❄️15- La scelta

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If love what you can't have, then you have to love what you've got.

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POV's Zachary

La sedia stride quando la tiro, e mi siedo tra Primrose e mia madre, cercando di trasmettere un'apparente calma intanto che l'uragano di pensieri continua a vorticare violento sotto la superficie della mia compostezza fisica dopo l'abbraccio con Alhena.

Dal suo tavolo, Elijah mi sta fissando in modo insistente. Ricordo il dialogo avuto ieri, e la sua ostinazione nel chiedermi se io e Alhena ci conoscessimo. Negare. Negare sempre. Questa è la colonna portante della mia vita da quando ho rinnegato la cera insieme a quella ragazzina dai capelli blu e la pelle disseminata di nei, capace di far fronte alla sofferenza senza spezzarsi.

«Ho saputo che ti sei ferito durante le prove. Cos'è successo?», chiede mio padre tagliando l'aria sul nostro tavolo.

«Belios era teso, io anche... sono solo caduto».

«E' stato il Pas de Deux tuo e di Prim a farvi ottenere il quarto posto agli scorsi World Equestrian Games, e mi vieni a raccontare che eri teso per uno spettacolino?».

«Alla fine è stato un successo, no?».

«Sì, erano tutti ammaliati dalle tue acrobazie», interviene mamma.

Mio padre afferra il calice di vino, e beve con nervosismo. Nei suoi occhi leggo un sospetto e una disapprovazione già visti in passato.

Caleb si alza. Distolgo lo sguardo per seguirlo avvicinarsi ad Alhena intenta a dipingere. Sono trascorsi dieci minuti da quando mi sono fiondato nella sua stanza per rimproverare mia sorella. Riporto gli occhi sul piatto, e parte il discorso di Noah in onore di Richard.

È tutto aneddoti imbarazzanti sull'università e le notti brave.

Hugo si appropria del microfono, rubandolo dalle mani di Elijah. «Mi ricordo che da ragazzini facevamo deduzioni sul nostro futuro. Nessuna di queste si è avverata», ride, e Richard con lui. «Grazie per essere il mio fratellino, colui che mi è stato accanto quando Veronika ha lasciato soli me e Perv. Sono sicuro che, da qualche parte, ovunque sia, anche lei vi sta guardando con orgoglio».

D'impulso, punto Alhena con la coda dell'occhio. Un'unica goccia è incastrata tra le sue lunghe ciglia corvine. Un battito di palpebre, e la lacrima le attraversa lo zigomo; sinuosa e delicata quanto Alhena stessa. Arriva alla mascella, e qui barcolla; cattura la luce del lampadario come un diamante, infine, si getta nel vuoto.

Judith e Castor. So così tanto di loro che a un certo punto credevo di averli conosciuti per davvero.

Il mio fiato viene meno, e il tavolo diventa claustrofobico mentre il rumore delle posate e delle voci si fonde in una melodia distorta dai singhiozzi lontani di Alhena. Suo padre non la merita. Edwin, Caleb, io...  forse nessuno di questo fottutissimo pianeta merita un astro come lei. E io odio quando spegne la sua luce.

CI SCOMMETTO UN BACIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora