Simone prende il possesso della palla e inizia a correre, correre, correre. Schiva gli avversari, ruota su sé stesso, è quasi giunto alla sua meta quando gli finiscono addosso. Cade di schiena, malamente, e gli scivola dalle mani la palla che prontamente gli rubano.
È ancora a terra ma già lo sente, dagli spalti: "Stronzo! Ma non se fa così, eh? Simo, tutto okay?", e tanti altri insulti che è meglio non ripetere, grazie tante.
Manuel ha insistito a venire a vederlo giocare, anche se gli fa schifo il rugby, anche se detesta che sia così violento e che Simone finisca sempre spalleggiato, colpito, atterrato, e così si lamenta ad alta voce - per inciso, gli altri spettatori lo stanno detestando.
Simone alza un pollice in sua direzione, come a tranquillizzarlo del fatto che stia bene, e si rialza per riprendere il gioco.
La partita prosegue sotto gli occhi di Manuel, che vi presta la massima attenzione solo per due motivi: Simone in divisa e Simone in divisa che rischia di farsi male.
Per il resto, non conosce mezza regola di rugby (e nemmeno gli interessa, s'intende), benché non si esima dal commentare qua e là.
Per quanto irritante possa essere per gli altri che assistono, Simone è contento che Manuel sia lì.
Gli sta dimostrando molto negli ultimi giorni, anche se in silenzio, con poche parole: sembra volerlo rassicurare che in quella cosa che stanno costruendo lui ci sta mettendo il cuore. Non è facile farlo capire quando gli unici momenti in cui si possono lasciare andare sono quelli dietro una porta chiusa, ma Simone è abbastanza bravo a cogliere tra le righe - oppure è accecato da Manuel e vede in tutto quel che fa una premura solo perché la vuole vedere, ma questa è un'altra storia.Ad ogni modo, è vero che quando sono da soli lo bacia, lo abbraccia, lo accarezza e che quando sono in giro ha comunque un occhio di riguardo nei suoi confronti, sempre. A Simone piace quel Manuel, moltissimo.
"Oh, Simo, te svegli?", lo rimprovera un suo compagno di squadra, proprio Leonardo, riscuotendolo da un vortice di pensieri da cui nel bel mezzo di una partita non è forse il caso farsi travolgere.
"Scusa", si limita a questo, prima di fare mente locale e relegare per il restante tempo di gioco Manuel in un angolo. Non è facile, ma ce la deve fare, per il bene della squadra.
Hanno vinto. Di poco, ma l'hanno fatto. Era una partita importante, contro una delle prima in classifica del campionato, e lo si percepisce da come gli spalti siano in visibilio e la squadra stia festeggiando.
Raccolgono da terra uno dei panchinari, una nuova recluta di qualche anno più piccola, ancora magrolina e poco capace a giocare, e lo fanno saltare in aria.
C'è una bella atmosfera intorno a Simone. È bello vincere, ogni tanto.
Si avviano verso gli spogliatoi e vengono accolti quasi da eroi da coloro che li aspettano sulle gradinate, principalmente genitori e qualche ragazzina che viene a osservare i rugbisti solo perché sono dei gran fighi - che poi, nessuno si sente di dar loro torto.
Si disperdono tutti in fretta e Simone coglie l'occasione per avvicinarsi a Manuel che, seduto in seconda fila, lo sta aspettando.
"Siete stati bravi", si complimenta, cercando di mantenere un atteggiamento contenuto. Vedere Simone sudato, accaldato, sporco di terra e non potergli saltare addosso lo sta facendo impazzire.
"Abbiamo vinto per un pelo", ribatte lui con falsa modestia. "Ma sì, gli abbiamo fatto il culo".
"Allora mo se festeggia. Dai, ti aspetto qua che andiamo a mangiarci una cosa", propone Manuel, nel tentativo di sembrare il più casuale possibile mentre lo dice. La verità è che si sta torturando da un po' nel capire come chiedere in modo velato e poco chiaro di uscire, per davvero.
Per come sono le cose tra loro agli occhi degli altri sarebbe solo un'uscita tra amici, ma nel loro intimo entrambi saprebbero che è molto di più e questo Manuel spera sia sufficiente per ora.

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Spaces between us
FanfictionGli spazi tra Manuel e Simone si sono allargati, sempre di più: sono diventate voragini, buchi neri che hanno risucchiato tutto ciò che di loro esisteva. La "Manuel e Simone Associati" non esiste più, perché, entrambi presi dalla frenesia della vit...