❄️19- Il salvataggio

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If I were to be alone, silence would rock my tears 'cause it's all about love and I know better how life is a waving feather.

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Martedì 24 dicembre

Il senso di immobilità davanti a Edwin è perdurato finché Primrose non è venuta a bussare alla porta per chiederci di giocare a scacchi. Conoscevo la sua infatuazione, ma non la consideravo intima al punto da far nascere in lui il desiderio di un bacio. Sarà che baciare è un verbo che ho sempre trattato con guanti e occhiali protettivi quasi fosse qualcosa di estremamente prezioso o estremamente radioattivo; sarà la mia bassa autostima; sarà che non credevo sarebbe stato possibile dare di nuovo a qualcuno il potere di varcare quei confini che solo poche e selezionate persone hanno fatto in passato. Che Zachary ha fatto in passato. Ciò che è accaduto dopo gli scacchi è un collage confuso di immagini sbiadite in cui l'assenza di Zac è l'unico ricordo ancora nitido.

Prima di andare a dormire mi sono assicurata che non gli fosse capitato qualcosa. L'ho spiato leggere per un paio di minuti, e mi sono coricata un po' più tranquilla. Ma sta prolungato la sua assenza.

«Mio fratello ha qualcosa che non va», esordisce Primrose quasi potesse leggermi nel pensiero, mentre decapita coi denti un omino di pan di zenzero. «Non è da lui starsene chiuso in camera senza toccare cibo».

Coraline si alza in piedi, e batte il coltello sul piattino. «Scusatemi!». Ottenuta l'attenzione dei presenti, posa piattino e coltello sul tavolo. «Vi ricordo che al termine della colazione, dovrete recarvi nella Sala da ballo per l'attività di oggi. Buona Vigilia di Natale a tutti!».

Ognuno torna a porre lo sguardo sui propri piatti.

Azzanno la gamba di un biscotto, e un paio di briciole si schiantano sulla tovaglia. Resto a fissare l'omino mozzato tra le mie dita. Zachary sta mantenendo la lontananza da qualcosa, proprio come io sto mantenendo un mutismo algido con Edwin da ieri pomeriggio. Persino in questo momento, mentre mangiamo allo stesso tavolo, le nostre anime sono divise da un silenzio resistente più dell'acciaio.

***

«Porca miseria!», Primrose, fissa un mastodontico abete in fondo alla sala che troneggia su Hugo, Noah e Richard orgogliosamente agghindati con maglioncini natalizi.

Le faccio un cenno privo di senso, tornando a osservare l'albero di cinque metri. Divisi in gruppi, con una Sentinella a fare da capo-coordinatore, trascorreremo la giornata a decorare la tenuta. Vorrei riuscire a sentire le stesse vibrazioni natalizie di Primrose. Il mio corpo, tuttavia, è immune alle scintille magiche che traspaiono dai pori sulla sua pelle.

Richard indica un ammasso di scatoloni aperti nell'angolo alla sua sinistra. «Ognuno di voi avrà a disposizione un cestino tramite il quale potrete prendere le decorazioni». Abbassa gli occhi su un foglio. «Ora vi comunicherò i gruppi. Il primo è composto da Caleb, Zachary, Pervinca, Penelope, Sebastian, Annika, Seth, Rowan, Jim, Primrose e Alhena. Il vostro capo-coordinatore è Noah. Chi non ha sentito il proprio nome, mi segua», Richard ripiega il foglio in quattro e si incammina verso l'uscita.

CI SCOMMETTO UN BACIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora