I due erano fermi in prossimità del binario dove un treno sarebbe giunto di lì a poco.
Katsuki guardava il cellulare, Izuku era seduto su una panchina e di tanto in tanto beveva dell'acqua con del magnesio disciolto al gusto limone.
«Kacchan, dov'è che siamo diretti?» chiese.
«Ti piacciono le sorprese?» rispose l'altro, senza alzare gli occhi dal cellulare.
«Dipende».
Il biondo se la ridacchiò un po'. Da lontano, lo stridio dei freni e le vibrazioni crescenti delle ruote di ferro sui binari iniziavano a risuonare.
«Penso sia arrivato il treno. Ce la fai ad alzarti?» chiese premuroso.
Izuku annuì ma nel momento in cui si alzava perse un po' l'equilibrio. Si artigliò la fronte, come abitudine, con la mano mancina e di nuovo Katsuki ebbe un senso di déjà-vu.
Al conbini anche Mido-chan aveva avuto la stessa reazione durante una vertigine.
«Izuku...» espirò quasi incredulo ma non parlò più.
Fu un viaggio molto tranquillo per i due. I posti a sedere erano stati un vero colpo di fortuna: tutti e due vicino al finestrino, faccia a faccia e nessuno al loro fianco.
Lentamente il paesaggio iniziava a correre insieme alla fantasia dei due giovani, chiusi in un silenzio probabilmente imbarazzante.
Katsuki riprese di nuovo il cellulare e continuò a controllare la sua e-mail. Non era ancora arrivato nulla e temeva che Sekijiro-san avesse cambiato idea sulla collaborazione con lui.
«Che cosa mi volevi chiedere?» domandò improvvisamente Izuku.
Il biondo sollevò a lui lo sguardo. Rimase colpito da quell'immagine quasi celestiale: il sole meno caldo risaltava il colore bianco dei suoi capelli, rendendoli trasparenti e dotati di un alone candido.
Un angelo.
L'iride destra di Izuku, baciata dal sole, era diventata come una pietra di incommensurabile valore, profonda e luminosa, di un verde intenso. Le gote del biondo andarono a fuoco e, senza apparente motivo, l'altro gli sorrise. Teneva il viso diafano poggiato sulla mano destra.
«Tu... somigli davvero a Mido-chan» ammise in un borbottio.
Lo aveva detto davvero?!
Il bianchino cambiò radicalmente espressione. Lo degnò di una lunga occhiata significativa prima di poggiarsi di testa contro il seggiolino blu e guardare il paesaggio che cambiava dal finestrino.
A Katsuki si afflosciarono le spalle nel dubbio di averlo offeso.
«Ti da fastidio?» chiese a d'un tratto Izuku, la sua espressione si era appena mutata in una indecifrabile e di difficile interpretazione.
Katsuki negò con il capo. Si fece perfino coraggio quando prese posto accanto a lui. Il bianchino sbuffò un pochino ma non lo cacciò via.
«No. E' solo che, ora che ti vedo meglio, somigli davvero molto a Mido-chan. Siete gemelli?».
«No... penso siamo semplicemente dei sosia. Tu lo sai che nel mondo abbiamo delle copie, no?» rimbeccò giocoso Izuku.
«Sì, lo so. Ma tu e Mido-chan siete due persone completamente differenti».
Izuku sollevò le sopracciglia, incuriosito.
«Tu hai un carattere molto più forte e non ti pieghi facilmente; invece quell'insopportabile batterista è sempre a piagnucolare, sempre attorniato da persone che farebbero di tutto per aiutarlo e accontentarlo e questo mi fa incazzare!» spiegò Katsuki, con una punta di rabbia nella voce.
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BakuDeku: Noce
FanfictionAl Noce, il combini dove lavora Katsuki Bakugo, un giorno entra un misterioso ragazzo che per puro errore compra dei preservativi. E da qui ha inizio una storia entusiasmante di Izuku e Katsuki, due perfetti sconosciuti protagonisti di una nuova av...