PROLOGO

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Correvo di gran carriera tra tanti arbusti, sentivo il respiro mancare nonostante il vento mi sbattesse sul viso e le gambe iniziassero a cedere; ma non potevo fermarmi, non potevo rallentare o loro mi avrebbero preso.

Conoscevo molto bene quel bosco così presi una scorciatoia sperando di seminarli.

Fortunatamente funzionò e riuscii a distanziarmi il più possibile da loro, i cacciatori.

Con tutte le forze che mi rimanevano dovetti fare un'ultima corsa per raggiungere casa.

Scavalcai il cancello, una vecchia abitudine, e giunsi alla porta di casa pestando il prato sotto i miei piedi. Se mi avesse visto mia madre non sarei rimasto in vita a lungo: era sempre stata un'appassionata di giardinaggio, e teneva molto al suo giardino. Afferrai la maniglia della porticina in legno, quando Aaron, il mio amico quattro zampe, corse in mia direzione abbaiando. Accarezzai il suo soffice manto, mentre la mia mente tornò indietro di tre anni.

Era autunno, io e mia madre passeggiavamo lungo una strada ampia e spaziosa con un frullato in mano. Io, come al solito, ero vestito completamente di nero; lei, invece, indossava degli stivali neri in pelle, un cappotto rosso, e una sciarpa intorno al collo per proteggersi dal vento.

Ci stavamo incamminando verso casa, finché non notai un cane randagio di piccola taglia che gironzolava in cerca di cibo. Chiesi a mia madre se avessimo potuto tenerlo con noi e lei, dopo un attimo di esitazione accettò.

Adesso Aaron è cresciuto molto e ricordare quei momenti mi trasmette nostalgia. Ricacciai indietro l'ondata di ricordi che stavano per travolgermi ed entrai in casa.

Jake e il brancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora