16- Il tribunale

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Zabini si rassettó la divisa combattuto. Odiava avere la camicia sgualcita ma ne era valsa la pena, rifletté mentre osservava la ragazza davanti a lui lisciarsi le pieghe della gonna stropicciata quanto i suoi pantaloni. Aveva poca importanza, con un colpo di bacchetta sarebbe tornato tutto a posto e si chiese casualmente se anche Malfoy desse peso a questa cosa dopo essersi appartato con la Granger.

Un sorriso si distese sulle labbra carnose al pensiero che lo sbilanció in una proposta insolita per lui. "Mi farebbe piacere offrirti da bere qualcosa."

La ragazza puntò gli occhi nei suoi e, di nuovo, si meravigliò di quanto azzurri fossero, ricordandogli un cielo di primavera.

"Mi stai proponendo un appuntamento?" Gli domandò divertita.

Il Serpeverde inclinó la testa in quella maniera che sapeva intrigare il gentil sesso, "Vorresti che lo fosse?"

Lei trattenne una risata. "Priscilla, no!"

Zabini non si scompose anche se una punta di delusione gli fece prendere in considerazione che fosse attratto da lei più che dalle altre. Era alta, con gambe lunghe che aveva notato fin dalla prima volta e ricci neri fino alle spalle che gli facevano il solletico ogni volta che le addentava la pelle del collo inebriandolo col loro morbido profumo dello shampoo che aveva il vizio di cambiare.
Di nuovo pensò a Malfoy, chiedendosi a questo punto se non fosse geloso del suo compagno di Casa e della sua relazione.

"La galanteria é un aspetto di me che conosci ancora poco, ma vorrei rimediare." Precisó tentando un nuovo approccio.

Lei gli si avvicinó poggiando le mani sui pettorali definiti e percorse la linea da sopra la camicia verso il basso seguendo con lo sguardo le pieghe che la stoffa disegnava sui muscoli tonici fino ai pantaloni. Arrivó al cavallo e, massaggiandolo lentamente, spostó l'attenzione al suo viso.

"L'aspetto di te che mi preme approfondire è questo."

Zabini permise che l'erezione gonfiasse di nuovo, riempiendole la mano.

La ragazza s'inumidì le labbra e sospirando affranta si ritrasse. "Non ho più tempo. Devo tornare dalle altre, mi stanno aspettando da un pezzo ormai."

Mani in tasca, tese volutamente la stoffa sulla patta. "Sei sicura di voler rinunciare?"

"Sei una serpe tentatrice." Sospiró mordendosi il labbro inferiore in evidente conflitto interiore.

"Io invece sono sorpreso di non vederti la cravatta verde al collo." Ammise candido.

Lei ammiccó sagace. "La mia mente brillante si annoierebbe per lo più tappata nei sotterranei... I tuoi amici non sono come te!"

Eccome se gli piaceva.

La seguí con lo sguardo mentre si allontanava lasciandolo solo col suo ingombro tra le gambe. Doveva distrarsi da lei per far in modo che la sua eccitazione calasse e decise di concentrarsi su quanto accaduto alla Testa di Porco. Era stato a dir poco insolito, a tratti esilarante, osservare la complicità che fioriva tra i due che lo avevano fronteggiato e sorrise riflettendo su quanto fosse cambiato Malfoy da quando si frequentava con la Granger.

Aveva seriamente temuto per la sua incolumità mentale e fisica da quando era stato arruolato nelle file del Signore Oscuro. Quando poi Voldemort era stato sconfitto, il suo pensiero era andato a lui. Nel migliore dei casi avrebbe passato la vita in fuga tallonato dai mastini del Ministero, nel peggiore si sarebbe trovato tra le mani un biglietto di sola andata per Azkaban ed i suoi zelanti guardiani.
Per una volta la dea bendata aveva aperto gli occhi ed era stato graziato anche per merito della testimonianza di Potter e dei suoi scudieri nelle aule del tribunale. Si ritrovò a pensare che Malfoy dovesse essere riconoscente almeno due volte nei confronti della Grifondoro: lo aveva salvato dalla prigione ed ora lo stava salvando da sé stesso.
Da un certo punto di vista era una visione terribilmente romantica, anche se di sicuro non avrebbe mai pensato di dare il merito di quest'impresa ad un Grifondoro e men che meno ad Hermione Granger.

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