❄️11- L'errore

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When the world's against me
is when I really come alive

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POV's Ahlena

Sabato 21 dicembre

Per Richard e Coraline è arrivato il difficile giorno in cui dovranno verificare che tutto sia a posto prima delle nozze di domani. Nella tenuta non si sono praticamente mai visti da questa mattina, chiusi da qualche parte con la Wedding Planner, il Fotografo, la Hair Stylist e la responsabile del catering che hanno liberato solo durante la colazione e il pranzo. Io non sono inclusa nel loro marasma di spunte su liste infinite e scleri prematrimoniali. Forse perché il mio compito è dipingere e basta o forse perché, a distanza di quattro giorni dal mio arrivo, mi sono mimetizzata così bene con i giovani delle due famiglie da essersi dimenticati che pure io faccio parte dello Staff.

Esonerata da tali ansie, tuttavia, sfrutto questa giornata di sole per immortalare le attività ricreative che si stanno svolgendo all'esterno dell'edificio. C'è chi sta caricando gli armamenti dietro muraglie candide per una battaglia all'ultima palla di neve, chi si sta cimentando nella costruzione di pupazzi con nasi a carota e chi legge in un angolo.

L'ora sullo smartphone segna le 13:50. Scrivo un messaggio a Lyanna per farle sapere che qui va tutto bene. Nei giorni scorsi mi sono limitata a inviarle foto della tenuta e del cibo come un turista in gita. Quasi che tutto questo lustro non appartenga anche alla mia quotidianità. Io ricca, nel significato più venale del termine, non mi ci sono mai sentita. Ma ad aggravare tale nomea c'è lo sfarzo di mio padre. Non si è ancora fatto sentire, nemmeno un "Ti trattano bene?" o un "Sei viva?".

Un pettirosso mi plana sopra la testa, atterrando con un frullo d'ali sulla punta del treppiede.

«Ciao».

L'uccellino inclina la testa in un gesto che traduco come un saluto in risposta al mio. I suoi piccoli occhi vivaci sfavillano al sole, mentre guardano curiosi il pennello che tengo nella mano destra.

«Bello, vero? Anche a me piace molto. Me lo ha regalato un ragazzo», raccolgo un po' di pigmento verde per colorare la sciarpa di Edwin nell'atto di tirare una palla di neve contro Pervinca.

Il sottile e affilato becco argentato del pettirosso si schiude in un cinguettio.

«Come hai detto? Mi dispiace, ma io non mi unirò alla guerra»,  aggiungo sfumature più scure alla sciarpa di Edwin, «Sono qui per lavorare. Gabrielle e Coraline si aspettano che io faccia un lavoro egregio; non le deluderò ignorando i miei doveri per mettermi a giocare».

Il pettirosso spicca il volo, spaventato da un'improvvisa palla di neve schivata per un soffio. Inclino il busto oltre la tela, gettando su chiunque mi capiti a tiro un'occhiata omicida.

«Eri in traiettoria di Prim!», Zachary indica la sorella a cinque metri da me.

«Colpa mia!», si dispiace lei con le braccia alzate.

CI SCOMMETTO UN BACIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora