La mattina seguente i due si svegliarono insieme, dolcemente. I corpi nudi erano ancora intreccati dalla nottata di passione che avevano trascorso insieme. Devon aprì gli occhi con delicatezza per poi trovarsi il viso, ancora impastato dal sonno, di Peter. Sorrise così tanto che le facevano male le guance.
Non si era mai sentita così felice. Mai in vita sua avrebbe pensato che un ragazzo le avrebbe sconvolto totalmente la vita. Si sentiva sconquassata dall'amore, martoriata. Ma quella morsa nel petto era un dolore così piacevole.
Devon nella sua vita era andata incontro a molte sventure. In primis la morte del padre che lasciò una ferita in lei impossibile da rimarginare. Ogni singolo giorno vi era un momento in cui la ragazza rimaneva sola con se stessa a pensare, pensare e pensare finchè non le faceva male la testa. Era solita avere degli incubi tremendi che la tenevano sveglia tutta la notte, che la facevano tremare e pregare Iddio che quello strazio finisse.
Si sentiva risucchiata in un buco nero senza via d'uscita. Con il tempo la sua melanconia iniziò a recedere e la ragazza iniziò il suo percorso di guarigione. Nulla la avrebbe più fermata.
"Pete, buongiorno" disse con voce flebile, coprendosi i seni con la coperta.
"non nasconderti, Dev, sei- sei semplicemente bellissima" le sussurrò il ragazzo all'orecchio, facendola rabbrividire. La amava davvero, ora era necessario aspettare il momento giusto per comunicarglielo.
La ragazza, a quelle parole si tolse la coperta, rivelando il suo corpo sinuoso sul quele si stavano formando dei piccoli brividi al contatto con l'atmosfera della casa, non così calda e accogliente come sperava.
"cazzo" Peter digrignò i denti, cercando di contenere l'eccitazione. Non poteva lasciarsi andare di nuovo. Ma infondo, perchè doveva contenersi? Pensò. La mente era come di consueto in subbuglio. Iniziò ad accarezzarle il collo, i seni formosi e la pancia, fino ad arrivare alla sua intimità, sfiorandola.
Un gemito scappò dalle labbra rosse della ragazza, la quale si stava godendo appieno il momento finchè il campanello non suonò, riportando entrambi alla realtà. Peter si vestì in fretta, lasciando la ragazza dagli occhi famelici sul letto. Scese le scale, tentando di indossare un maglione largo per coprire ogni evidenza della sua eccitazione.
Aprì la porta e gli si presentò Harry davanti. La sua chioma rossiccia brillava sotto la luce del mattino, evidenziando anche i suoi tratti marcati. Era davvero un bel ragazzo.
"Harry...già sveglio a quest'ora? Non ti facevo un tipo mattiniero" esordì cercando di calmare il cuore che palpitava nel petto.
"oggi lo sono, sì. Visto che non rispondevi al telefono ho pensato di fare un salto a casa tua. Dove sei stato per tutto questo tempo?"
"oh...uh...studiavo! Sì, sai, la sessione si sta avvicinando"
"anche Devon, per caso, studiava? Maya ha provato a chiamarla ma neppure lei rispondeva. C'è qualcosa che mi sono perso?" ammiccò.
"Harry! D'accordo, non sono bravo a dire bugie quindi sarò sincero con te. Eravamo...insieme, sì. Insieme" disse con un velo di imbarazzo.
"ah, vecchio lupo di mare!" rise di gusto "quindi tu e lei siete...ufficiali?"
"direi che è un sì. Cosa volevi dirmi?" tagliò corto, per nascondere l'imbarazzo.
"volevo chiederti se voi due veniste al luna park stasera" sorrise con il suo solito charm.
"perchè insinui che lei sia qui con me?" chiese, aggrottando le sopracciglia.
"non credo che una gonna plissettata faccia al caso tuo" disse, indicandola.
"uhm...va bene, Harry, ci vediamo stasera!"
lo salutò di fretta e chiuse la porta dietro di sé, sospirando. Tornò di sopra e vide che Devon era vestita e la camera stranamente in ordine. La ringraziò, dopodichè le diede un casto bacio sulle labbra per ringraziarla.
La mattinata insieme alla sua timida luce dorata passò in fretta. I due stavano passeggiando per le strade di New York a braccetto come una vera coppia innamorata. Peter non poteva desiderare di più da tutto quello che stava vivendo. Si sentiva in un sogno, un sogno sbiadito. Sapeva che niente durava per sempre, specie quando si aveva una doppia vita. Fu colto da un alone di paura, ansia, sgomento e Devon lo potè notare dal momento che non rispose alla sua domanda dopo la seconda volta.
"Pete, è tutto a posto? Sembri sovrappensiero" esordì in apprensione.
"Dev, c'è- c'è qualcosa che devo dirti, non posso più contenermi" disse con il fiato sospeso.
"dimmi, sai che puoi farlo" lo rassicurò accarezzandogli la spalla. Egli la trascinò in un vicolo appartato prima di lasciarle un bacio sulle labbra, un bacio bisognoso, affamato.
"io-io sono Spider-Man" esordì di getto.
"cosa? Pete, dici sul serio?"
Devon spalancò gli occhi dallo stupore. Era incredula.
"non avrebbe senso se ti mentissi" disse Peter, sbottonandosi due asole della camicia che mostravano la tuta blu e rossa. La ragazza lo baciò di nuovo, con più passione, ardore, pressando il proprio corpo con il suo.
"grazie per avermi detto la verità" gli sussurrò all'orecchio.
*
si era fatta una certa ora e Devon e Peter raggiunsero i due amici al Luna Park a Coney Island. Le varie attrazioni erano luminescenti e sgargianti. Il profumo di cioccolata calda e frittelle di fece strada nelle narici di tutti. La gente rideva e scherzava.
Dopo aver provato numerose giostre, Harry propose di fare un giro sulla ruota panoramica, la quale offriva una vista spettacolare su New York illuminata. Si vedevano nitidamente i grattacieli che si stagliavano contro il cielo blu cobalto in cui regnava la luna in tutta la sua maestosità. Il fiume Hudson brillava, le luci delle macchine che sfrecciavano sembravano assumere le sembianze delle lucciole.
Peter e Devon si abbracciarono per unire i loro corpi e carpire quanto più calore possibile. Il vento gelido sferzava i loro visi rossi dal freddo.
"c'è un'altra cosa che dovrei dirti, Dev"
gli occhi della ragazza brillavano. L'anticipazione di quello che sarebbe successo le fece sentire le farfalle nello stomaco.
"ti amo" le sussurrò e Devon gli rispose con lo stesso tono amorevole. Suggellarono il loro amore crescente con un bacio mentre i fuochi d'artificio variopinti esplodevano in cielo.
Dopo di che, Peter accompagnò la ragazza a casa, salutandola con un casto bacio sulle labbra prima di guardarla salire le scale del palazzo. Gli piaceva osservarla.
Erano ancora le sette di sera ed il ragazzo decise di andare in pattuglia per la città, tanto non aveva nulla da fare. Indossò la tuta rossa e blu prima di oscillare tra i palazzi che riflettevano la luce della luna. Le strade erano ancora inumidite dalla pioggia, le persone tutte incappucciate dal freddo.
Sembrava tutto regolare fin quando non notò che in una gioielleria vi era posizionato un piccolo segnale a forma di gatto. Si avvicinò a esso e lo analizzò, prima di entrare nel negozio e notare che i gioielli più costosi erano stati rubati. Pensò che fosse parecchio strano il fatto che non fosse scattato nessun allarme.
Poi un pensiero fece capolino nella sua mente.
È tornata.
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UNDER MY SKIN - spider-man
Fanfic|Insomniac's peter parker x OC| Se qualcuno vi chiedesse chi è Peter Parker rispondereste il solito ragazzo timido e impacciato che passa il suo tempo a studiare fisica quantistica. Il suo alter ego, invece, è amato da tutta New York, acclamato e ri...