Chapter 24: Uscire Insieme

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In poco più di due mesi, Katsuki aveva del tutto riacquistato padronanza della sua gamba e ora poteva muoversi senza la stampella ma ancora non poteva affaticarsi con gli allenamenti o una semplice corsa.

Doveva andarci cauto, molto piano per evitare di avere spiacevoli conseguenze.

Inko aveva provato a dire che Izuku poteva anche tornare a casa ma Mitsuki e Masaru si erano opposti, consci del fatto che in quelle settimane, il ragazzino triste e depresso era diventato molto più cosciente delle cose intorno a sé.

Stava anche riprendendo a mangiare, sempre piccole porzioni ma almeno non vomitava più così spesso.

Lo Shiketsu, sapendo delle condizioni di Izuku, aveva concesso (grazie a Yagi Toshinori soprattutto) di farlo studiare da casa e i suoi voti erano ulteriormente migliorati, tanto da avere il massimo in ogni materia.

Ogni settimana, infatti, Yagi passava a casa dei Bakugo per portare test e compiti. Chiacchierava con Izuku sebbene con monologhi e gli raccontava di come Yoarashi fosse diventato un ottimo Vice-Capitano della squadra di pallavolo e del fatto che non smettesse mai di parlare di Shoto.

Aveva visto più volte il figlio di Enji aspettare Yoarashi fuori lo Shiketsu o di sbirciarlo giocare dall'esterno della palestra. Izuku aveva sorriso in modo gentile.

Tuttavia, c'erano quei momento in cui la rabbia e la collera per il fatto che non potesse muoversi lo faceva preda. Allora Izuku si metteva ad osservare il cielo e non interagiva con nessuno né mangiava.

A volte rimaneva a letto e si faceva dare una mano da Katsuki o Masaru quando doveva andare in bagno.

Un giorno, verso le quattordici, Izuku ricevette un messaggio sul cellulare da parte di Katsuki.


Domani io e i ragazzi abbiamo pensato 
di portarti a fare un giro con noi. Verrai.


Il bianchino aveva risposto con un punto esclamativo, senza darci davvero peso. Perché crucciarsi quando non ci sarebbe dato? Ancora una volta Katsuki decideva per lui?

Quando però il biondo tornò a casa e lo abbracciò con una certa foga, schioccandogli un bacio a fior di labbra, Izuku comprese che quel messaggio conteneva un messaggio importante.

«Izuku, domani io, Eijiro e Denki usciremo insieme e ti porteremo con noi. Devo ancora valutare se portare o meno la sedie a rotelle». Izuku spalancò gli occhi, stupito. «E' tutto sotto controllo, va bene?» mitragliò il biondo con una certa eccitazione.

Izuku sbatté semplicemente le palpebre, insicuro. Di nuovo Katsuki gli schioccò un bacio ma sullo zigomo.

A poco a poco, in quella manciata di giorni, quello scambio di baci silenziosi che mai Masaru e Mitsuki avevano visto, aveva creato una forma di legame tra i due, nonostante non l'avrebbero mai ammesso.

L'atteggiamento ostile e distaccato di Izuku era cambiato, diventando una forma di attaccamento verso il biondo. La tristezza lo faceva preda ogni mattina, quando Katsuki se ne andava nell'auto di Masaru che lo portava a scuola. La gioia scoppiava in lui nel vederlo varcare la soglia di casa.

Il giovane aveva imparato a memoria tre cose che faceva Katsuki, al ritorno. Si toglieva le scarpe, gettava la cartella sul pavimento e correva ad abbracciarlo fortemente.

I baci diventavano carezze fraterne quando passavano Mitsuki o Masaru.

Katsuki, invece, aveva fatto di quei baci come un qualcosa di estremamente importante, un bisogno da soddisfare. Amava vedere l'espressione stupita sul viso di Izuku e lo faceva impazzire quel sapore così buono e naturale.

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora