3- La scena del crimine

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Per settimane non si era parlato d'altro e sulla bocca di tutti, dentro e fuori le mura di Hogwarts, era passato l'argomento dell'Halloween in maschera più atteso degli ultimi dieci anni. Hermione arrivò trafelata e sbuffò una risata nel leggere il festone lampeggiante appeso sopra all'ingresso.

"Dolcetto o scherzetto? Sempre in quel posto te lo metto!"

Spinse la porta dei Tiri Vispi e la sua bocca si aprì in una O di meravigliato stupore: la moltitudine delle decorazioni e gli incantesimi che aleggiavano erano stupefacenti. I ragazzi avevano fatto un lavoro più che eccellente, pensò orgogliosa di loro mentre un branco di pipistrelli le sfiorava pericolosamente la testa, se solo avessero messo le stesse energie nello studio non avrebbe dovuto spronarli così tanto sentendosi sempre la guastafeste di turno.

Gli inviti per la festa erano stati geniali, irriverenti e comici come solo il magnifico duo Weasley avrebbe potuto pensarli, e gli scherzi architettati ad hoc per l'occasione mantenevano intatto tutto il loro intramontabile stile.
L'assenza di Fred era una coltre buia e pesante da sollevare anche solo per una serata ma Ron per primo, seguito a ruota da Ginny ed Harry, aveva aiutato George nei minuziosi preparativi alleviando e sanando, per quanto possibile, l'inaffrontabile mancanza del gemello scomparso con la necessaria leggerezza nell'animo e le risate contagiose. Dopotutto proprio la risata di Fred, che echeggiava nei luoghi senza tempo e senza confini del loro affetto sempre vivo, sembrava permeare ogni cosa.

In ogni angolo del negozio era stata ricreata un'ambientazione diversa, particolareggiata e originale. L'ingresso era faraonico e c'erano mummie che accoglievano al guardaroba, il palco dove avrebbe suonato il complesso di Angelina era un cimitero particolarmente tetro, la zona bar le ricordava il laboratorio di pozioni di Hogwarts e proprio da lì sbucò George in veste di licantropo fulvo – senz'altro un cameo dedicato al Professor Lupin. Le si strinse il cuore vedendo il suo sorriso e ricordando quello dell'uomo. Scosse la testa per scacciare quel lieve senso di angoscia che d'un tratto le fece sembrare tutto inappropriato e gli andò in contro.

"Hermione, ben arrivata! Che te ne pare?" Le chiese lui allargando le braccia entusiasta.

"Wow, sono senza parole. Ragazzi, è stupefacente!" Rispose calorosa.

"Grazie," le rispose gonfiando leggermente il petto, "anche quei due mi hanno dato una mano, oltre a fare dei gran danni."

Le sfuggì un risolino mentre osservava Harry e Ron bisticciare su come incantare un enorme ragno peloso. Ron, ammantato in un logoro mantello nero da Dissennatore, era terreo dalla paura ma non voleva cedere alle sfide di Harry che lo provocava in vesti di Prigioniero di Azkaban. Una coppia perfetta, valutò tra sé e sé.

"Posso aiutarti? E' rimasto qualcosa da sistemare?"

George non esitò. "Puoi provare a salire di sopra, dalle balaustre, per controllare gli incantesimi delle luci. Sai devono essere fluorescenti. Non fluorescenti tipo fosforescenti, fluorescenti tipo da imprimersi nelle retine e non dimenticarlo mai più. Tipo – "

Lo interruppe con un efficiente gesto della mano. "Ho capito. Chiarissimo, vado."

Si sentì richiamare pochi passi dopo.

"Hey mi raccomando! Devi indossare un travestimento!"

Si accigliò pronta a ribattere, ma venne letteralmente investita da una piacevole e stordente brezza marina che preannunciava l'avvicinarsi di un costume molto ben riuscito.

"E devi provare l'open-bar prima che venga preso d'assalto, c'è qualche scherzetto di cui non è stato messo al corrente nemmeno il barista."

"Ginny!"

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