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Simone sta studiando sul tavolo in cortile. La primavera è ormai alle porte, lo percepisce dal calore dei raggi del sole che, quel tardo pomeriggio, ancora batte placidamente sulle piante del giardino.
Villa Balestra è immersa nel verde e Simone la ama per questo, è come un modo per fuggire dalla frenesia della città e nascondersi nella sua oasi di pace.

Certo, sarebbe più pacifico se riuscisse a risolvere quella maledetta espressione di matematica. È sempre stato bravo in matematica, la adora - tanto da pensare, pensieri sparsi qua e là, di costruirci sopra una carriera - perciò il fatto che oggi proprio non gli venga nemmeno un esercizio è un chiaro segnale del fatto che la sua testa sia da tutt'altra parte.

Gli è difficile star bene con sé stesso, rilassarsi nel suo posto preferito del mondo, quando tutto ciò che riesce a fare è pensare a Mimmo chissà dove, completamente da solo e spaventato. Vorrebbe chiamarlo, sentire la sua voce, sapere come sta. Vorrebbe tanto dirgli che lo pensa, che non lo dimentica, così come non lo aveva dimenticato i mesi prima.
Chissà come si chiama ora Mimmo, se il suo nome gli si addice o se cozza con il suo fare dolce, simpatico e buono.
Chissà se ci pensa, a Simone... è convinto di sì, anche se ciò non lo rincuora affatto: l'unica persona che lo pensa è anche l'unica che non lo può avere, né ora né mai.
È così tragico, così triste, così ingiusto. Mimmo si è pentito e ha rimediato ai suoi errori, eppure sta scontando una seconda pena che durerà tutta la vita.

Chiude il libro con uno scatto violento. Non riesce a concentrarsi. Chiederà a Laura di passargli i compiti, per una volta.

Non fa in tempo a chiudere gli occhi per godersi del silenzio della Villa che un rombo di motore lo squarcia. Una moto passa il cancello e sfreccia verso la casa, proprio in direzione di Simone.

La riconosce appena Simone, la moto di Manuel. È stato così poco in quella casa da quando l'ha acquistata che a malapena è riuscito a capire che fosse la sua.
Ormai Simone riconosce così poco di Manuel, partendo a esempio proprio dal fatto di aver venduto la sua moto, l'oggetto materiale a cui teneva più al mondo. Non è stato un gesto da lui... come molti altri, d'altronde.

"Oi, Simò, per fortuna ci sei".
Eh, per fortuna...
"Dove avrei potuto essere?", ribatte infatti, indicando i libri sul tavolo, come a suggerire che stesse studiando - cosa che, tra parentesi, dovrebbe proprio fare anche Manuel.

Manuel ignora questo suo ultimo commento, si limita ad accomodarsi sulla sedia accanto alla sua con fare drammatico. Getta la testa all'indietro, il collo in tensione e le palpebre chiuse.
"Ho scazzato con mi' madre".
"Che novità".
"No, Simo, stavolta per davvero. Dovevamo semplicemente pranza' assieme e invece è diventato un interrogatorio, te giuro me sembrava d'esse' sotto la Santa Inquisizione".
"Cos'è successo? Avanti, dimmi".
Simone non riesce proprio a farsi gli affari suoi, a badare solo a sé e non farsi coinvolgere in questioni che non lo riguardano direttamente.
Un tempo avrebbe dato per scontato che tutto ciò che riguardava Manuel di diritto sarebbe stato anche affar suo, ma ora non ne è più così sicuro.

"M'ha cazziato perché ho saltato di nuovo scuola".
"Lo sai che ha ragione, vero?", replica Simone, sicuro di quello che sta dicendo - chiunque sano di mente concorderebbe, ma purtroppo l'ordine mentale di Manuel sembra da tempo venuto meno e perciò Simone non si aspetta che lui capisca.
"Simo, non comincia' anche te".
"Non ti voglio fare la morale perché anche io di cazzate ne ho fatte, ma continuare a saltare scuola è una cazzata enorme, Manuel".
"Pensavo che, tra tutti, tu mi avresti capito, Simo", replica Manuel, davvero offeso dalla piega che la conversazione sta prendendo.

Perché avrebbe dovuto capirlo?
Perché anche lui è abituato ad annullarsi per le altre persone, a correre in aiuto quando lo chiedono e a perdere di vista i propri obiettivi, prospettive, progetti?
Lo ha fatto con Manuel lo scorso anno: si è fatto coinvolgere in giri loschi, lo ha aiutato a rubare un auto, solo per amore.
Lo ha rifatto con Mimmo quest'anno.
La speranza in Simone era sempre la stessa: tirarli fuori da qualsiasi guaio in cui si fossero cacciati e permettergli di vivere una vita come si deve. Con lui.
E invece entrambe le volte l'esito è stato il medesimo: loro fuori dai pasticci, Simone da solo a raccogliere i cocci del suo cuore ammaccato.

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