Chapter 18: Aspettare e Basta

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Tempo addietro...


Katsuki si sedette sulla panchina, fradicio di sudore e con la gola secca.

Era furioso! Lui e la sua squadra stavano inesorabilmente perdendo il quinto set contro la squadra della Shiketsu e non poteva affatto accettarlo!

Un asciugamano gli cadde sulla testa. Eijiro, stanco, prese posto accanto a lui. Grondava così tanto sudore dalla fronte che una ciocca dei suoi capelli si era inesorabilmente inclinata verso il basso.

«Come cazzo possono essere così forti?» sbottò il biondo, asciugandosi.

«E' merito del loro nuovo capitano» rispose Eijiro, intento a bere una bibita energetica offerta da Ochako. «E' quello lì con la bandana sulla testa. Intendo il più basso di tutti».

«Chi? Quella ragazzina? Ma non era la manager?» mormorò Katsuki.

«Guarda che è un maschio! E a dispetto del suo visino d'angelo non è una ragazza!» ridacchiò Eijiro.

«Perché non sta giocando, comunque?».

«Perché è infortunato ad un ginocchio. Ma ho sentito che scenderà in questi ultimi minuti per dare una svolta alla partita» rispose Denki.

Si sedette accanto ad Eijiro, entrambi si scambiarono uno sguardo languido ma non destarono sospetti sul fatto che avessero una gran bella relazione.

«E' molto forte. E sa molte cose; in pratica è un piccolo genio e per di più conosce le migliori tattiche. Si eguaglia con il loro Coach!» riprese Denki tranquillo.

«Cazzo! Dobbiamo vincere!».

La partita riprese. Come aveva detto Eijiro, scese in campo il piccolo capitano della squadra di pallavolo dello Shiketsu. La bandana nera sui suoi capelli la fece diventare una fascia sulla fronte e i suoi capelli si rivelarono.

Katsuki vide ben poco, però erano bianchi. Scorse degli occhi verdi e fu colpito da un senso di déjà-vu. Quel ragazzino non era stato preso al provino? Ma certo! Era lui!

Solo... strano. Katsuki corrugò le sopracciglia mentre si preparava a ricevere in bagher una schiacciata potente in battuta.

-Il nuovo batterista della band nascente, gli Starfire Flying, ha i capelli verdi. Quindi alla fine è stato scartato anche lui?- pensò, ricevendola con forza e grazia.

Katsuki fu assorbito completamente dal gioco ma nonostante i suoi sforzi, quel piccoletto schiacciò in modo così angolato che mise fine all'ultimo set.

Vittoria.

Il biondo fu roso dalla rabbia cieca mentre guardava il bianchino che respirava affannosamente e piegato con le mani sulle ginocchia. Era in piedi eppure tremava come una foglia.

Dopo pochi istanti, cadde sul campo. Da allora, Katsuki non lo vide più e il suo cervello, incredibilmente, rimosse dalla mente quel ragazzino così particolare...


***


I rumori iniziavano lentamente a crescere, così come il dolore e una vaga quanto amara consapevolezza di qualcosa di orribile.

Un suono arrivava costante e cadenzato, molto più forte nel suo orecchio sinistro che nell'altro. C'era anche un brusio e passi, molti, troppi passi.

«Riesci a sentirmi, Shonen?».

Qualsiasi cosa fosse aveva disturbato il suo sonno privo di dolore e sentimenti. Ora era costretto a percepire tutto, con l'irrefrenabile voglia di dischiudere gli occhi e di vedere cosa c'era oltre quel perenne buio che l'aveva accompagnato chissà per quanto tempo.

BakuDeku: NoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora