Chapter 3: Ospite a Cena

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Raggiunse il distributore per comprare quante più bottiglie d'acqua possibili. Con le braccia piene si rifugiò in un piccolo vicolo cieco, si accucciò dietro a un grosso bidone della spazzatura e si gettò sulla testa il fresco liquido trasparente.

Come immaginato, quello shampoo colorato perse immediatamente vivacità e i suoi capelli tornarono bianchi.

Poco prima che finisse l'acqua dell'ultima bottiglia, Izuku si lavò le mani e prese un generoso sorso. Passò una mano dalla fronte alla nuca per spostarsi all'indietro le ciocche grondanti d'acqua.

«Bene! Anche questa è fatta!» sorrise.

Gettò le bottiglie nel cassonetto e uscendo dal vicolo svoltò verso sinistra.

Passo dopo passo sentiva le gocce d'acqua abbandonare le sue ciocche per insinuarsi nel collo e inumidire piacevolmente il colletto della sua camicia bianca.

Era così assorto nei suoi pensieri che non sentì chiamarsi fino a quando una mano non lo afferrò per un esile polso.

Izuku spalancò gli occhi, come scottato e si strattonò con violenza, facendo un paio di passi più indietro.

«Katsuki-kun?» squittì poi sorpreso.

L'altro alzò una mano. «Ti stavo cercando».

«Ah, sì? Beh, io ho molto da fare. Scusa, non ho tempo da perdere».

Il giovane si voltò piccato per via di tutta quella spavalderia che Katsuki aveva dimostrato il pomeriggio precedente ma questo gli si parò dinanzi.

Izuku sbuffò, tentando di superarlo ma l'altro non glielo permise.

«Che cosa vuoi?» domandò.

Il biondo indossava abiti decisamente più casual; una canotta nera mostrava i suoi muscoli tonici e ben definiti, il pantalone scuro largo si restringeva di poco sul cavallo pronunciato nonostante a riposo.

Le esili caviglie terminavano in un paio di normalissime scarpe nere a calzino.

A malincuore, Izuku dovette riconoscere che il nero gli donava davvero. Tuttavia, cancellò quel pensiero immediatamente.

Il biondo infilò una mano nella tasca e con l'altra gli prese il polso. Izuku, guidato, aprì la sua piccola mano e accolse un braccialetto nel palmo.

«Ieri l'ho trovato in terra al bancone» raccontò Katsuki. «Non sapevo come contattarti né trovarti, così ti ho aspettato qui».

«Come facevi a sapere che sarei passato?» domandò Izuku, non più arrabbiato.

«Non lo sapevo. Ho solo tirato a indovinare».

Il bianchino accarezzò il braccialetto con la punta delle dita. Aveva uno sguardo dolce e malinconico. Katsuki se ne stupì molto e si sorprese di tanta bellezza.

«Ti aiuto ad allacciarlo».

Izuku non oppose resistenza, così aspettò che quelle dita innaturalmente dolci glielo agganciassero al polso sinistro. «Voglio sdebitarmi con te» disse.

«Non serve...» rispose l'altro. «Ieri... ho un po' esagerato».

«Solo un po'?» rimbeccò Izuku, giocoso.

L'altro roteò gli occhi ma tutti e due si misero a ridere di gusto. Katsuki, forse, non era così male come aveva pensato ma aveva imparato a non fidarsi delle sole apparenze.

Chissà per quanto tempo Katsuki l'aveva aspettato, senza neanche essere sicuro che l'avrebbe visto? Izuku sentì un po' di colpevolezza in sé così decise di tentare la sorte e di provare a ringraziarlo in qualche modo.

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora