26- Il giudice

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Il rientro ad Hogwarts era stato posticipato di altri due giorni, rispetto a quanto preventivato inizialmente, e Draco era arrivato scalpitante al momento in cui si attivò la Passaporta per riprendere quella quotidianità fatalmente interrotta ormai settimane prima, da quando le lettere dell'ex Mangiamorte si erano fatte insistenti. Sua madre lo aveva accompagnato e lo aveva salutato con un abbraccio, insolito da parte sua ma comprensibile visti i recenti avvenimenti che li avevano travolti.

Aveva trascorso i momenti precedenti il viaggio ripensando allo scontro con Trevor Tiger, al gusto rancido della paura che l'aveva invaso mentre era disarmato e intrappolato dalla Magia Oscura con sua madre in balia del Mangiamorte con l'animo divorato dal desiderio di vendetta.

In realtà Narcissa lo aveva sorpreso con il pugnale dei Black. Altra fonte di preoccupazione inizialmente, almeno da parte sua, visto quanto vivevano ancora controllati dal Ministero... ci mancava solo che venisse aperta un'indagine fittizia con quel pretesto per farli passare dalla parte del torto. Non se ne sarebbe stupito. Un grosso rischio, per citare le parole del damerino in divisa che aveva raccolto le loro prime deposizioni. Grazie a Salazar sua madre non era una sprovveduta, anzi, l'aveva rivista in tutta la sua fulgida scaltrezza e prontezza, dopo tanto tempo nuovamente sicura di sé come la Narcissa Malfoy dei suoi ricordi di ragazzino.

Iniziò a camminare sul sentiero in direzione del Castello, brulicante di vita al suo interno e all'esterno. Tutto è bene quel che finisce bene, ma provava ancora un sordo livore verso gli Auror che per giorni avevano piantonato Malfoy Manor facendoli sentire in ostaggio più che sotto protezione, per poi essere del tutto inefficienti nel momento cruciale del bisogno. C'era stato un diversivo, sì – certamente plausibile, avrebbero dovuto aspettarselo, con chi diavolo credevano di aver a che fare?! Si aspettavano che avrebbe bussato al portone d'ingresso presentandosi con calma, o che si sarebbe Smaterializzato davanti ai cancelli per suonare il campanello facendo scattare tutti gli incantesimi di protezione attivati?! Che branco di cretini! Pensò scuotendo la testa platinata. Persino il Trio delle Meraviglie avrebbe saputo fare di meglio. Per un secondo considerò – stupendosi di sé stesso per la totale assenza di malizia o di ironia – che Potter, Weasley e la Granger sarebbero stati un notevole acquisto per le fila degli Auror visti gli standard.

La Granger... Merlino quanto gli mancava!

Entrò di soppiatto nell'edificio passando da uno degli ingressi secondari, come da accordi con il Professor Crow che lo stava aspettando all'imbocco del portone avvolto in un lugubre mantello nero decisamente fuori stagione. Dopo un breve cenno di saluto, Malfoy gli consegnò la pergamena del Ministero e si apprestò a seguirlo per essere scortato fino all'ufficio della McGranitt. Mentre ascoltava l'eco dei loro passi nei corridoi di pietra deserti si domandò dove fosse Hermione, probabilmente in biblioteca, o forse ad Hogsmade con i suoi amici. Doveva saperlo, aveva urgenza di rivederla e di parlarle, di chiarire tutto quanto e confrontarsi su cosa lei stesse provando al momento. Se le era pesata la sua assenza anche solo un decimo di quanto fosse mancata la sua a lui. Si era rimangiato da un pezzo la maggior parte delle cose che si erano detti e non poteva lasciare che tra loro finisse così... in sospeso. Sapeva di avere un carattere rancoroso, non era più una cosa di cui andava fiero, come sapeva che la Granger poteva rivelarsi estremamente orgogliosa. Ma dopo quanto avevano passato doveva decidersi a mettere da parte, a quanto pare per primo, le ultime briciole di risentimento per quella stupida discussione e il loro stupido comportamento che ne era seguito.

Il professore lo lasciò di fronte ai due gargoyles di pietra recitando la parola d'ordine che aprì il varco sulla ripida scalinata, lo aspettava una noiosa chiacchierata che non aveva voglia di fare.

*

Alla fine di quello che doveva essere un formale discorso di bentornato, per così dire, lo sguardo pungente della Preside lo analizzò da testa a piedi mettendolo a disagio come solo la direttrice della Casa Grifondoro poteva fare.

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