❄️4- La tenuta

242 23 23
                                    

༺❄︎༻

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

༺❄︎༻

With all these people all around
I'm crippled with anxiety
But I'm told it's where I'm supposed to be

༺❄︎༻

Mercoledì 18 dicembre

Londra si è svegliata tutta bianca stamattina.

«Non esiste niente al mondo in grado di racchiudere il concetto di "inverno" come la neve», affermo, lo sguardo incollato al finestrino dell'auto di Lyanna. Le case, le cabine telefoniche rosse e gli autobus a due piani coperti da uno strato di soffice neve, si susseguono veloci. Alcuni si sono messi a spalare le strade e a liberare le auto intrappolate, mentre un paio di bambini fanno capolino oltre la porta d'ingresso con in mano carote.

Da Londra allo Wiltshire, paesaggi innevati e playlist natalizie accompagnano il tragitto. Mio padre sarebbe rimasto in silenzio per l'intero percorso ad ascoltare la radio, ma Lya no. Lei canta, a squarciagola, fregandosene delle stonature o delle parole pronunciate in modo sbagliato.

Gli acuti di mia cugina si spengono, sostituite da un "Siamo arrivate!" che scatena un senso di ansia e curiosità insieme. Ed ecco il cancello in ferro battuto della tenuta.

«Ora sei ufficialmente parte dello STAFF. Non si torna più indietro», commenta, mentre la sua Range Rover Evoque si inoltra nella proprietà attraverso un viale alberato. Intorno, un ampio giardino paesaggistico munito di aiuole, statue e fontane ci dà il benvenuto. «Questo posto è assurdo!».

Inspiro ed espiro. Un edificio maestoso si erge dalla neve, la cui imponente facciata, in pietra locale, è puntinata da alte e strette finestre incorniciate da decorazioni e persiane in legno dipinte di bianco.

L'auto rallenta.

«Ci siamo».

«Ci siamo», ripeto in un sussurro.

Lyanna spegne il motore, poi scende dal SUV con un balzo. Io non sono altrettanto atletica, le mie gambe sembrano blocchi di cemento. A dare la schiena alla porta, sotto un elegante portico ornato con colonne, c'è un uomo di media statura, magro e dai capelli castani pettinati all'indietro che riconosco come il fratello maggiore dello sposo.

Gli zigomi prominenti e il mento definito, si deformano a causa di un sorriso. «Ben arrivata, Alhena», esordisce con voce profonda e baritonale. «Il mio nome è Hugo Payne».

«Buongiorno, molto piacere».

Lya richiude il bagagliaio con un tonfo che determina la fine di nostri convenevoli. «Ally, le valigie!».

Mi distanzio da Hugo per tornare da lei che nel frattempo ha tirato fuori i miei due bagagli. La ringrazio per essere stata la mia accompagnatrice, e ci abbracciamo.

«Fatti sentire ogni tanto», si raccomanda. «E per qualsiasi cosa chiamami, correrò qui a riprenderti».

«Starò bene».

CI SCOMMETTO UN BACIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora