Chapter 17: Momenti di Storie

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Mesi fa...

Katsuki ansimava con ancora le bacchette in mano. 

Aveva dato il meglio, la batteria aveva ruggito e lui si era divertito davvero tanto! Si alzò e si inchinò un po' alle varie persone che lo avevano studiato. Shoto era seduto accanto a Enji Todoroki e a Sekijiro Kan. Finse di non conoscerlo.

«Il prossimo!» disse un uomo dai capelli neri e lo sguardo stanco.

Il biondo lasciò il palcoscenico e con la coda dell'occhio vide il ragazzino della fila, quello con i capelli bianchi. Gli esaminatori gli chiesero il nome ma lui non riuscì a capirlo, troppo stanco e ancora gli ronzavano le orecchie.

Quando il bianchino prese posto e iniziò a suonare ben quattro stili differenti di musica, la sua bocca si aprì nello sgomento. Rimase ad ascoltarlo completamente rapito dalla grazia di quelle mani che muovevano sicure le bacchette e la gamba che faceva risuonare la Gran Cassa.

Katsuki lo guardò bene in faccia ma di nuovo non riuscì a scorgere bene il suo viso; impresse nella mente solo quei capelli bianchi e l'aria così felice, fanciulla. L'onda della rabbia ma anche dell'ammirazione infransero il suo cuore.

Il suo orgoglio si sbriciolò definitamente dinanzi a una standing ovation.


Anche tu, Shoto? Non hai applaudito me ma lui?


Katsuki conficcò le unghie nei palmi delle mani. Le lacrime s'intrecciarono nelle sue ciglia ma lui non le lasciò affatto cadere.

«Abbiamo trovato chi cercavamo. Eri tu, ragazzo! Il tuo numero, il centesimo, era proprio predestinato!» fece Shota. «Benvenuto nella Red Rod!».

Katsuki sentì il terreno sotto ai piedi distruggersi. Ma come? Lui era venuto dopo quel bianchino ma per un caso strano aveva ricevuto il numero novantanove. Perché? Dove aveva sbagliato? Perché non era stato scelto lui?

Si affacciò un po' meglio sul palco. Shoto sorrideva ed applaudiva... che fosse lui quello di cui si era innamorato? La rabbia gli fece venire un sordo dolore allo stomaco.

Allora, attese con grande impazienza che di nuovo Shoto si liberasse per poterlo aspettare fuori dall'edificio, un po' all'ombra di un vicolo.

«Oi, quindi ti piacciono le mezze femmine?».

Shoto sospirò pesantemente. Era ancora risentito di quello che era successo a scuola.

«Come si chiama quello che hanno scelto per caso? Perché è evidente che fossero tutti ubriachi, lì dentro! Perché non hanno scelto me? Sono stato più bravo! Il numero uno!».

«E' evidente che non sai accettare che ci sono molti giovani talenti, Bakugo. Inoltre no, non è quel ragazzo quello di cui mi sono innamorato» replicò deciso Shoto. «Ora devo andare. Ti prego, non insistere. Se vuoi, possiamo ancora essere amici».

Katsuki deglutì un groppo amaro lungo l'esofago. Ringhiò furiosamente ma poi si calmò. Quando alzò gli occhi puntati all'asfalto, si assicurò di guardare Shoto con grande disprezzo.

«Non c'è mai stata amicizia tra di noi» bofonchiò.

A testa bassa, il cuore a pezzi e le mani in tasca se ne andò, incurante di come Shoto si fosse sentito ancora ferito.

Poco prima di dirigersi verso i cancelli della Red Rot, intravide il ragazzino che gli aveva soffiato il posto. Stava parlando con Shota Aizawa e accanto a lui c'erano due ragazzi che non conosceva. Uno alto e l'altro muscoloso, con i capelli neri.

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora