Chapter 16: Tempo che Scorre

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Inko era devastata.

Un attimo prima si premurava di aggiornare il database dell'haul del pronto soccorso e in quello dopo entravano due ambulanze. Era corsa all'esterno preoccupata e si era persa nell'osservare le sirene rosse-blu che proiettavano veloci globi in ogni dove.

Uno dei paramedici le aveva fatto cenno di avvicinarsi e lei aveva obbedito ma la sua determinazione si congelò quando riconobbe un ciuffo bianco e altri sporchi di sangue.

Un grido le era uscito con forza dalla trachea: quello era il suo bambino!

Istericamente urlò con le mani tra i capelli. Corse accanto alla barella dove il figlio riversava in condizioni critiche e con una mascherina d'ossigeno sul viso.

«Midoriya-san, non dirmi che è tuo figlio?».

Lei aveva annuito, poi si era aggrappata alle sbarre della barella e aveva corso lungo il corridoio per la Medicina d'Urgenza. 

Più avanti, a mente fredda, avrebbe ricordato anche Katsuki attorniato dai medici e un altro ragazzo dai capelli nerissimi come una notte senza luna.

Prima Hisashi ora il suo amato Izuku.

«P-perché?» gemette tra i singhiozzi. Era tornata alla realtà.

«Inko!».

La donna dai capelli verdi scorse Mitsuki, Masaru, Shota e Yagi: tutti avevano il medesimo volto di paura. Si tuffò tra le braccia della sua vecchia amica. Striature di trucco nero le avevano sporcato le pallide guance e i suoi occhi corvini erano arrossati di lacrime non del tutto versate.

«I-il mio bambino...!» articolò a fatica la verdina.

«Hanno chiamato anche me e Masaru...» disse con voce tremolante. «... anche il nostro Katsuki...».

Le due donne presero posto sui seggiolini rossi fuori le bianche porte che dividevano il corridoio verdognolo. 

«E' un codice rosso...» si lasciò sfuggire Inko. «Non mi hanno detto nulla ancora ma Izuku... oh, il mio bambino! Il mio piccolo tesoro!!».

«Dobbiamo essere forti, Inko» gemette Mitsuki. «Possiamo solo aspettare. E' l'unica cosa che possiamo fare al momento».

L'aria si inasprì, diventando densa e pesante. Non c'era altro da fare se non aspettare, con il cuore sempre più pesante...



***

Mesi prima...

Katsuki continuava a guardare il suo cellulare con un sorriso radioso. Era arrivato finalmente il giorno del provino per giovani batteristi e lui non vedeva l'ora!

Si era iscritto un mese e mezzo fa e aveva trascorso ogni giorno prima di sapere l'esito con grande trepidazione e un pizzico d'ansia. L'orologio sul polso segnava quasi le tre; lui sorrise, mancavano pochi secondi per poter vivere quella nuova emozione.

«Sembri felice, Baku-bro».

Ops! Si era di nuovo immaginato di essere fuori il palazzo a vetrate scure! Scosse il capo ma non smise di sorridere. Era ancora a scuola e l'orologio batteva appena le undici e dieci del mattino.

Katsuki annuì genuinamente felice all'improvvisa constatazione di Eijiro. 

«Oggi andrò a fare il provino per batteristi!» gli disse. «Vuoi venire con me?».

«Lo farei volentieri... ma oggi dovrò andare ad Osaka a trovare i miei parenti».

Katsuki comprese: «E' per tua nonna? Come sta?».

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora