La serata con Viola, iniziata come una confessione a cuore aperto e terminata come una semplice chiacchierata tra fratelli, ha fatto bene a Manuel, che ora rientra a casa col cuore più leggero.
Di Simone però in casa non c'è traccia. Manuel se ne accorge quasi subito, quando lo chiama a gran voce e non riceve risposta.
E, se all'inizio pensava che fosse una cosa voluta, quando constata che Simone non c'è per davvero un moto di panico si insinua in Manuel.
Dove può essere andato a quell'ora, in settimana, nello stato sconvolto in cui l'ha lasciato? Spera a non fare nulla di stupido, ma con Simone non si può mai sapere.
Come prima cosa prende il telefono e fa partire una chiamata.
Uno squillo, due, tre, quattro... Manuel sta per perdere le speranza, quando dall'altra parte risponde."Oh, Simo, dove stai? Me so preoccupato a non vederti in casa a quest'ora", lo aggredisce subito, apprensivo.
Dall'altra parte ode una risata di scherno, sottile ma percepibile, prima della risposta: "Certo che sei proprio scemo. Sto alla piscina".
La tensione abbandona il corpo di Manuel tutto d'un colpo. Si lascia andare a una risata, poi attacca e si affretta a raggiungerlo, non prima di aver recuperato una coperta dal divano perché fuori si gela, complice il clima uggioso della giornata, e Manuel è certo che Simone stia congelando.
"Eccoti qua", lo saluta Manuel intimidito, una volta che lo raggiunge a bordo piscina.
Simone se ne sta lì, coi piedi a penzoloni. Sembra il copione di una scena già vista, che si ripete ciclicamente: ogni volta che uno dei due fa una cazzata e litigano poi finiscono per trovarsi lì e, in un modo o nell'altro, a riappacificarsi.
"Eccomi qua", mormora Simone in risposta con un'alzata di spalle.
L'ascia di guerra sembra essere caduta e ora, del fuoco e fiamme del litigio di qualche ora prima, non è rimasto altro che cenere e odore di bruciato.
Manuel si accomoda al fianco di Simone e si premura di avvolgerlo con la coperta.
"Dai, vieni sotto pure tu, non vedi che stai gelando?", lo esorta quest'ultimo, allargando un braccio per fargli spazio.
A Manuel trema un po' il cuore a quell'invito, che risuona nel silenzio di quella notte senza stelle come un'offerta di pace.
Timido gli si avvicina, il necessario perché la coperta raggiunga anche lui ma abbastanza perché le loro spalle si tocchino.
"Mi dispiace", se lo dicono in coro, cosa che li fa scoppiare a ridere.
"No, davvero, Simo", prende la parola Manuel, non prima d'aver sospirato, "so' stato un coglione. Me so' incazzato pe' niente. In fondo non è m'hai fatto un torto o che. Ero solo 'n po' triste perché me so sentito messo da parte, tutto qua".
"Lo immaginavo", ammette Simone, "e non ti biasimo, probabilmente se avessi scoperto solo a posteriori che te ne volevi scappare a Parigi con Nina avrei dato di matto anch'io", scherza.
"Non me ricorda' l'immensa cazzata che stavo pe' fa', Simo".
"Ah, lo ammetti allora?", lo punzecchia lui, dandogli una spallata.
"Seh, era un po' 'na follia".
"Solo un po'?".
"Un po', mo non t'allarga', oh".
"Comunque anche io ti devo chiedere scusa per non averti detto niente. Solo che non era mai il momento giusto... e poi siamo stati così bene nelle ultime settimane che mi è sembrato superfluo, a dirla tutta", confessa tutto d'un fiato, intimorito per quanto si stia esponendo con l'ultima parte del suo discorso.

STAI LEGGENDO
Spaces between us
FanfictionGli spazi tra Manuel e Simone si sono allargati, sempre di più: sono diventate voragini, buchi neri che hanno risucchiato tutto ciò che di loro esisteva. La "Manuel e Simone Associati" non esiste più, perché, entrambi presi dalla frenesia della vit...