17- Gli arresti domiciliari

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Sulla pergamena incantata le strette lettere eleganti avevano tracciato: 'Riva Nord Lago Nero. 17.00. Porta la tua borsa di perline.'

Hermione arrivò all'appuntamento che il sole stava calando oltre le montagne distanti. Aprile era cominciato da qualche giorno e finalmente le giornate si stavano sensibilmente facendo più lunghe, complici dell'arrivo di una timida primavera che scandiva le settimane scolastiche e le loro routine. Inspiró l'aria umida portata dal lago che raccontava di creature misteriose celate nei suoi abissi e mostri acquatici.

"Hai portato la borsina?" Malfoy era chino sulla riva più nascosta del Lago Nero, quella lingua del bacino che s'insinuava nella foresta e che rappresentava il limitare del territorio dei centauri. La Grifondoro si aspettava di veder sbucare Fiorenzo da un momento all'altro.

"Si, a cosa ti serve?"

"Passami delle provette. Sto raccogliendo i campioni per il compito di Lumacorno." Le rispose concentrato sull'accurata estrazione della pianta dalla fangosa dimora.

"Perché non usi il magazzino di Pozioni?" Gli chiese frugando tra le pieghe della stoffa ed allungandogli quanto richiesto.

Malfoy si alzó ghignando soddisfatto. "Raccogliere l'ingrediente fresco aumenta la durata e l'efficacia della pozione stessa, lo capisci dal profumo più intenso e dal colore più vivace del preparato." E beffardo aggiunse, "Finalmente qualcosa che la so-tutto-io Granger non sa! Sono un pozionista migliore di te."

"Ti piacerebbe."

"Bugiarda." L'apostrofó ridendo.

Hermione sapeva che se c'era una materia in cui Malfoy le dava del filo da torcere, in quanto a voti, era proprio quella del Professor Lumacorno dove, nonostante il suo livello di attenzione lasciasse molto a desiderare, i voti erano sempre fastidiosamente alti.

Lasció che terminasse il suo lavoro poi si incamminarono affiancati, senza una meta precisa.

"Piton per primo mi definì così: so-tutto-io." Esordì piegando le labbra in una linea amara ricordando perfettamente l'episodio in questione. "Ti manca?" Gli domandò a bruciapelo sicura che il legame tra loro avesse più sfumature di ciò che era di dominio pubblico.

Il biondo Serpeverde fissó lo sguardo sull'orizzonte corrugando la fronte pensieroso. "Io... credo sia stato uno dei pochi a tenere davvero a me. Nonostante lo respingessi e gli procurassi più che altro problemi. Non riuscivo nemmeno a capire per quale motivo si fosse messo in mezzo. Ero certo che il Signore Oscuro dubitasse dei miei tentativi e me lo avesse messo alle calcagna per controllare portassi a termine l'incarico. Poi ho saputo del Voto Infrangibile ed ho intuito che ci fosse molto più di quanto mi fosse stato detto, ma tutto questo solo quando era ormai troppo tardi."

Hermione restó in silenzio per alcuni istanti e gli poggió una mano sulla spalla in atto di conforto.

"Non sei stato l'unico a commettere un errore di valutazione. Fin dal primo anno mi apparve losco, ambiguo, falso... per anni abbiamo sempre creduto che rendesse conto a Voldemort, quando invece era l'esatto contrario."

Malfoy si limitò ad ascoltarla in silenzio.

"Che presuntuosi!" Si rimproverò. "Eravamo sicuri che Silente avesse riposto la sua fiducia nella persona più sbagliata."

Malfoy sfioró le sue dita. "Piton era uno stronzo doppiogiochista, ma sapeva quello che faceva."

"Tu sapevi quello che stava facendo e perché?" Gli chiese cauta per sondare quanto l'altro sapesse del passato di Piton e quindi di Harry.

Lui scosse la testa. "Fino alla fine anch'io sono stato convinto fosse al servizio del Signore Oscuro, quando poi trapelarono le informazioni dei retroscena intuii che la sua fedeltà non poteva essere legata solo a una questione di ideali o alla stima per Silente, né tantomeno per salvarsi la vita... Doveva esserci dell'altro." Concluse pensieroso come se stesse ancora cercando una valida motivazione che spiegasse tutto.

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