Chapter 26: Dove tutto è Iniziato

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Katsuki sollevò gli occhi alla porta della stanza d'ospedale quando uscì un dottore. Quest'ultimo gli fece un cenno senza però dirgli nulla. Tra le mani un bel bouquet di fiori profumati capeggiava con eleganza. 

Entrò in quel piccolo ambiente dal forte odore di medicinali. Izuku era sveglio e seduto mentre Inko gli teneva le mani.

«Ciao, Katsuki» sorrise, lui fece un cenno col capo. «Che splendidi fiori!» aggiunse. «Li sistemo io; andrò a prendere un vaso».

Chiaramente aveva trovato il pretesto perfetto per lasciarli da soli.

Katsuki, un po' nervosamente, si avvicinò a Izuku.

Che cosa si dice in questi casi?

Deglutì. Odiava sentirsi nervoso e in ansia senza un apparente motivo!

«Kacchan...».

Al dolce suono di quella voce, tutti i suoi dubbi svanirono. Katsuki gli prese le mani senza neppure rendersene conto. Izuku stava sorridendo teneramente e nei suoi occhi la cupezza era ormai sbiadita.

«Allora non l'avevo immaginato, tre giorni fa...».

Il bianchino scosse piano il capo. «Rivivere quell'episodio mi aveva sbloccato ed ora posso parlare di nuovo».

Katsuki ingoiò a vuoto. Era felice ma ancora non sapeva che cosa dire.

«Grazie per tutto quello che hai fatto per me, Kacchan».

«Non dirlo. L'ho fatto con piacere».

Izuku annuì appena, senza guardarlo. Anche lui non riusciva a dire una cosa coltivata nell'anima per tutto il tempo.

«Kacchan» e l'altro drizzò le spalle. «E' difficile per me ma ci proverò lo stesso». Izuku inspirò a fondo: «Io sono innamorato di te» rivelò con voce calma.

Il biondo gli lasciò andare le mani, fece un passo indietro con il cuore che pareva crivellargli lo sterno dall'interno.

Lo sguardo del bianchino era così vivido e profondo che sembrava di venir ingoiato nel verde mischiato con piccoli punti luminosi simili a stelle.

«E' così. Sono innamorato di te» ripeté con più fermezza.

Katsuki deglutì, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

«Grazie...» mormorò, senza guardarlo.

Istintivamente Izuku comprese che aveva appena rovinato tutto. Ma poco prima che potesse aggiungere qualcosa capace di rimediare, Katsuki si avviò alla porta.

«Scusa. Ho un impegno» e lo lasciò da solo. Per pochi attimi non s'incrociò con la signora Midoriya.

«Eccomi con il vaso!» cinguettò lei, un attimo dopo. «Che cosa è successo?» domandò perplessa, alla vista di suo figlio, un relitto in lacrime.

«Mamma...» pigolò Izuku.

La donna lo strinse a sé per lasciarlo piangere e sfogarsi...


***

Grazie.

Questo gli aveva detto a causa della sua enorme codardia.

Erano oramai trascorsi sei giorni e da allora Katsuki non si era più premurato di chiamare Izuku. Se l'avesse fatto di sicuro sarebbe finito con lo staccare la chiamata per il troppo imbarazzo e causare ancor più fraintendimenti.

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora