12- Il processo

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San Valentino arrivó in un baleno ed era evidente che non sarebbe stata una giornata normale quando a colazione si riversò in Sala Grande una quantità tale di gufi da sorprendersi che non ci fossero stati incidenti di sorta.

Hermione si vide recapitare alcune lettere di ammiratori che, anche se già sapeva non avrebbero avuto un seguito se non un cortese declino, le fecero piacere. Non riuscì ad impedirsi di scivolare con lo sguardo dalla parte opposta delle tavolate chiedendosi se anche Malfoy avesse ricevuto quel genere di posta.

Per alcuni istanti la pioggia di pergamene le rese difficile individuarlo tra gli studenti, mentre la curiosità, mista ad una punta di qualcos'altro più fastidioso, la fece muoversi nervosa sulla panca.

Quando il flusso si diradó, notó come quasi tutti i Serpeverde stessero facendo i conti con buste e pacchettini, Malfoy compreso che soppesava con occhio critico la piccola montagnola di carta deposta praticamente sul piatto della colazione, mentre Zabini e la Greengrass gli tiravano gomitate sghignazzanti.

Sentì l'impulso di estrarre la bacchetta e farle evanescere seduta stante, incurante di poter essere notata, ma non fu necessario.

Il Serpeverde impugnó la sua e in un attimo guizzanti lingue infuocate fecero cenere di tutte.

Il sollievo che provó le fece abbassare la testa riccioluta per nascondere il sorriso che le affioró spontaneo e, quando alzó nuovamente lo sguardo, incroció il suo che anche da distante riuscì a toglierle il respiro.

Le lezioni si snodarono faticosamente in quella effervescente giornata, tra origami svolazzanti di appuntamenti e filtri incantati destinati a far cedere le resistenze degli amori non corrisposti. L'attenzione degli studenti era costantemente minata da fatture fulminanti di vendetta e cuoricini fluttuanti che si scontravano sulle loro teste nei corridoi tra un cambio di materia e l'altro. Gli sghignazzi si mescolavano ad occhiate furtive, guance arrossate e lacrime amare di cuori spezzati.

La Professoressa McGranitt attraversò il cortile lastricato scuotendo seria la testa. Aveva iniziato a confiscare pozioni tanto potenti da rasentare l'illegale da alcuni giorni, ma l'apice che aveva raggiunto la superficialità dei ragazzi della sua scuola l'aveva vista costretta a togliere punti agli studenti di tutte le Case ad una velocità feroce, persino ai Grifondoro che, davanti alla sua compita integrità morale, non erano esenti da punizioni.

Le fan di Harry si tenevano a debita distanza, pareva che Ginny fosse di facile fattura quel giorno e girava tallonando il suo ragazzo con la bacchetta sguainata come deterrente per le più impavide.

Ron invece era ancora disponibile sulla piazza ed il fascino dell'Eroe di Guerra gli fece guadagnare diverse lettere romantiche, qualche scatola di cioccolatini incantati da cui si teneva a debita distanza - memore del precedente con Romilda Vane, ed un paio di Schiantesimi per costringerlo ad assumere un filtro d'amore che pareva non si riuscisse a mescolare nel suo succo di zucca mattutino. Aveva mancato la prima fattura per miracolo ed evitato la seconda solo perché Hermione l'aveva prontamente deviata. Dopo l'episodio Ron divenne estremamente diffidente e dichiarò che non avrebbe bevuto nulla per quel giorno, giusto per maggiore sicurezza.

"Non dovresti girare da solo oggi." Lo rimproverò lei accigliata, mentre venivano raggiunti dai loro compagni di Casa.

Non si erano quasi ancora parlati da quando lo aveva lasciato, ma lui le mancava. Le mancava la loro amicizia e ne soffriva parecchio.

"Miseriaccia! Sei sempre dannatamente brava! Lo sai, si?" Osservò sinceramente grato spolverandosi di dosso il residuo magico di un biglietto d'andata per l'infermeria.

La ragazza, sempre onorando il suo proposito fatto a Natale, si allontanò per riprendere le distanze con una leggera fitta di malinconia, quando Ron la richiamò. Si voltò a guardarlo e per la prima volta dopo mesi l'aria tra loro apparì meno tesa. Il silenzio scivolò come un balsamo ad alleviare quella ferita che ancora pulsava dolorosa e non come un farraginoso risentimento. Un debole sorriso si fece strada sul viso di lui, prontamente ricambiato con altrettanta timidezza. Forse le cose da lì in poi sarebbero migliorate.

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