22- La confessione

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Svoltò a sinistra nel corridoio finestrato e illuminato dalla vivace luce di metà mattina, per poi abbandonarlo e imboccare le scale in direzione dei sotterranei.

Nei giorni scorsi sua madre lo aveva reso partecipe del recapito delle ultime due lettere. Inizialmente anche lei aveva archiviato le prime missive come l'ennesima molestia da parte di un mitomane alla ricerca di attenzioni, popolarità e magari galeoni. Non sarebbe stato il primo. Tuttavia, le minacce si erano fatte insolitamente insistenti e il mago sconosciuto aveva alzato la posta con l'invio al Manor di manufatti stregati con la Magia Oscura.

Avevano ritenuto opportuno interpellare le autorità e Narcissa era stata messa sotto sorveglianza da un paio di Auror, sostanzialmente era di nuovo ai domiciliari e casa loro veniva piantonata giorno e notte.

Al Ministero avevano convenuto che per lui fosse più sicuro rimanere ad Hogwarts, ma ora iniziava a non esserne più così certo.

Aveva riconosciuto a prima vista la pergamena ben ripiegata e la ceralacca a sigillarla solo che, questa volta, aveva accompagnato un pacchetto accuratamente incartato che si era affrettato a mettere da parte tergiversando di fronte alla curiosità di Blaise e Astoria.

Mentre camminava ad ampie falcate lo sentiva sbatacchiare nella borsa in mezzo ai libri e si domandò se chi si stava prodigando tanto per infastidire loro ed il Ministero lo credesse così idiota da aprire un tale pacchetto sospetto. Forse – rifletté, era solo un simbolico messaggio intimidatorio. Voleva fargli capire che lo avrebbe potuto raggiungere anche lì.

Il Professor Crow era già al corrente di tutta la situazione da settimane, Malfoy sbuffò contrariato prima di bussare leggermente alla porta del suo studio.

"Prego."

L'uscio cigolò sui cardini. "Buongiorno Professore."

Il docente lo guardò severo al di sopra della scrivania lucida e gli fece cenno di accomodarsi. "Signor Malfoy, tra pochi minuti ho lezione. Spero non mi porti via troppo tempo prezioso."

"Non avrei voluto disturbarla." Rispose ossequioso posando con cura il pacchetto incriminato sul ripiano tra di loro. "Ma il soggetto in questione si sta dimostrando ostinato."

Il professore strinse le labbra in una linea sottile e si accarezzò la barba brizzolata con fare meditabondo, mentre osservava l'involto e sfoderava la bacchetta con l'altra mano. Tentò un paio di incantesimi rivelatori che il Serpeverde non riconobbe e che fecero sprizzare scintille rosso cupo dall'oggetto animatamente rabioso per la magia di cui era intriso.

"Andiamo immediatamente dalla Preside McGranitt, prima di tutto deve essere garantita la tua incolumità." Dichiarò scattando in piedi e nascondendo tra le pieghe della veste nera quella che, a tutti gli effetti, era l'ennesima prova schiacciante che avrebbe avallato le accuse a carico dell'ancora ignoto vessatore.

Il tono perentorio che non ammetteva repliche usato da Crow fece rabbrividire il ragazzo, che si affrettò a seguirlo oltre la porta ed ebbe il presagio che la situazione non fosse così sotto controllo come aveva sperato.

*

Hermione aveva proposto di incontrarsi al tramonto al Ponte Coperto, finalmente ricostruito per intero solo da pochi mesi. Le assi di legno scricchiolavano sotto i suoi passi e Draco pensò che fosse ironico il fatto che, nonostante l'assedio dei Mangiamorte ad Hogwarts e la battaglia contro Voldemort sembrassero ormai distanti anni luce, lui e sua madre si ritrovassero ciclicamente sempre a fare i conti con le conseguenze indesiderate di quel passato. Come se vivesse nel loop di una Giratempo e non ci fosse modo, alla fine, di sfuggire definitivamente al peso dei suoi errori, come se il suo nome lo rendesse indegno di una qualunque possibile redenzione.

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