Chapter 15: Scontri

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Izuku si era seduto sotto alla pioggia battente, su una panchina e completamente da solo. Non riusciva a sentire altro che le parole di Katsuki risuonare nella sua mente. 

Quello che animava il suo cuore ferito era una profonda devastazione che non sarebbe andata via. 

I suoi capelli avevano assunto una nuance bianca-verde pastello. Le ciocche erano impastate dello zucchero dei frappè ed erano tenute incollate dalla pioggia che si beffava di lui.

Izuku alzò debolmente il palmo verso la pioggia. L'acqua lo riempì rumorosamente, colando verso il suo avambraccio. Sorrise un po' prima di abbassare il capo e la mano sui suoi pantaloni completamente fradici.

All'improvviso un alto ragazzo moro gli comparve dinanzi con un ombrello. Il giovane fremette un po': il rumore della pioggia si era fatto più forte ed assordante tanto da sovrastare i suoi pensieri confusi.

«Shindo-kun?» sussurrò con voce flebile.

L'altro gli sorrise. Aveva il casco nero della sua moto sotto al braccio. La giubba nera con strie bianche fasciava in modo impeccabile il suo fisico muscoloso e slanciato. I jeans bagnati non facevano che pronunciare il suo cavallo rigonfio.

Gli stivali corvini schiacciarono una pozzanghera a un passo più avanti.

«Izuku... hai visto cosa succede quando mi tieni dei segreti?».

Il bianchino abbassò di nuovo gli occhi pesanti di lacrime. Yo sospirò un po' mentre gli poggiava una mano sulla spalla.

«Perché non andiamo in studio? Ci sono le docce, potrai asciugarti».

Izuku non rispose. Era così vuoto che avrebbe solo voluto ammalarsi e arrendersi a tutte le difficoltà che la vita continuava a mettergli sul cammino ogni giorno.

Yo gli si accovacciò dinanzi, il casco l'aveva infilato in mezzo alle ginocchia. Sorrideva appena e con tenerezza gli sollevò il mento. Gli occhi di Izuku erano due biglie opache quanto vuote eppure ancora così belle. Gli venne da sogghignare un po'.

Izuku era una preda facile.

«Se ti baciassi... me lo permetteresti?» gli chiese in modo sensuale.

L'altro non oppose resistenza, si limitò solo ad abbassare ancora gli occhi. Il ghigno del moro si allargò ancora di più. Dolcemente allungò il collo, pronto per saggiare quelle piccole labbra appena dischiuse.

Ad Izuku non importava più nulla, la sua mente continuava a replicare all'infinito le parole di Katsuki.

«FERMATI!».

Il piccolo batterista fremette e, per un singolo attimo, la luce si riaccese nei suoi occhi. Alzò il capo... li vide! Sotto la pioggia battente Katsuki e perfino Eijiro li guardavano attentamente. Yo non tolse la mano dal mento del bianchino ma sbuffò sonoramente.

«Che cosa vuoi? Non hai già fatto abbastanza nel rompere il suo cuore?».

«E tu che ne sai?» replicò furioso Katsuki.

«Ero in moto quando vi ho visti e vi ho seguiti» rispose Yo rabbioso. «Avevo detto ad Izuku di non tenere segreti e questi sono i risultati! Lo hai ridotto in questo stato catatonico!».

Il biondo guardò Izuku e il suo cuore ebbe uno spasmo di dolore. Che cosa aveva fatto!

«Izuku... vieni» disse con immensa sicurezza.

Il bianchino si alzò dalla panchina, con la mano ferita chiusa a pugno e premuta contro il petto. I suoi occhi versarono delle lacrime ma il suo corpo non si mosse.

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora