosa lo turbava internamente e sapeva benissimo di cosa si trattava.

Harry era abituato ad essere la seconda scelta per tutti, in primis suo padre. Non pensava, però, che lo sarebbe stato anche per l'eroe newyorkese acclamato da tutti. La scelta ardua di Spider-Man lo aveva ferito nel profondo.

Perchè gli altri hanno un lieto fine e io no?

Pensò Harry con la testa vermiglia tra le mani. Cosa lo rendeva meno speciale, meno degno di essere salvato? Non lo riusciva a capire.

Peter notò il comportamento sospetto del ragazzo e gli si sedette vicino tentando di consolarlo. Il senso di colpa tornò a colpirlo come un pugile guidato dalla rabbia.

UNDER MY SKIN - spider-man Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora