CAPITOLO 3

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Quando sono tutti nell'ufficio della preside, con annessa la presenza della dottoressa Young, Nicholas rivolge una breve occhiata al ragazzo di cui aveva preso le difese.

Tiene lo zaino sulle spalle, il cappuccio della felpa è sollevato sulla testa, e il suo sguardo è serio e rigido allo stesso tempo. Non aveva ben presente chi fosse, o se si fossero visti prima. Ma in ogni caso non sarebbe stato giusto lasciarlo solo e in difficoltà.

La preside si schiarisce la voce, e si rivolge a tutti i presenti.

《In questa scuola noi non utilizziamo la violenza come arma di difesa. Dovreste vergognarvi. Adesso, voglio sapere il perché di questo comportamento!》

La donna batte una mano sul tavolo, e usa un tono adirato. Nessuno aveva mai visto la preside in questo stato. La dottoressa Young si toglie gli occhiali e cerca di alleggerire l'atmosfera tesa che si era creata.

《Con calma ragazzi. Spiegateci cosa è successo.》

Sarebbe dovuto essere semplice. Bastava dire la verità. Solo che Nicholas aspettava che fosse quel ragazzo a parlare, invece tutto tace.

《Nicholas! Vuoi darci tu qualche spiegazione?》

La consulente si rivolge proprio a lui. Perché mai poi? Lui si schiarisce la voce e lancia un occhiata ai tre tipi messi seduti.

Lui non era il tipo da fare la spia, e non avrebbe fatto eccezione in quel momento. Quei bastardi dovevano imparare la lezione, ma se nemmeno il ragazzo accanto apre bocca, chi era lui per spifferare tutto?

《Abbiamo...ehm, avuto un piccolo screzio. Ragazze...》

Fa capire che c'erano di mezzo delle ragazze contese e nessuno fa obiezioni.
La preside sospira e si porta una mano sul mento come se ci riflettesse su.

《Considerando che nessuno di voi ha precedenti di risse e sospensioni varie, per stavolta sarò clemente. Ma vi beccate tutti un pomeriggio nella sala punizioni. E non c'è bisogno che dica che non dovrà mai più ripetersi una cosa del genere. Non sarò così clemente la prossima volta. 》

I tipacci scappano praticamente via, non prima di aver urtato con una spallata sia Nicholas che il ragazzo barra vittima.

Quando sono fuori però Nicholas non ci sta ad andarsene così. Blocca il ragazzo per un braccio, e questi gli rivolge un occhiataccia.

《Stai bene?》

《Ti aspetti che ti ringrazi?》

《Beh sarebbe carino, si. Perché quegli idioti ce l'avevano con te?》

《A te che importa?》

Faceva sul serio?

《Si dia il caso che ho anche mentito per te. Quindi mi aspetto almeno tu sia gentile. Sono Nicholas... 》

Gli allunga la mano per presentarsi ma il ragazzo la guarda soltanto.

《So chi sei.  Frequentiamo letteratura insieme.》

《Davvero?》

Era un momento decisamente imbarazzante.

Mentre si dirigono nell'aula per la punizione, Nicholas cerca di capire di più su quel ragazzo misterioso.

Lo vede prendere posto in un banco nell'ultima fila e va a sedersi vicino a lui.

Cala poi il silenzio, dato dalla presenza di una tutor che sorveglia tutti.

Nicholas prende carta e matita e se li mette sul banco, mentre il ragazzo accanto a lui indossa degli auricolari.

Chissà cosa stava ascoltando?

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